Un bellissimo racconto fotografico

Baci al mondo dalla Val Brembana Il viaggio di Kiss From The World

Baci al mondo dalla Val Brembana Il viaggio di Kiss From The World
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Photocredit © Domenico Pacifico e Giulia Alfarano/Kiss From The World.

 

Trasformare una passione in un lavoro. È il sogno di tanti, che diventa però realtà per pochi. Tra questi pochi ci sono Domenico Pacifico e Giulia Alfarano, fondatori del magazine online Kiss From The World, uno spazio virtuale interamente dedicato a meravigliosi viaggi in giro per il mondo. Nato nel 2007 come una sorta di diario personale di Domenico e Giulia, ha presto conquistato il mondo, arrivando a contare oggi ben 873 collaboratori. Il suo scopo? Raccontare luoghi e persone, incontri e itinerari, avventure e culture. Il tutto attraverso le parole e soprattutto le immagini che Domenico, Giulia e i tanti altri collaboratori realizzano nel loro peregrinare.

 

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[Domenico Pacifico e Giulia Alfarano di Kiss From The World]

 

Val Brembana, una terra che entusiasma. Una delle ultime tappe del viaggio per il globo terracqueo dei due fotoreporter è stata la Val Brembana. Domenico e Giulia si son fermati in questa bellissima terra incastonata tra le Orobie per tre giorni e hanno realizzato un fantastico reportage che sta conquistando la rete: dagli Stati Uniti al Giappone, dal Sud Africa alla Norvegia, dalla Georgia all’Australia, ci sono migliaia di lettori che stanno scoprendo questa (purtroppo) poco conosciuta valle lombarda. E per raccontare al meglio una realtà così chiusa, non solo geograficamente, ma allo stesso tempo così bella, Domenico e Giulia hanno scelto il punto di vista di chi la abita, raccontando le loro storie. È lo stile di Kiss From The World, un modo diverso di trasmettere le emozioni di un viaggio, dove sono i protagonisti stessi a raccontare in tempo reale la straordinaria normalità della loro esperienza, che fa vivere e rivivere arti e mestieri del passato. Domenico racconta: «La Val Brembana ci ha entusiasmato. Abbiamo incontrato chi, ogni giorno, con la forza delle braccia e la passione per il suo lavoro onora la propria terra tramandando in modo autentico e intatto ciò che ha di più caro: le origini».

 

Day 1

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Intitolato Valle Brembana: a land that forges body and soul (Val Brembana: terra che forgia anima e corpo), il reportage porta i lettori alla scoperta di questa terra attraverso oltre 250 foto, un bellissimo video e i racconti di Domenico e Giulia. Tre giorni e decine e decine di incontri. Un viaggio che ha avuto inizio a Clanezzo, villaggio medievale punto d'incontro di tre valli (Brembana, Brembilla e Imagna) e di due corsi d'acqua (il torrente Imagna e il fiume Brembo). Proprio su uno di essi, il Brembo, sorge lo storico "Put che Bala", ponte che balla, che unisce le due rive del fiume sin dal 1878. Dal nome è facilmente intuibile che la stabilità non è il punto forte di questa storica e affascinante struttura... Poco più avanti, seguendo il corso del fiume, si può trovare il maestoso Ponte di Attone, meraviglia architettonica di un tempo che fu. La bellezza e il mistero di questo luogo ha, nei secoli, stimolato la nascita di molte leggende che la gente del posto narra ancora con grande trasporto. Ma a stupire Domenico e Giulia sono stati soprattutto i paesaggi stupefacenti che sa regalare la Val Brembana. Uno di questi è sicuramente l'Orrido della Val Taleggio, una gola lunga circa 3 chilometri e scavata dal torrente Enna. Questo incantevole luogo è attraversato da una strada che permette, viaggiando, di osservare quanto la natura può essere fantasiosa nelle sue creazioni. Risalendo il torrente Enna si raggiunge il Comune di Vedeseta, antico centro abitato circondato da boschi da cui partono numerosi sentieri mappati dal CAI. Percorrerli, come hanno fatto i due fondatori di Kiss From The World, significa abbandonarsi totalmente alla natura.

È durante questo viaggio nei boschi che Domenico e Giulia raccontano del loro incontro con Guglielmo, classe '31 e residente a Regetto, frazione di Vedeseta di appena 30 anime. Guglielmo è un bergamì, un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla sua terra e alle sue mucche. Quest'arzillo 70enne racconta ai due fotoreporter la sua vita, fatta di fatica e natura. Ricorda anche la prima volta che andò a Bergamo: «Ci andai per la visita del militare. Fu la prima volta che mangiai una banana. Non mi piacque molto, ma un mio amico mi disse che l'avevo mangiata con la buccia». Dopo una bella chiacchierata, Guglielmo decide di accompagnare Domenico e Giulia dai suoi quattro figli, che di lavoro fanno il formaggio. Era solo questione di tempo perché i due fotoreporter facessero conoscenza con uno dei protagonisti assoluti della Val Brembana: lo Strachitunt. Il primo giorno di viaggio di Domenico e Giulia si chiude con una perla del bergamì: «Spesso mi dicono che ho scelto una vita di sacrifici. Io rispondo che se hai scelto la vita che ti piace, non hai fatto un sacrificio».

 

Day 2

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Il secondo giorno, Kiss From The World ha incontrato Amerigo e Adriano, padre e figlio. Ed è grazie a loro che Domenico e Giulia scoprono un'altra grande ricchezza della Val Brembana: i giacimenti di Siderite, ovvero il carbonato di ferro. Per circa un secolo l'attività estrattiva del ferro è stato uno dei principali volani economici della valle, dando lavoro a moltissimi abitanti del posto. Ancora oggi, in particolare nella zona di Zorzone, è possibile visitare delle vecchie miniere. E ancora oggi c'è chi fa del ferro la propria principale attività. Come Michele e Roberto Carminati, fratelli e fabbri artigiani in quel di Rosolo. Domenico e Giulia raccontano, con trasporto e ammirazione, il lavoro, faticoso e artistico, dei fratelli Carminati, estasiati dall'abilità di abbinare una tecnica forgiata su anni e anni di esperienza con la loro creatività. L'incontro con questi custodi di un'arte tanto antica non poteva che portare i due fotoreporter alla scoperta di un altro scrigno di storie della Val Brembana: il borgo di Cornello dei Tasso. Seguendo l'antica via via Mercatorum, Domenico e Giulia raggiungono Oneta, dove incontrano Franco Moretti, proprietario e chef della Taverna di Arlecchino, che racconta loro la storia della famosa maschera bergamasca e li inizia alla meraviglia dei sapori della nostra terra offrendo loro un bel piatto di casoncelli alla bergamasca e di gnocchetti allo Strachitunt e tartufo nero (quanta invidia!).

Ma Arlecchino non è l'unica maschera orobica. Come dimenticare Gioppino e Brighella? A presentarli ai due fotoreporter sono Sergio e Rossana, moglie e marito e creatori (oltre che "attori") di burattini in quel di San Pellegrino Terme. I due hanno anche una compagnia teatrale, dove i burattini sono chiaramente protagonisti assoluti. Si chiama "Il Riccio" ed è attiva da inizio anni 2000.

 

Day 3

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Dopo tanti incontri e racconti, il viaggio di Domenico e Giulia torna là dove era iniziato: nella natura. Precisamente al Passo San Marco, il più alto passo stradale della provincia di Bergamo che collega la Val Brembana alla Valtellina. «Il buio è totale, il cielo stellato è infinito - scrivono i fotoreporter -. Il nostro sguardo è rivolto a Sud-Est perché è esattamente da lì che oggi sorgerà il sole. Ad un tratto, da dietro le montagne, ecco spuntare una tenue luce rossastra che inizia ad illuminare l’atmosfera tingendola di blu. I contrasti dei colori sono bellissimi, si va da un leggero rossastro, al blu, al nero. Tutto questo è accompagnato dal profilo delle Orobie». Proprio al Passo San Marco si trova uno dei più antichi rifugi delle Alpi: il Cà San Marco, un edificio in pietra costruito nel 1593 e che anticamente ospitava i mercanti. E sempre nei pressi del passo alpino si trova un altro luogo magico, quello che Domenico e Giulia nel loro reportage definiscono «il giardino segreto di Soluna», un'azienda agricola situata a Redivo, sopra Averara, e di cui Gianfranco Goglio è responsabile e chimico. Goglio racconta: «Sono 28 anni che raccolgo centinaia di erbe, da febbraio ad ottobre, per poi trasformarle in rimedi e cosmetici. Sono stato fortunato ad essere nato e a vivere in Val Brembana. Fin da piccolo seguivo i miei nonni e i miei genitori nei boschi e nei prati. Era un mondo meraviglioso che mi si apriva, ogni stagione portava con sé nuove scoperte, conoscevo nuove piante e incontravo tanti animali, raccoglievo noci, nocciole, funghi e frutti di ogni tipo, mirtilli, more, lamponi, mele, ciliegie, pere. Mi ricordo anche che aiutavo i miei nonni e i mie genitori nella preparazione degli orti». Il reportage racconta i segreti (ma non tutti) di Gianfranco, il suo amore per la sua terra e la natura di questa, la ricchezza che nasconde nella sua piante e nei suoi frutti.

A Branzi, invece, è Gustavo Midali a raccontare la secolare storia della sua famiglia e dell'azienda di famiglia, che gestisce una cava di ardesia sin dal Seicento. Un lavoro tanto antico quanto importante per il territorio. Lo dimostra il nascosto ma bellissimo borgo di Pagliari, frazione di Carona, interamente realizzato in pietra e, per l'appunto, ardesia. Pagliari si trova nella radura più a Nord della Val Brembana, in una posizione risultata strategica sia nel passato che nel presente. Ai confini tra la Val Brembana e la Valtellina, Pagliari è epicentro di una fitta rete di sentieri e tracciati che mettono in comunicazione le due valli. Era l’ultimo avamposto dove potersi riposare e rifocillarsi prima di intraprendere l’ardua attraversata delle Alpi Orobie. Questo fantastico borgo, dopo esser stato abbandonato nel secondo dopo guerra, sta lentamente tornando alla vita grazie a pochi ma coraggiosi uomini: molte case sono state ristrutturate e, data la sua posizione strategica, Pagliari è diventato un punto di riferimento per il turismo escursionistico delle Orobie. Il viaggio di Domenico e Giulia si conclude alla non lontana diga Fregabolgia, dove si fermano ad ammirare il Pizzo del Diavolo, il monte da dove nasce il fiume Brembo. L'intero reportage lo potete vivere, leggere e "guardare" QUI.

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