Da Mosè a...

I grandi timidi della storia

I grandi timidi della storia
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In copertina, Glenn Gould.

 

C’è chi addirittura la ritiene una strategia evolutiva, che risale addirittura all’homo sapiens e alla sua necessità di sopravvivere al freddo nelle regioni del Nord Europa. Sta di fatto che, nella storia, la timidezza è un tratto comune a moltissimi personaggi famosi, da Albert Einstein, che aveva un sempre crescente bisogno di solitudine, ad Alessandro Manzoni, passando per Ludwig Van Beethoven, Winston Churchill e moltissimi altri. Ciascuno, a suo modo, è stato un timido: c’è chi era impacciato, chi sociofobico, chi introverso, chi solo imbarazzato. E nel novero dei timidi figura anche Mosè, sofferente, stando alle sacre scritture, di balbuzie.

 

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Interesse massmediatico. La classifica dei timidi più famosi nella storia l’ha stilata la rivista Focus, che scava indietro nei secoli fino ad arrivare al tempo dei grandi filosofi ellenistici. Per dare un parere scientifico si è avvalsa dell’opinione di Nicola Ghezzani, psicologo e autore, qualche anno fa, di A viso aperto. Capire e gestire timidezza, fobia sociale e introversione. Ma di timidezza si sono occupati nel tempo i più autorevoli giornali del mondo, per cercare di mostrare i lati positivi di guance rosse, mani sudate, salivazione azzerata, tremori e cuore impazzito. Lo ha fatto addirittura il Times, che nel 2012 dedicò un’intera copertina a questo fattore emotivo, intitolando il numero in edicola Il potere della timidezza e spiegando che tutti i grandi leader hanno una componente timida che guida le loro scelte.

Pochi ma buoni. Inoltre, se è vero che le persone introverse hanno meno amici di chi è espansivo e socievole, è altrettanto vero che queste poche relazioni sono più autentiche, profonde e gratificanti. Insomma, pochi amici ma buoni. Probabilmente perché l’introversione determina una maggior cautela nello scegliersi le persone di cui fidarsi e una maggiore propensione all’ascolto. Di qui il passo verso scelte più ponderate, da vero leader, è breve. Inoltre i veri leader, quelli che rifuggono dall’essere amici dei propri collaboratori, si circondano di gente più capace, di carattere, e non di persone servili che attendono input dall’alto prima di agire.

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Esopo.

Cicerone
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Cicerone.

03 Rousseau
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Rousseau.

04 Alessandro Manzoni
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Manzoni.

Poeti, filosofi e scrittori. Ma, tornando all’elenco dei grandi timidi della storia, Focus annovera Socrate, che esprimeva il disagio sociale in un eloquio poco fluido, ed Esopo, che si dedicava alla scrittura delle favole pur di scansare ogni relazione sociale. Del resto la sua era una precisa forma di difesa, dato che la scarsa avvenenza del suo aspetto fisico gli riservava solo battute di dubbio gusto da parte dei suoi interlocutori. Al contrario, il celeberrimo Marco Tullio Cicerone reagì a una gioventù da timido e impacciato diventando uno tra i più acclamati oratori che la storia abbia regalato all’umanità. Timido era anche Jean Jaques Rosseau, che riteneva la civiltà la madre di tutti i mali, preferendole la natura, e per questo morì quasi in completo isolamento. E timido era anche Alessandro Manzoni, affetto da balbuzie, che di se stesso diceva di amare rimanere «lontano da qualsivoglia occasione di linguaggio». Poi scrisse I Promessi Sposi.

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Luigi XVI

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Lincoln.

07 Churchill da giovane
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Churchill da giovane.

08 Churchill
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Churchill.

Politici. Ma la timidezza, nella storia, è stata un tratto comune anche a molti politici. Lo era per re Luigi XVI, marito di Maria Antonietta, del quale si dice fosse impacciato soprattutto sotto le lenzuola, al punto che per sette anni il matrimonio non venne consumato. Ma la sua introversione si manifestava anche nei rapporti sociali e di corte, dato che ai ricevimenti preferiva le battute di caccia. In epoca più recente illustri timidi furono Abraham Lincoln, descritto come sociofobico e spesso in preda a crisi di ansia, e Winston Churchill. Quest’ultimo, però, fu un timido solo fino a 14 anni, quando, stanco di essere preso in giro dai compagni di scuola, decise di lavorare su se stesso per vincere le sue paure, ottenendo risultati a dir poco eccellenti.

Artisti. È soprattutto nel campo della musica che gli artisti affetti da timidezza si sono potuti esprimere al meglio della loro capacità. Fu così per Ludwig Van Beethoven, che grazie alla sua introversione viveva solo di musica e di passeggiate nei boschi. E lo stesso fu, in epoca recente, per il canadese Glenn Gould, annoverato tra i più grandi pianisti mai vissuti, che addirittura era sociofobico e per questo si chiuse in sala di registrazione e smise di esibirsi in concerti per gli ultimi 20 anni della sua vita. Pare però che nel caso di Gould la situazione fosse un po’ più seria e l’artista soffrisse della sindrome di Asperger, una forma di disordine dello sviluppo associato all'autismo, che tuttavia regala uno straordinario talento artistico.

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Beethoven.

10 Gould
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Gould.

11 Gandhi da giovane
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Gandhi da giovane.

12 Gandhi
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Persino Gandhi. Nell’elenco dei grandi della storia timidi figura anche il Mahatma Gandhi. E, se da bambino la timidezza era per lui un ostacolo al punto da renderlo ancora più timido, col tempo Gandhi riconobbe: «La fatica che faccio a esprimermi (...) mi ha insegnato a pesare le parole (...). La mia timidezza mi è servita da scudo e da difesa». Superò in parte lo scoglio in Sudafrica, quando iniziò a difendere i diritti degli immigrati indiani. Cambiò se stesso per cambiare il mondo, ma la riservatezza e il silenzio accompagnarono tutta la vita del Mahatma, soprattutto perché Gandhi aveva la consapevolezza del grande compito che doveva svolgere. Probabilmente, se fosse stato estroverso non sarebbe riuscito a portare a termine le sue straordinarie imprese.

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