Un'icona immortale

Gloriosa storia dei Ray-Ban

Gloriosa storia dei Ray-Ban
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A volte ci sono oggetti, idee o invenzioni che arrivano quasi a trascendere l’utilizzo per il quale sono stati ideati, diventando così icone e status symbol. Si può trattare di automobili, orologi, vestiti e perfino occhiali. E proprio in questa ultima categoria ricade il marchio Ray Ban, probabilmente il brand più famoso nel mondo degli occhiali da sole e da vista, diventato ormai un punto di riferimento per quanto riguarda moda e stile.

Chi li inventò (per gli aviatori) e perché. Eppure, non tutti sanno che questi occhiali, nelle loro moltissime declinazioni, sono nati in un contesto molto specifico, ossia quello aeronautico. Si racconta, infatti, che il primo modello a goccia sia nato su richiesta del Luogotenente Generale John MacCready, un aviatore statunitense che soffriva di problemi alla vista dopo una lunga traversata dell’atlantico a causa di una non adeguata protezione contro i raggi solari.

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La sfida di creare occhiali adatti a questo scopo fu raccolta dalla Bausch & Lomb, un’azienda americana produttrice di lenti che, dopo diversi anni di lavoro, diede vita nel 1937 al prototipo Ray Ban Anti-glare (letteralmente “che bandisce i raggi solari” e “anti riflesso”) il cui tipico design a goccia rispondeva alle particolari esigenze degli aviatori impegnati ad alta quota, i quali necessitavano di una copertura completa dell’orbita oculare. Fu così che nacque il modello classico della Ray Ban, chiamato per l’appunto Aviator, che divenne uno standard per tutti i piloti statunitensi durante la seconda guerra mondiale e fu reso ancor più celebre grazie al Generale Douglas MacArthur, spesso ritratto sul fronte bellico proprio con i classici Aviator.

Il modello per i cacciatori. Nonostante la sua nascita in ambiente aeronautico, Ray Ban iniziò a studiare occhiali adatti anche per un utilizzo diverso, tra cui il famosissimo modello Shooter (ossia “tiratore”), caratterizzato da lenti particolari adatte a mettere a fuoco i dettagli anche in situazioni di scarsa visibilità, come quelle in cui spesso agiscono i cacciatori. L’attenzione ai dettagli di Ray Ban è, anche in questo caso, eccezionale: tra le due lenti di questo modello si trova un piccolo cerchio di metallo, pensato come “portasigaretta”, in modo che il cacciatore possa contare su entrambe le mani per sparare con precisione e tranquillità. Eppure, il legame di Ray Ban con il volo è tale che si racconta di come gli elicotteristi del Vietnam apprezzassero questo modello proprio per l’opportunità di poter fumare in volo senza correre troppi rischi.

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La consacrazione di Hollywood. Con il passare degli anni e la fine del secondo conflitto mondiale, il marchio Ray Ban entrò così profondamente nell’immaginario collettivo che finì per uscire dai suoi confini naturali e divenne molto desiderato anche in ambito civile, per il suo stile e la sua qualità. A questo processo partecipò enormemente il boom degli anni Cinquanta di Hollywood, dove le star amavano indossare Ray Ban. I casi più famosi sono sicuramente James Dean in Gioventù Bruciata e Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany che finirono per consacrali a vero e proprio oggetto di culto.

Brand di tendenza. Da quel momento, la leggenda dei Ray Ban non si è più fermata e ha cavalcato decenni di cambiamenti in maniera agile e creativa. Innanzitutto, il suo legame con il cinema non è mai venuto meno, e i Ray Ban hanno vestito nel corso degli anni star del calibro di Clint Eastwood, Tom Cruise, Johnny Depp, Jack Nicholson, i Blues Brothers e molti altri ancora. Anche il mondo della musica è stato travolto dal ciclone Ray Ban, tanto che Michael Jackson ha calzato costantemente questi occhiali nelle sue apparizioni dal 1983 al 2009. Al tempo stesso, l’azienda si è dedicata al mondo dello sport e dei viaggi, creando lenti per le più disparate esigenze, dalla protezione contro i riflessi causati dalla neve, fino a quelle contro il vento.

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L'era Luxottica. Alle soglie degli anni Duemila, il marchio andò incontro a un grande cambiamento: fu acquistato dall’italianissima Luxottica, che aprì per Ray Ban un’era del tutto nuova. Grazie alla sua forza e alla sua stabilità (si tratta della più grande azienda al mondo nella produzione di lenti e montature per occhiali), Luxottica è riuscita a donare a Ray Ban la capacità di mantenere le sue forme tradizionali ma al tempo stesso di aprirsi a nuove innovazioni: non solo si è vista la nascita di una collezione per bambini, ma il marchio ha dedicato un’attenzione sempre maggiore al pubblico e al suo coinvolgimento, cavalcando abilmente le trasformazioni dell’era social.

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