La morte di Momo verso Città Alta Mozzo piange il giovane 21enne

Morire così, dopo una serata con amici come tante, all'alba di un sabato qualunque. È successo purtroppo a Mohammed Khalid, 21enne residente a Mozzo, italiano ma di genitori magrebini. All'alba di sabato 1 ottobre, alle 4 circa, Momo (così era chiamato dagli amici, come riporta L'Eco di Bergamo) stava percorrendo a bordo della sua moto via San Martino della Pigrizia, nei pressi di Astino. Forse per una disattenzione, più probabilmente per l'eccessiva velocità, il giovane ha perso il controllo della sua due ruote ed è andato a schiantarsi contro uno dei muretti che costeggiano la via, rimanendo a terra gravemente ferito. Soltanto diversi minuti dopo è stato dato l'allarme da alcuni passanti che si sono accorti del corpo del ragazzo riverso sull'asfalto. I soccorritori giunti sul posto hanno prestato le prime cure a Momo, ma si sono resi conto che c'era ben poco da fare. Trasportato d'urgenza al Papa Giovanni di Bergamo, il 21enne ha lottato tra la vita e la morte fino a sera, quando purtroppo il suo corpo si è arreso.
A Mozzo la comunità intera è in lutto. Il giovane, infatti, era molto conosciuto, soprattutto tra i più giovani. Allegro e spensierato, era amico un po' di tutti. La dinamica dell'incidente, come detto, non è ancora chiara, ma tra le vie che da Longuelo portano a Città Alta non è la prima volta che avviene un fatto del genere. L'assenza di controlli e dossi, infatti, invoglia molti automobilisti e motociclisti a premere sull'acceleratore, con il rischio di tragiche conseguenze. Rischio che aumenta esponenzialmente se si considera la conformazione di queste strade, molto strette e ricche di curve cieche, con uscite delle abitazioni che costeggiano la strada che sorgono proprio ai lati delle carreggiate.
Ora, però, non è il tempo delle polemiche, bensì del dolore. L'Eco ha sentito diversi abitanti di Mozzo e racconta come il ragazzo fosse molto conosciuto «per la sua gentilezza, simpatia ed esuberanza». La madre di un caro amico di Momo ha scritto al quotidiano cittadino per ricordare quanto il 21enne fosse «un ragazzo meraviglioso. È stato bello accoglierlo in casa in tante piacevoli serate». Dopo il diploma all'Istituto Tecnico Paleocapa di via Gavazzeni, Momo si era iscritto due anni fa all'Università degli Studi di Bergamo. Ma la sua grande passione era il calcio: tifoso juventino, si distingueva anche sul campo da gioco, come ricordano diversi suoi ex compagni di squadra e avversari: «Era davvero dotato - hanno raccontato a L'Eco -, lo era sin da bambino. Quando ci hanno comunicato la notizia della sua morte siamo rimasti senza parole».