L’uomo che azzecca le previsioni dice che Trump potrebbe vincere
In principio fu il baseball. Poi, un po’ per gioco un po’ per sfida, le elezioni presidenziali del 2008. In quell’occasione lo statistico Nate Silver lanciò una provocazione all’intero mondo del giornalismo americano: affrontare le previsioni alla Casa Bianca in modo scientifico e non soltanto sulla base di sensazioni e ideologie. Sfida che creò grande clamore, ma che Silver vinse a mani bassi, azzeccando i risultati di 49 Stati su 50. Proprio la notorietà che seguì alla sue previsioni, portò il suo blog FiveThirtyEight a diventare parte integrante della pagina politica del New York Times, spazio virtuale da dove Silver seguì le presidenziali del 2012 (con un successo di lettori incredibile). Quell’anno, nonostante tutti i media dessero Obama e Romney praticamente pari nelle preferenze degli americani, Silver invece, applicando il suo metodo scientifico, arrivò a calcolare che il candidato democratico aveva il 90,9 percento di probabilità di conquistare la Casa Bianca contro un risicato 9,1 percento per il repubblicano. Lo statistico fu molto criticato, ma alla fine ebbe ancora una volta ragione, azzeccando questa volta i voti di tutti e 50 gli Stati.
La previsione su Donald Trump. Insomma, Silver si può tranquillamente definire l’uomo che ha inventato il data journalism, ovvero il giornalismo basato su dati e fatti, lasciando da parte sensazioni e “soffiate”. Il 18 luglio 2013 il suo blog lasciò il NYT per trasferirsi, con una piattaforma tutta sua, nella grande famiglia di ESPN, da dove ancora oggi guida un’informazione innovativa, che tocca diversi temi della società americana e cerca di portare avanti un’informazione il più scientificamente accurata possibile. Apparentemente, Silver è il più classico dei nerd: 38 anni, occhiali spessi, parlantina rapida e una gran timidezza, che spesso lo fa apparire arrogante ai più. Certo non lo hanno aiutato a costruirsi un’immagine più simpatica le numerose comparsate tv, in cui ha sempre difeso il proprio metodo di lavoro sparando invece a zero sul giornalismo classico, definendo i commentatori politici figure «completamente inutili». La sua teoria è che farsi un’idea su un determinato evento politico leggendo i commenti sui giornali oppure farlo lanciando una monetina, abbia praticamente lo stesso valore. Lui, invece, si basa su un’enorme mole di dati, in particolare tutti i sondaggi dei singoli Stati, e poi, applicando un metodo matematico, trae le sue conclusioni.
Anyway, Trump will probably be the GOP nominee and possibly become President. No joke. If you care either way about this, you should vote.
— Nate Silver (@NateSilver538) 29 febbraio 2016
Chiaramente un tipo del genere non poteva tacere circa la corsa alle presidenziali. In particolare su Donald Trump, l’uomo che sta dividendo gli Stati Uniti e non solo. Pochi giorni fa, su Twitter, è arrivata l’attesa opinione di Silver sulla questione: «Anyway, Trump will probably be the GOP nominee and possibly become President. No joke. If you care either way about this, you should vote». Tradotto: nel caso in cui Trump vincesse le primarie repubblicane, diventerebbe automaticamente un candidato credibilissimo per la Casa Bianca e non è escluso che possa anche conquistarla. In un successivo articolo sul suo sito, è stato anche spiegato il perché: studiando le passate elezioni, si può notare che i candidati più discussi all’interno del proprio partito, alla fine sono stati quelli che hanno preso più voti. Il movimento #NeverTrump nato all’interno dello stesso partito Repubblicano dimostra che il multimilionario è sicuramente il meno apprezzato dei candidati della fazione. Ad aggiungere senso alle serie storiche anche il profilo di quella che si preannuncia essere la candidata democratica da battere, ovvero Hillary Clinton, la quale sembra, secondo i sondaggi, particolarmente invisa all’elettorato conservatore. Cosa che, secondo Silver, spingerebbe anche i sostenitori del #NeverTrump a votare per Trump, seppur tappandosi il naso.
La percentuali dicono Trump. Basandosi su queste tesi, Silver è certo che Trump ha molte probabilità di diventare il candidato repubblicano alla Casa Bianca e, se ciò dovesse avvenire, anche di conquistare Washington. Fortunatamente per i democratici, l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha ufficialmente annunciato che non correrà come indipendente alle elezioni. Come ha sottolineato Silver, è una notizia che fa felice la Clinton e compagnia, visto che Bloomberg avrebbe pescato molti più voti tra i sostenitori democratici che tra quelli repubblicani, spianando la strada verso la Casa Bianca a Trump. Così non sarà, ma che Trump resti il candidato più forte tra i repubblicani è evidente, secondo Silver: le percentuali di vittoria del miliardario alle primarie in Michigan sono del 92 percento, in Florida del 60 percento, in Illinois del 66 e in North Carolina del 45 (Rubio però è al 36 percento). Marzo potrebbe quindi rivelarsi un mese trionfale per Trump, almeno stando alle previsioni di Silver. Uno che difficilmente sbaglia.