L'esclusiva della Gazzetta dello Sport

Champions League, si cambia tutto dal 2018 si entra per "meriti storici"

Champions League, si cambia tutto dal 2018 si entra per "meriti storici"
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I grandi club di calcio, alla fine, sono riusciti a spuntarla. O meglio, sono riusciti ad incanalare la situazione sui binari a loro più graditi, in attesa di arrivare alla stazione più agognata, la famosa Super Lega di cui si parla da diverso tempo. Troppo presto per pensare di poter davvero realizzarla, nel frattempo ci si dovrà accontentare della nuova formula della Champions League, che prenderà ufficialmente il via a partire dalla stagione 2018/2019. Si tratterà di un torneo analogo nella struttura, ma con nuove regole per quanto riguarda la selezione dei club partecipanti, con una robusta spinta a tante squadre tradizionalmente di primo piano ma che negli ultimi anni hanno mostrato parecchi problemi a qualificarsi alla massima competizione europea (in Italia ne sappiamo decisamente qualcosa). Attenzione, però, a credere che l'intento sia dar lustro a blasoni storici: dietro, naturalmente, si cela una questione di guadagni.

 

Champions-League-trofeo

 

Verso dove si è andati e dove si vuol tornare. Come noto, la Champions League è nata nel 1992, come evoluzione della tradizionale Coppa dei Campioni. La differenza rispetto a prima, fondamentalmente, riguardava l'allargamento della possibilità di accesso alla competizione: mentre fino a quel momento solo le squadre vincitrici dei rispettivi campionati nazionali potevano giocarsi la coppa dalle grandi orecchie, dal '92 in poi anche le seconde, terze e persino quarte classificate avrebbero potuto essere della partita. Il ragionamento sottostante era semplice: il torneo continentale dello sport più popolare al mondo non poteva essere riservato solamente ad una manciata di squadre. Un'espansione che, naturalmente, oltre che da un punto di vista sportivo aveva un suo perché anche dal punto di vista economico: più sono i club partecipanti, e soprattutto le nazioni coinvolte, e più sono i soldi che avranno modo di circolare. L'idea fu geniale, e la Champions League divenne un evento sportivo senza eguali al mondo. Ma, con il passare degli anni, l'esasperazione di alcuni principi, quali appunto l'ampliamento a sempre più Paesi e squadre diverse, ha portato, grazie anche a periodi non particolarmente floridi di alcuni dei club più importanti, alla sempre più frequente mancata partecipazione di molte squadre che per bacino di tifosi e appeal rappresenterebbero una calamita straordinaria di guadagno per le casse della Uefa, l'ente organizzatore della Champions League. Unendo, dunque, gli interessi della Uefa e quelli dei club che vorrebbero la partecipazione assicurata alla competizione in forza della propria tradizione, ecco che ne è nata la riforma che prenderà il via fra due anni.

 

Real Madrid v Club Atletico de Madrid - UEFA Champions League Final

 

Conterà soprattutto il “merito storico”. La Gazzetta dello Sport, con una notevole esclusiva, è riuscita a carpire e diffondere alcune delle regole della nuova Champions League che, come detto, cambierà soprattutto per quanto riguarda i criteri di accesso. Tanto per cominciare, le 4 principali nazioni calcistiche europee (Italia, Inghilterra, Spagna e Germania) avranno 4 posti assicurati, a prescindere dalla loro posizione del celebre ranking; i primi tre verranno assegnati in base al posizionamento finale nel campionato d'origine, il quarto invece sulla base del cosiddetto “merito storico”. Per esempio: per l'anno che arriva, si qualificherebbero Juventus, Napoli e Roma in quanto prima, seconda e terza classificata, e con ogni probabilità anche il Milan (benché sia arrivato settimo), in quanto più importante squadra, a livello di palmarès e blasone europeo, fra quelle non qualificatesi. Alle federazioni medie (Francia, Portogallo e Russia) andranno 2 posti assicurati per ciascuna, altri 4-5 posti per i campioni delle nazioni che seguono nel ranking (oggi sarebbero Ucraina, Belgio, Olanda, Turchia e Svizzera), e 5-6 posti da assegnare attraverso i consueti preliminari (ai quali parteciperebbero una cinquantina di club). Una volta definitiva la composizione finale, la Champions League poi si svilupperebbe come da tradizione, con 32 squadre suddivise in 8 raggruppamenti e conseguenti scontri dentro-o-fuori a partire dagli ottavi di finale. Al fine di rendere ufficiale la riforma sarà necessario attendere l'elezione del nuovo presidente della Uefa, cosa che avverrà il prossimo 14 settembre, ma sulla nuova Champions League, ormai, non ci sono praticamente più dubbi.

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