Due profili molto diversi

Virginia Raggi e Chiara Appendino Ritratto delle golden ladies del M5S

Virginia Raggi e Chiara Appendino Ritratto delle golden ladies del M5S
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Una, sostanzialmente, era sindaco già da un paio di settimane, l'altra invece è stata la sorpresa più incredibile di questa tornata elettorale: Virginia Raggi e Chiara Appendino, nuovi primi cittadini di Roma e Torino, sono state le protagoniste assolute dei primi, veri successi del M5S dalle elezioni politiche del 2013 a questa parte. Giovani, donne, dal cursus honorum più o meno intonso: caratteristiche che sembrano piacere parecchio ai (pochissimi) italiani che in queste amministrative hanno voluto dire la loro di fronte alle urne. Eppure, due profili molto diversi, per estrazione sociale, formazione e rapporto con il Movimento, probabilmente perfettamente tarati alle esigenze degli elettorati di due città tanto diverse come Roma e Torino.

 

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Virginia, l'intransigente un po' radical che si è presa Roma dal basso. Già consigliere comunale durante il mandato di Ignazio Marino, Virginia Raggi è laureata in giurisprudenza, e fino a ieri lavorava nel reparto di diritto civile dello studio legale Sammarco di Roma, quello che ebbe diversi clienti illustri fra i quali Berlusconi, Previti e Dell’Utri, cosa che ad inizio campagna elettorale le creò qualche grattacapo, perlopiù mediatico. Classe 1978, sposata (ora separata) e con un figlio di 7 anni, la Raggi scoprì la galassia grillina grazie al marito, nel 2011. Fin dagli anni dell'università si è sempre impegnata in vari campi del sociale: volontariato nei canili municipali, distribuzione di prodotti equo-solidali, e via dicendo. Dal 2011, dunque, ha iniziato a far parte del M5S, prima come semplice attivista impegnata in banchetti in giro per le piazze romane, poi in collaborazione con i Comitati di quartiere, e infine in qualità di consigliere comunale, carica che ha ricoperto dal 2013 dopo aver ottenuto 1.525 preferenze alla penultima tornata amministrativa della Capitale.

Le radici elettorali della Raggi, dunque, affondano in particolare nel tessuto cittadino più vicino agli ambienti sociali e assistenziali: collaborazione con la Asl di Civitavecchia, canili ed equo-solidale di cui si è detto, rapporti con associazioni come l'Ex Lavanderia e supporto ad occupazioni solidali di luoghi come l'ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà. È da questi ambienti che la Raggi ha raccolto i voti, oltre a quelli del M5S, per prendersi il Campidoglio. Virginia è inoltre un profilo particolarmente apprezzato nel mondo grillino per la sua assoluta devozione all'ortodossia più intransigente del credo pentastellato: fiera sostenitrice delle proposte politiche più tipiche, come il reddito di cittadinanza, orgogliosa firmataria del decalogo stilato ad inizio campagna elettorale e proposto dai vertici a tutti i candidati, ha un nemico politico giurato, quel Pd che ha strapazzato ai ballottaggi con la perentorietà di una percentuale di consenso che punto più punto meno doppia quella del dem Giachetti. Ora a lei il compito in assoluto più complicato dell'intero panorama comunale italiano: rimettere in piedi Roma. Auguri.

 

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Chiara, la ribelle da salotti buoni che si è presa Torino dall'alto. Tutt'altra vicenda invece quella di Chiara Appendino, che ad appena 31 anni è il nuovo sindaco di Torino. Laureata in Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, prima di cominciare a far politica ha lavorato alla Juventus, nel ramo della pianificazione finanziaria. Nel 2011 è stata eletta in consiglio comunale, dove, si dice, si è fatta particolarmente apprezzare, anche dalle controparti politiche. La Appendino, al contrario della collega romana, è da sempre frequentatrice dei migliori salotti di Torino: il padre è in stretti rapporti professionali con il presidente di Confindustria Piemonte, e fin dall'inizio della propria carriera Chiara ha avuto modo di conoscere e di entrare in rapporto con il variegato e influente tessuto imprenditoriale della città della Mole.

È da questi ambienti che è arrivato il principale sostegno alla candidatura a sindaco, per quanto la Appendino sia vicina anche a realtà del tutto opposte, su tutte quella dei No Tav: rispetto al treno ad alta velocità, infatti, ha già fatto sapere di essere decisamente contraria. Proprio da una storica militante No Tav piemontese, Laura Castelli, Chiara ricevette il primo, mediatico endorsement al momento della candidatura ufficiale. Per quanto riguarda i rapporti con il M5S, la Appendino ha sempre preferito, tendenzialmente, farsi gli affari propri, da un certo punto di vista: non ha firmato il decalogo per i candidati alle amministrative, non si interessa minimamente delle questioni nazionali del suo partito, preferendo occuparsi esclusivamente della realtà torinese. Toni sempre pacati ma spiccata determinazione, nemmeno il compito della Appendino sarà semplice: dimostrare ai suoi concittadini che aver mandato a casa un sindaco comunque molto apprezzato in favore di una trentenne non è stata una pura follia. Auguri pure a lei.

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