Gli esperimenti in laboratorio

Perché gli uomini fanno la corte? A quanto pare c'entra un neurone

Perché gli uomini fanno la corte? A quanto pare c'entra un neurone
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I maschi hanno fiuto. E non per gli affari, ma per le femmine. Uomini, non illudetevi, perché questa volta non si parla di voi, ma soltanto di topolini. Nei quali un gruppo di ricercatori americani, della Washington University School of Medicine di St. Louis, avrebbe scoperto la capacità di annusare da lontano la topolina giusta. Quella, cioè, da iniziare a corteggiare e con cui compiere tutti i riti amorosi. Merito di alcuni speciali neuroni cerebrali che attirerebbero i topolini verso le femmine, ma questa predilezione verso l’altro sesso, sarebbe a tempo. Infatti, a forza di fiutare e amoreggiare, anche i neuroni si consumerebbero perdendo le loro potenzialità cacciatrici e pure l’interesse verso l’altro sesso. Ma non temete, perché basta un po’ di astinenza femminile, perché tutto ritorni nella norma. Ovvero perché il maschio riacquisti il suo ruolo di conquistatore. Il tutto è stato descritto in un interessante studio sulle pagine di Neuron.

 

 

Lo studio sui topi. i tratta di un neurone speciale, perché appartiene solo al maschio, differenziando così capacità amorose, necessità e richieste di corteggiamento tra i due sessi. E questo già spiegherebbe il fatto che, forse anche tra gli umani, certi atteggiamenti non sono innati, legati cioè alla biologia come ci si aspetterebbe ed in particolare al sistema capace di rilevare il ferormone che attira verso le femmine, ma anche a esperienze sensoriali, soprattutto olfattive. Queste proprietà e lo speciale neurone maschile dell’amore sono emersi dopo una serie di esperimenti durante i quali alcuni ricercatori americani hanno  analizzato centinaia di migliaia di neuroni presenti nell'organo vomeronasale dei topi, ovvero una struttura nel naso che rileva i feromoni e altri segnali chimici, evidenziando che la maggior parte di essi era ugualmente presente nei due sessi, ma che solo un piccolo gruppetto era invece capace di rilevare in modo specifico gli ormoni sessuali. E questi neuroni erano una proprietà solo maschile.

 

 

I topi andavano fieri di questa loro caratteristica, perché, utilizzando il neurone e annusando i ferormoni nelle urine femminili, riuscivano a prevedere quale tra di loro non li avrebbe mandati in bianco. Ma i ricercatori hanno anche capito che questa proprietà non è perenne: infatti, dopo avere esposto le cavie a lungo, almeno per due mesi filati, al profumo di donna, i maschi perdevano interesse e giravano il naso dall’altra parte alla vista delle femmine. C’è però anche una buona notizia: perché bastava tenere separati e lontani per un certo tempo maschi e femmine perché il neurone maschile si ringalluzzisse. E rimesso a contatto con le topoline, ecco che tornava a manifestare tutta la sua capacità identificativa sessuale. Insomma i ricercatori concluderebbero che almeno a livello di esperimenti di laboratorio, i topi maschi e femmine si differenziano non solo per le abitudini di vita, ma anche per l'esposizione a ormoni sessuali come il testosterone e gli estrogeni che il corpo produce.

 

 

Anche nei moscerini. Questa capacità amatoria era stata già identificata in alcuni altri animali maschi piccolissimi, e più precisamente nei Drosophila Melanogaster, i moscerini della frutta, da un gruppo di scienziati della Hokkaido University a Iwamizawa, in Giappone. I quali avevano pubblicato la loro ricerca su Neuron. I ricercatori nipponici, in questo caso, avevano osservato il comportamento del moscerino in amore, scoprendo che per farsi notare dalla femmina, faceva vibrare le ali, in un modo molto irresistibile e speciale. Dal potere afrodisiaco sulla moscerina.

Hanno poi analizzato i geni Fru, quelli responsabili dei comportamenti sessuali che si localizzano soprattutto nella regione dorsale posteriore, fondamentale per il corteggiamento nel maschio, concentrandosi infine su piccoli gruppetti di neuroni e individuandone una ventina, chiamati P1, quelli cioè che attivano la fase amorosa. Neanche a dirsi, studiando moscerini e moscerine, i giapponesi hanno notato che i geni P1 erano solo presenti nel maschio, infatti nella femmina essi morirebbero durante lo sviluppo. Come questi neuroni siano fondamentali per unire la coppia, i ricercatori lo hanno capito con una manipolazione genetica: mantenendo infatti in vita questi neuroni anche nel cervello della moscerina, avevano notato un cambiamento del comportamento. Ovvero le femmine cominciavano a comportarsi da maschio, divenendo, a loro volta, corteggiatrici o cacciatrici.