Il presunto patto coi jihadisti

Tutti i "buchi" della polizia belga

Tutti i "buchi" della polizia belga
Pubblicato:
Aggiornato:

Perché il terrorismo ha scelto il Belgio come piattaforma privilegiata per le azioni in Europa? Non per una strategia particolare, ma perché lì hanno trovato il sistema di sicurezza più facile da “bucare”. Bastava un rapido studio per rendersene conto. La polizia belga è infatti divisa in sei autorità e non ha un piano coordinato tra i diversi comparti. In questa pletora di istituzioni le responsabilità su sicurezza e l'immigrazione sono coordinate a livello federale, l'integrazione è regionale mentre l'intelligence ha più centri di comando. Insomma una struttura super ramificata, con scarsissima comunicazione tra i vari settori. In più c’è anche la questione linguistica, che in realtà è una questione del tutto identitaria e politica. Il Belgio è spaccato tra Vallonia francofona e Fiandre dove si parla fiammingo. La coesione tra queste due parti del Paese negli anni scorsi è stata pericolosamente in bilico, tanto che per mesi non si era riusciti a formare un governo. Oggi se si va a Liegi nessun sa una parola di fiammingo, mente se si va ad Anversa nessuno vi parlerà in francese, e gli stessi cartelli stradali sono ai limiti dell’incomprensibilità, essendo il fiammingo una lingua dalla grafia molto complessa. Risultato: gli apparati di sicurezza delle varie zone del Belgio non si parlano anche per ragioni semplicemente di incomprensione linguistica. E comunque nessuno ha familiarità con la lingua araba. Anche per motivi così banali gli 007 belgi sono stati sommersi di critiche per i flop a ripetizione nella caccia a Salah, rimasto sempre nascosto da amici e fiancheggiatori a Molenbeek, dopo gli attentati di Parigi.

 

Bruxelles: polizia francese conferma arresto Salah

 

«Mancanze e debolezze». Una fragilità di sistema ben note a tutti visto che settimana scorsa era stato presentato un documento della Commissione P (il servizio di indagine interna della polizia) in un’audizione parlamentare a porte chiuse erano emerse palesi «mancanze e debolezze», alcune delle quali persino «tecnologiche» e «rimaste irrisolte» per problemi di budget e mancanza di personale qualificato. Così è potuto accadere che nonostante l'allerta di attentati fosse stata diramata già lunedì sera, il giorno degli attacchi mancasse personale di sicurezza nei luoghi sensibili, come aeroporto e metropolitana. Negli anni sono stati poi trascurati i "foreign fighter", eppure il Belgio è il Paese con il più alto numero percentuale proprio di “foreign fighter”: oltre 40 per milione di abitanti, più del doppio della Francia.

 

??????????????????????

 

Le critiche dei francesi. Ma i sospetti non riguardano solo l’inefficienza e l’impreparazione. Ieri il ministro degli Interni francese, Michel Sapin, ha definito “naif” i servizi di intelligence dei cugini belgi. Infatti da molte parti è stato ipotizzato che negli anni passati fosse stato informalmente stabilito un “accordo” tra autorità di polizia e i boss di Molenbeek, il quartiere covo di quasi tutti i terroristi che hanno colpito in Europa negli ultimi anni (a partire dagli attentati di Madrid del 2004). L’accordo prevedeva che sarebbero state risparmiate intrusioni degli investigatori in cambio di assenza di attentati nella capitale delle istituzioni europee. L’accordo ha tenuto sino all’arresto di Salah Abdelslam settimana scorsa. Ma la cattura e l’intenzione di farlo parlare avrebbero fatto saltare la tregua: ipotesi del tutto sottostimata dagli investigatori belgi.

Seguici sui nostri canali