Che ci faceva Christo a Crespi

Credevamo che l'esperienza italiana di Christo si fosse conclusa il 3 luglio, giorno in cui sulle sponde del lago d'Iseo s'è conclusa la meravigliosa avventura di The Floating Piers. 16 giorni incredibili nei quali un milione e mezzo di persone hanno raggiunto Sulzano per poter camminare sulle acque del Sebino grazie alla passerella galleggiante giallo dalia ideata e realizzata dall'artista bulgaro-newyorkese. Invece pare proprio che l'amore dell'Italia per Christo sia assolutamente ricambiato. Dopo che, nei giorni scorsi, la Pro Loco del piccolo paesino friulano di Avasinis ha reso noto di aver scritto una lettera all'artista proponendogli le loro montagne come palcoscenico di una sua nuova opera e invitandolo in agosto a visitare il loro centro abitato, giovedì 14 luglio l'eccentrica chioma candida di Christo s'è palesata in quel di Crespi d'Adda, al fianco di Antonio Percassi e l'architetto Mauro Piantelli.
La promessa di un incontro. Com'è oramai noto, infatti, la holding Odissea Srl di Percassi è diventata proprietaria dell'ex cotonificio attorno a cui è nato il villaggio industriale eletto patrimonio dell'umanità Unesco. Lì il patron dell'Atalanta sogna di dare vita al centro operativo del suo intero gruppo, ma le trattative con il Comune di Capriate San Gervasio vanno a rilento. Ciò non toglie che Percassi sogni in grande. E proprio in questa ottica di rendere Crespi un luogo dall'attrattiva internazionale (oltre che epicentro amministrativo del proprio impero), qualche settimana fa aveva invitato Christo a visitare il posto. I due si erano incontrati quando The Floating Piers era ancora in fase di preparazione e l'artista aveva dato piena disponibilità a incontrare l'imprenditore a Crespi. Ma soltanto a passerella finita. L'occasione avrebbe potuto essere la 24esima Conferenza generale dell’ICOM (International Council of Museums), l’associazione mondiale dei musei e dei professionisti museali creata nell’ambito di UNESCO nel 1946 e che oggi conta 36mila membri e 174 comitati nazionali e internazionali. Tenutasi a Milano tra il 4 e il 9 luglio, proprio Christo è stato uno degli ospiti della conferenza. Ma gli impegni delle parti hanno costretto entrambi a rimandare nuovamente l'appuntamento.







Una foto storica dell'ex cotonificio di Crespi.

Il progetto della nuova galleria espositiva all'ex cotonificio.
Il futuro di Crespi. E così l'incontro tra l'artista e Percassi è stato rimandato fino, appunto, al 14 luglio, ultimo giorno di permanenza in Italia di Christo. Insieme ai due, c'era anche Mauro Piantelli, architetto e progettista, insieme a Tobia Scarpa, del recupero della ex fabbrica. Percassi ha accompagnato Christo in un giro esplorativo del villaggio, durante il quale gli ha raccontato la storia di questo luogo e il motivo per cui è riuscito ad ottenere la qualifica di patrimonio dell'umanità. Ma ad affascinare l'artista, alla fine, è stato l'edificio principe di tutta Crespi: quella ex fabbrica che Percassi sogna di far tornare a vivere. Christo, ammaliato dagli spazi, dalle luci e dalla caratteristiche della struttura, ha voluto sapere cosa preveda specificatamente il progetto di rinascita. A rispondere è stato Piantelli: «L'idea è portare qui le sedi delle attività del gruppo, ma vorremmo che diventasse anche un campus polifunzionale, con centri di ricerca e per conferenze, start-up, la sede della Fondazione Percassi Family, un museo e una galleria espositiva nell'ex centrale di condizionamento dell'edificio».
Lo stupore negli occhi dell'artista. Christo sembrava davvero stupito dalla potenzialità di quello spazio. I suoi occhi si muovevano, rapidi e curiosi, da un angolo all'altro. Non c'è da stupirsi: l'occhio dell'artista vede cose che tutti gli altri non possono vedere. Lui, ad esempio, a Crespi ha visto il fascino dell'archeologia industriale e tutto il potenziale di un'architettura storicamente recente, ma comunque ormai passata. Per un artista che, per realizzare le proprie opere, si "appoggia" sul paesaggio, è stata quasi una illuminazione vedere, toccare con mano come, invece, in passato un solo edificio potesse invece plasmare un paesaggio a sua immagine e somiglianza. A Crespi, infatti, tutto è una conseguenza dell'ex cotonificio: il villaggio, le casette degli operai, ma anche il corso del fiume, appositamente deviato secondo le necessità della fabbrica. Un incontro-scontro di approcci al mondo certamente non banale. Così come non banale è stato il motivo per cui Percassi ha fortemente voluto che Christo visitasse questo posto. Vedendo il modo di lavorare dell'artista, infatti, l'imprenditore s'è reso conto che, seppur in modi completamente diversi, tra loro c'era una visione comune: quella dell'arte come mezzo di rigenerazione di spazi e luoghi. Non è un caso, infatti, che nel progetto della "nuova Crespi" l'arte giochi un ruolo fondamentale.
La domanda sorge ora spontanea: possibile che Christo elegga il villaggio industriale come location di una sua prossima opera? L'ipotesi è affascinante, ma di difficile realizzazione. Christo è un artista internazionale la cui arte si basa su un principio cardine: tutto dev'essere accessibile a tutti, senza limiti o vincoli. Mentre, in questo caso, si sta parlando di uno spazio privato. Non è però folle immaginare che, in futuro, magari a lavori finiti, Christo possa presenziare ad eventi e iniziative. Del resto è stato lui stesso a sussurrare, una volta entrato nell'enorme ex capannone, «sarebbe una fantastica area espositiva....».