Diabolici e anche un po' romantici I J.C.Satàn infiammano il Joe Koala
Una band che porta sul palco riff pesanti e voci leggere. Travolgente, come si saranno accorti i molti presenti all’ultimo Beaches Brew Festival. Indie, garage, che ricorda le prove più ruvide dei Pixies. Niente di nuovo, diranno i più esigenti. Ma i J.C.Satàn hanno un gran tiro, quindi meritano. Soprattutto se c'è la possibilità di sentirli stasera, giovedì 29 settembre, gratis al Joe Koala di Osio Sopra (ore 22).
Francesi e un po' italiani. Metà italiani e metà francesi, i Jean Claude Satàn sono un duo che macina chilometri e decibel sull’asse Torino-Bordeaux. Nascono dall’incontro di Arthur e Paula, che dal vivo si contornano di un numero variabile di musicisti avidi di distorsione. Sono una delle garage band più chiacchierate d’oltralpe e nella motorcity (Torino, appunto) trovano terreno fertile sulla scia dei local heroes Movie Star Junkies, padrini indiscussi dalla blues explosion in salsa sabauda. Hanno collaborato con Slovenly Records (garanzia di weird rock sbilenco) e Teenage Menopause Records (il nome più bello della storia?). I Satàn – diabolici ma pure romantici – contaminano la loro psichedelia debitrice tanto dei Pink Floyd quanto dei Cramps con scorie kraut e no wave ma spesso e volentieri approdano a cristalline melodie pop. Un cocktail di Barbera, Champagne e cherosene che ha avuto grande riscontro di stampa e critica. Hanno fatti lunghi tour per l'Europa, con qualche puntatina anche negli States.
La recensione dell'utimo disco. Non ha titolo. Ma colpisce duro. Come racconta Rockit.it: «È un disco vecchia maniera, questo dei J.C.Satàn. L’albero genealogico risale evidentemente fino ai Pixies e al pop stravolto che negli anni Novanta ha fatto nascere quello che sappiamo. Questa band maneggia riff pesanti e voci leggere senza cadere nei problemi tipici di queste zone: "Ehi, ma ‘ste robe non le avevamo già sentite?". Beh, sì, per dirla tutta: le avevamo già sentite. Ma i J.C.Satàn ce le suonano di santa ragione. E fanno bene. Don’t Joke with People You Don’t Know è una pixiesata grassa e malata che a Kevin Garvey di The Leftovers farebbe molto piacere spararsi nelle orecchie nei suoi momenti di sudorazione eccessiva e bipolarismo latente. Ti amo davvero è un punk al ralenti con una voce scazzata e una chitarra che è un gran moscone molesto. The Greatest Man è un grunge dai ritmi incantati e dalle esplosioni laceranti, un bel pezzo che dal vivo ce lo immaginiamo così: sbam».