Sarà pronto entro l'anno

Londra chiude le porte ai migranti Un altro muro si alzerà a Calais

Londra chiude le porte ai migranti Un altro muro si alzerà a Calais
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E con quello di Calais faranno otto. Otto muri innalzati nella libera Europa per arginare i migranti. La gran parte sono stati eretti in Europa dell’Est per fermare l’onda balcanica, che in questi mesi è andata esaurendosi. Uno è stato minacciato ma mai effettivamente costruito: quello sul Brennero. Anche se il prossimo ballottaggio per le presidenziali in Austria (che viene ripetuto per l’errore nei conteggi), rischia questa volta di eleggere davvero il candidato della destra anti immigrati, con conseguenze che è facile immaginare.

 

 

Ma il muro di Calais ha un altro valore simbolico. Innanzitutto perché eretto da due Paesi paladini delle libertà, in secondo luogo perché innalzato, non ai confini, ma nel cuore dell’Europa. Ma ricostruiamo la vicenda: a Calais da mesi si ammassano migliaia di immigrati nella speranza di raggiungere la Gran Bretagna. Londra insieme a Germania e Nord Europa è sempre la meta della speranza, quella che offre più opportunità. Luoghi dove è facile trovare collegamenti con chi ha percorso in anticipo questo viaggio verso una speranza di vita diversa. Ma attraversare il braccio di mare che separa le coste francesi da quelle inglesi è un’impresa quasi più complicata del pur avventuroso percorso, attraverso il deserto e poi attraverso il Mediterraneo, che i migranti hanno percorso sin lì.

 

 

A Calais arrivano migliaia di camion pronti ad attraversare la Manica e proprio i camion sono l’obiettivo del popolo della Giungla (così è stato ribattezzato il grande campo in cui i rifugiati sono stati raccolti: praticamente una città di baracche, organizzata di tutti i servizi essenziali). Sui camion si cerca di salire nascondendosi, spesso rischiando anche la vita: in 11 sono morti in questi mesi nel tentativo di fuga a bordo di un tir. Qualche mese fa la Francia per proteggere le operazioni di imbarco dei camion aveva costruito una lunga barriera di rete fitta, alta oltre quattro metri, con tanto di filo spinato in alto.

Ma secondo il sottosegretario britannico all’Immigrazione Robert Goodwill la misura non è sufficiente. Ed ecco che nasce l’idea di costruire un prolungamento di quella barriera, ma questa volta in muratura con rivestimento in acciaio. Per incentivare l’opera il governo britannico si è detto disposto a cofinanziare l’intervento, versando ai francesi due milioni di sterline. Naturalmente nessuno a Londra dice che quei soldi servono a costruire un muro. Semplicemente si parla di un aiuto dato ai francesi «per aumentare la sicurezza a Calais. Forniamo i fondi e poi sono loro a decidere come usarli».

 

 

Ma servirà davvero quel prolungamento del muro? Secondo i camionisti, che sono i primi a trovarsi coinvolti nell’impatto con i migranti, la misura è inutile. Perché ormai i profughi hanno messo a punto tecniche precise, in grado di intercettare i mezzi su strade secondarie a sorpresa, fermandoli con sbarramenti della strada di ogni tipo. Una volta fermati, rapidamente sanno nascondersi aggrappandosi ai mezzi, anche a rischio dell’incolumità fisica. Del resto per persone che hanno attraversato il deserto o che hanno navigato nel Mediterraneo con mezzi del tutto improbabili questo ultimo passo non rappresenta il passo più rischioso.

Così mentre François Hollande avanza a tastoni senza aver chiaro come affrontare il problema, una certa Marine Le Pen se la ride: al prossimo voto l’effetto muro che ha trattenuto i migranti in Francia sarà tutto a suo vantaggio.