E l'Iraq prepara l'offensiva su Mosul

L'esercito siriano entrato a Palmira

L'esercito siriano entrato a Palmira
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Nei giorni in cui l’Europa fa i conti con la paura e la ferocia delle cellule nascoste dello Stato Islamico, è proprio in Siria che l’Isis si scontra invece con una perdita importante, a conferma della situazione di crisi che il Califfato sta vivendo nei territori dove si è autoproclamato nel 2014. Le truppe dell’esercito siriano sono riuscite infatti a entrare nei sobborghi settentrionali della città di Palmira, centro che conta 60mila abitanti noto per gli antichi siti archeologici. Le armate di Assad, affiancate dalle milizie sciite di “autodifesa popolare” sono arrivate oggi nei pressi della città, cui puntavano da diversi giorni dopo lunghi combattimenti: prima erano state conquistate le aree collinari dei dintorni, oggi i quartieri nord, dove sorgono numerosi alberghi.

 

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Siriani aiutati dai russi. Come riporta l’agenzia russa Ria Novosti, i miliziani dello Stato islamico sono stati costretti a ripiegare verso il centro della città, nella zona dei giardini. L’Osservatorio siriano per i diritti umani spiega che gli jihadisti avrebbero girato le vie della città con degli altoparlanti, chiedendo agli abitanti di allontanarsi. Pure la televisione siriana conferma l’ingresso delle truppe lealiste nella città, al termine di un’offensiva che non si è fermata nonostante la tregua sancita qualche settimana fa con gli altri gruppi ribelli, dalla quale appunto era stato escluso Isis. Secondo quanto ricostruiscono alcuni giornali, sarebbe risultato importante l’apporto di alcune truppe speciali russe, che avrebbero individuato i bersagli sul terreno.

 

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Offensiva verso Mosul. Inutile dire che la riconquista della città di Palmira ha un’importanza strategica ma, ancor di più, mediatica. Quando l’Isis arrivò qui distrusse alcune delle rovine romane patrimonio dell’Unesco, oltre ad uccidere in maniera barbara l’archeologo Khaled al-Asaad. Ma forse, presto, potrebbe arrivare una perdita ancor più strategica e ancor più importante per lo Stato Islamico, quella di Mosul. Si parla di un altro fronte, distante chilometri da quello di Palmira. Ma ugualmente caldo, specie dopo che Baghdad ha annunciato di aver inviato in zona numerose truppe pronte per lanciare la loro offensiva. Per ora i mezzi iracheni sono ammassati a circa 80 chilometri dalla roccaforte del Califfato, e attendono di muoversi per la riconquista. Fondamentale, in questo, è il coordinamento e l’aiuto offerto dagli Stati Uniti e dalla coalizione internazionale da loro capeggiata. Ma pure i curdi sono pronti: «Nel caso dovesse fallire l’offensiva dell’esercito iracheno, siamo qui e siamo in stato di massima allerta per rispondere a possibili controffensive di Daesh. Non gli permetteremo di attaccare la nostra linea del fronte», ha detto il comandante dei peshmerga Najat Ali a La Stampa.

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