Un'Atalanta da standing ovation

Un tifoso, uscendo, diceva ad un amico: «Sai cosa mi dispiace? Che domenica giochiamo con il Sassuolo e non con la Juve». La domenica bestiale del popolo atalantino è iniziata quando in città e provincia, normalmente, la gente resta davanti al paiolo mentre la polenta cuoce lentamente. È finita con un trionfo completo, un 3-0 che ha mandato tutti in paradiso e acceso i discorsi tra la gente che sono la diretta conseguenza di un piccolo grande miracolo sportivo. Gasperini, esattamente un mese fa, era con la valigia in mano. Oggi è il condottiero da sogno, l’uomo cui tutto lo stadio ha cantato “Portaci in Europa” a fine partita.
L’aria dei giorni migliori, Comunale da urlo. La tarda mattinata sportiva di Bergamo e dell’Atalanta è iniziata con lo stadio già in fase di riempimento alle 11. Nonostante l’orario, oltre 16.200 persone hanno deciso di andare a vedere la partita contro il Grifone. Badate bene, il dato preciso è di 16.245 spettatori tra abbonati e biglietti: solo contro l’Inter (18.159 spettatori), lo stadio è stato più pieno, eppure a Bergamo sono già passate Lazio, Napoli, Torino e Palermo. I risultati ovviamente danno una grossa mano e che il vento sia davvero cambiato lo testimoniano i sorrisi che si incrociavano salendo le scale della Tribuna. «Non gioca Kessie? Beh, c’è Gagliardini». Con tutta la naturalezza del mondo, tifosi più o meno giovani commentavano il cambio che non ti aspetti. Ma siccome lo fa Gasperini, che evidentemente accumula credito ogni settimane nemmeno fosse il Jackpot del Superenalotto, viene considerato assolutamente normale.
Il Bandierone di inizio gara. Dopo qualche attimo di tensione fuori dal settore ospiti, testimoniato all’interno dello stadio da un paio di botti e da una colonna di fumo, la gara è iniziata con un messaggio congiunto dei capitani Gomez (Atalanta) e Burdisso (Genoa) per la campagna contro la violenza sulle donne. Lo spettacolo vero, tuttavia, è stato il ritorno in Curva dello storico “Bandierù” che prima del fischio d’inizio è stato issato regalando un magnifico colpo d’occhio a tutti i presenti. La Curva, baciata dal sole nel primo tempo, ha subito alzato i decibel del sostegno alla squadra ai massimi livelli e dopo nemmeno 40 secondi è stato Petagna a conquistare una punizione molto interessante che Gomez ha scaraventato sul fondo con un destro a colpo sicuro. La buona partenza dei nerazzurri è stata solo scalfita dai due infortuni muscolari a Dramè e Konko. Gasperini è stato costretto a due cambi ma nessuno in tribuna se n’è preoccupato più di tanto.
Primo tempo: Kurtic da urlo, Gagliardini e Petagna show. Durante la prima frazione di gioco, i tifosi sugli spalti si sono spellati le mani e non potevano credere ai propri occhi. La formazione di Gasperini ha giocato molto, creando magari poco fino alla mezz’ora, ma appena sono arrivati gli incastri giusti nella zona avanzata, dalle parti di Perin ha iniziato a grandinare. Quando Freuler ha costretto alla paratona in tuffo il giovane estremo difensore del Grifone, il Comunale ha solo rumoreggiato, ma di lì a pochi minuti ci ha pensato Gagliardini ha spaccare in due la gara con l’assist per Kurtic. La prima rete dello sloveno ha dato la stura a chi ancora non poteva credere che l’Atalanta fosse pronta a infilare il terzo successo in una settimana. Mentre in Curva i “petti nudi” per via del caldo si sprecavano, in tribuna alcuni appassionati si sono sorpresi in piedi a battere le mani al ritmo scandito dagli ultras. Sissignori, tutto lo stadio ha trascinato la squadra come fosse stato una grande Curva, e nel momento del raddoppio (poco prima del riposo) il sorriso e la gioia di quei pugni tesi al cielo sono diventati una stupenda epidemia positiva.




















Secondo tempo: Papu show e secondo Bandierone. Dopo il riposo, l’Atalanta, ha ovviamente calato un po’ l’intensità del gioco ma per lunghi tratti il pubblico ha applaudito e cantato vedendo la squadra in pieno, consapevole e disarmante controllo del match. Giocando qualche metro più indietro, Gasperini ha voluto aspettare l’avversario per colpirlo in contropiede, ma oltre alle sgroppate di D’Alessandro sono state le ripartenze e le giocate di Gomez a fare la differenza. Passato lo spavento per la doppia parata di Berisha, lo stadio ha accolto con un boato la prodezza di Gomez che ha insaccato il 3-0 e solo in quel momento tutti hanno capito che era davvero finita. E che la Dea aveva ormai fatto il suo ingresso in paradiso. Quando alla fine mancavano ancora una decina di minuti, dal piazzale della Curva Pisani è spuntato nuovamente il Bandierone, stato issato dai tifosi con le squadre in campo per il tempo di recupero. Due volte nella stessa partita capita pochissime volte di vederlo, l’occasione era evidentemente speciale.
Gasperini, l’Europa e i bimbi bielorussi. Al 42’ della ripresa lo stadio ha intonato: «Gasperini portaci in Europa». Il tecnico ha fatto un cenno, a metà ripresa ne aveva fatti un altro paio quando tutti lo acclamavano e lo sguardo, i gesti, le parole del tecnico sono quelli di un uomo felice. La gente ha lasciato lo stadio entusiasta, in lontananza si sono sentiti per lunghi tratti i clacson dei tifosi suonare a festa, ma il sorriso più bello e ingenuo, forse, è stato quello di Yaraslau, Dzianis e Aliaksandar. Loro sono tre bimbi bielorussi classe 2008, da un mese ospiti delle famiglie di Chignolo d’Isola e Suisio che aderiscono al progetto di accoglienza dell’associazione di Terni “Aiutiamoli a Vivere” che a oltre 30 anni dal disastro di Chernobyl cerca di regalare gioia a chi vive in zone difficili. I tre piccoli, con i loro accompagnatori, hanno visto per la prima volta nella loro vita uno stadio di calcio, una partita di Serie A e l’Atalanta. Pare che abbiamo battuto le mani per tutto il tempo, trascinati dal clima e dallo stadio. Tifando Atalanta.