Ma i single sono più felici sì o no? (Gli studi scientifici sulla questione)

Le statistiche del 2015 su Bergamo rivelano che ben il 45 percento delle famiglie è di tipo unipersonale, modo forbito per dire che, delle 57.293 unità famigliari bergamasche, 25.645 sono composte da single. Ci sono i single speranzosi che bramano l’Amore con la lettera maiuscola, o i cosiddetti single per scelta, tra cui coloro che si sentono completi da soli e quelli che, per l’età o per i figli, non vogliono cambiare di nuovo le loro abitudini per un partner, prediligendo la sicura e tranquilla vita da nubili e celibi. I motivi per restare single? Innumerevoli e innumerabili, dai più banali – evitare la depilazione; dedicare ore alle maratone di serie tv, stagione dopo stagione, mangiando patatine sul divano; piangere in libertà guardando C’è posta per te – ai più seri – non dover rendere conto a nessuno dei tuoi incontri; poter prendere tempo per la carriera; essere egoisti senza rimorsi. Adesso anche la scienza ci illumina: è più gratificante essere single o un compagno di vita può migliorare le nostre giornate?
I single sono più in forma. Da uno studio della ricercatrice Yuthika Girme dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda, una vita in solitudine è sicuramente più soddisfacente e felice per coloro che tendono a litigare spesso con il partner o sono soliti primeggiare. In Italia, qualche anno fa, il comico Dario Cassini definiva il matrimonio «l’arte di risolvere in due i problemi che da solo non avresti».
Dall'altra parte, invece, uno studio del New York University Lagone Medical Center sostiene che avere una relazione stabile sia manna per il cuore, non solo emotivamente, ma soprattutto per prevenire i disturbi cardiovascolari, e parrebbe infatti che gli accasati rischino il 5 percento in meno dei single di contrarre tali patologie. Non esiste una chiara spiegazione al fenomeno: i ricercatori ritengono dipenda dal supporto affettivo e psicologico della coppia, grazie al quale la pressione cardiaca si manterrebbe più bassa e più stabile. Entra però in gioco una prerogativa fondamentale: per un cuore sano, la storia d’amore deve essere serena. Comunque, pur non avendo il vantaggio del mutuo supporto d’amore, i single hanno a disposizione più tempo per rinforzare il cuore con lo sport. Il Dipartimento di Salute Pubblica inglese ha stabilito 150 minuti a settimana di attività fisica come tetto minimo per poter essere in salute, ma solo il 27 percento degli adulti segue le direttive, mentre coloro che falliscono sono per il 76 percento uomini e il 63 percento donne, in entrambi i casi sposati o conviventi, mentre la percentuale dei fallimenti tra i single è soltanto del 23 per gli uomini e del 33 per le donne.
L’Università svizzera di Basilea, con la collaborazione del Max Plank Institute for Human Development di Berlino e dell’Università di Norimberga in Germania, ha effettuato una ricerca in nove Stati europei, tra cui l’Italia, dimostrando che gli sposati e le coppie conviventi tendono ad avere un peso maggiore rispetto ai single, ma che, mediamente, l’aumento si concretizza in un paio di chili in più. I ricercatori della Southern Methodist University di Dallas hanno rilevato che solo le coppie felici tendono a ingrassare, ma ben più di due trascurabili chili, e, addirittura, l’Università del North Carolina sostiene che gli accoppiati abbiano il doppio delle probabilità di essere in sovrappeso, se confrontati con la popolazione generale: una differenza dovuta al continente o semplicemente una casualità statistica che, in definitiva, non conclude nulla di certo?
I single sono più felici? L’argomento ha appassionato anche il 124esimo convegno annuale dell’American Psychological Association, appena conclusosi a Denver negli USA il 7 agosto. La dottoressa Bella De Paulo dell’Università di Santa Barbara, specialista nelle Scienze Sociali, ha presentato una ricerca che ha sbaragliato definitivamente ben 814 studi precedenti secondo i quali il single risponde allo stereotipo della persona sola e triste. È stato infatti dimostrato che i single sono felici grazie a più tempo da dedicare alle relazioni interpersonali, alla carriera, a se stessi: sono, dice la De Paulo, self-sufficient e, qualora si dovesse presentare la cosiddetta ‘anima gemella’, sarà solo un plus-valore alla loro vita già realizzata e densa. La ricercatrice ha anche sottolineato che questo lavoro non mira a svalutare la vita matrimoniale o a promuovere la condizione di single, cerca altresì di dimostrare che ogni percorso di vita ha le sue soddisfazioni, seppur diverse.
Ciò che conta davvero. Insomma, ciò che davvero condiziona lo stato di salute e la condizione mentale di ogni persona sembra essere un fattore imprescindibile, scientificamente chiamato “felicità”: che voi siate sposati, single, conviventi o separati, che troviate 150 minuti per lo sport o che preferiate utilizzarli per delle copiose grigliate con gli amici, che voi facciate parte della percentuale di americani o di quella di bergamaschi single, l’importante è che ciò che siete e fate vi renda realizzati e felici.