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Viaggio nel quartiere di S. Lucia (visto che è arrivata Santa Lucia)

Viaggio nel quartiere di S. Lucia (visto che è arrivata Santa Lucia)
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Santa Lucia a Bergamo non significa solo una bella fanciulla sul dorso di un asinello, letterine e caramelle cri cri, ma anche un intero quartiere, occupante la periferia occidentale della città e abbracciato alla Conca d’Oro. Il sole splende alto fino a tardi nella bella stagione e la vista spazia su quell’esedra tracciata da Borgo Canale e dalle vie Sudorno e San Martino della Pigrizia, che con i Torni e via San Matteo alla Benaglia piega verso Longuelo e Mozzo in piena val d’Astino. Ma c’è di più: da quest’area è possibile risalire i colli scalando le scalette delle More, degli Ortolani e di Fontanabrolo, così come quelle del Paradiso e di Santa Lucia, che in un batter d’occhio portano in Colle Aperto. Un quartiere, quindi, dalle visuali suggestive, ricco di scorci naturalistici, allietato da villini Liberty ma anche da quei retaggi di vita campestre riconoscibili nei muri a secco e tra le serre. Dall’alto è possibile riconoscere gli edifici che caratterizzano l’area, partendo dal lembo più a Ovest fino al centro.

 

Ex Ospedale Maggiore

Il complesso viene realizzato negli anni 1927-1930 e progettato dall’ing. Giulio Marcovigi di Bologna: su di una superficie di 150 mila mq, 35 mila vengono destinati agli edifici (padiglioni). I reparti più importanti erano Medicina, Chirurgia, Radiologia, Terapia Fisica, Pediatrica e Dermosifilopatia, Tubercolosi, Maternità e Brefotrofio. L’inaugurazione avvenne il 20 settembre 1930 alla presenza dei futuri re Umberto II e regina Mara Jose, tanto da intitolarlo alla “Principessa di Piemonte” fino all’èra della Repubblica. Dal 1972 iniziano le incorporazioni o i decentramenti: si parte con l’annettere l’ospedale di via Albricci (“Ugo Frizzoni”), nel 1973 viene acquistata la Casa degli Angeli di Mozzo e nel 1975 il “Matteo Rota”, che farà ridenominare l’istituto “Ospedali Riuniti di Bergamo”.

 

Piscine Italcementi


Il Centro Sportivo Italcementi occupa una superficie di quasi 30 mila mq, di cui 6.300 coperti: le piscine sono cinque, due interne e tre esterne, oltre a un palazzetto dello sport e una piccola palestra. «L'impianto estivo è caratterizzato da una piscina grande 50x21 metri, una vasca grande 18x18 metri e una vasca per bambini, mentre l'impianto invernale è composto da una piscina per i più piccoli di 8x16 metri e una grande di 33x21 metri». Salita la scalinata, a destra dell’ingresso è applicata alla parete un’opera di Elia Ajolfi (Bergamo 1916-2001), mentre all’interno una scultura di Franco Normanni (Bergamo 1927-2005) è dedicata alla Fontanabrolo.

 

Chiesa di Santa Lucia Vecchia

capella
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Nella via omonima al quartiere, vi è la chiesetta che lo titola, posta a fianco del vecchio orfanatrofio maschile (attuale Scuola Imiberg): presenta una navata con volte a botte, presbiterio quadrato e tre altari laterali. Edificata nel 1672 da Andrea Ghirardelli sulla precedente del 1337, fondata dal vescovo Cipriano degli Alessandri, XIV secolo, mantenne l’edifico del monastero domenicano coevo fino al 1910, quando viene costruito l’oratorio decorato in stile Liberty in armonia col quartiere. Dal 1681 la sua denominazione è mutata in quella del Santo Nome di Gesù (popolarmente “Santa Lucia Vecchia”), dato che le consacrate avevano già lasciato il cenobio nel 1556, perché considerato poco sicuro per la loro integrità: la nuova sede, anche se temporanea, venne stabilita in San Lazzaro e poi in Santa Lucia e Agata (attuale Palazzo Frizzoni) nel Borgo San Leonardo, fino alla soppressione francese. La pala d’altare di Francesco Capella è ora nella nuova Parrocchiale.

 

Tempio votivo

Mosaico
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La Parrocchia di riferimento dal 1864 era quella di Loreto, ma dal 1939 viene istituita quella di Santa Lucia. La nuova chiesa dedicata al “Cuore Immacolato di Maria” sorge in seguito a un voto mariano del 1943, evidentemente esaudito, dato che la fece meglio ridenominare Tempio votivo e benedire il 25 aprile del 1952, a sei anni esatti dalla posa della prima pietra. Calcare bianco di Zandobbio e Pietra di Credaro, dentro una cupola emisferica cieca con profonda abside, divengono uno scrigno per d’arte del calibro di Ugo Riva (Via Crucis), Elia Ajolfi e Attilio Nani (altare maggiore e vasca battesimale), Piero Brolis (Pietà e Crocifisso), Vanni Rossi (affreschi), Angelo Gritti e Trento Longaetti, a cui si devono anche le vetrate.

 

Ex centrale Enel, ora complesso residenziale

Progettata all’inizio del secolo da Luigi Bergonzo per conto dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, subisce le prime modifiche negli anni Sessata del Novecento, fino all’ultima trasformazione, che si deve allo studio di Antonio Citterio e Patricia Viel and Partners. L’intervento ha interessato una superficie di 18.400 mq e ha portato a realizzare 120 alloggi divisi in cinque corpi di fabbrica: di “storico” ha mantenuto solo l’edificio in angolo alle vie Nullo e Mazzini. Nei pressi vi era il cimitero pentagonale di Santa Lucia, uno dei quattro storici poi accorpati nell’Unico di viale Pirovano.

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