Da Focus

10 colossali bugie sul Medioevo

10 colossali bugie sul Medioevo
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La storia ha sempre attribuito al Medioevo ambientazioni cupe e tetre, riconducibili a scene dal profumo ossianico. Sicuramente già il nome non aiuta, richiamando al massimo un’età di passaggio poco proficua (nonostante sia durata circa un millennio). Peccato che questa terminologia sia stata introdotta da Rinascimentali che, volendo esaltare il proprio tempo, hanno pensato bene di screditare quelli precedenti. Non dobbiamo sorprenderci allora se in pieno Settecento alcuni storici inglesi hanno definito un "periodo buio" lo stesso che ha visto nascere menti come Dante, Petrarca e Boccaccio. Così, ispirandoci a una pubblicazione dei colleghi di Focus, abbiamo scelto di sfatare alcune delle grandi bufale che nel tempo sono state create da studiosi poco attenti o spinti dal senso di appartenenza ad altre realtà ritenute più floride.

 

La terra era piatta come una sogliola

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Mito narra che i nostri avi non avessero ben presente che forma avesse il nostro pianeta. Infatti il Medioevo è per eccellenza il secolo della Terra piatta nonostante, per esempio, all’interno del Tractatus de sperae fossero presenti calcoli riguardanti la curvatura della superficie terrestre (che già i Greci conoscevano). Lo scherzetto si deve ad alcuni umanisti che, dimostrando quanto la superficialità non conosca epoca, hanno sentenziato l’ignoranza medievale deducendola da alcune mappe che presentavano forma circolare.

 

Aiuto! La fine del mondo

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Come ogni epoca che si rispetti, anche il Medioevo è reso famoso da un suo “2012”, un suo “Millenium-Bug”: l’anno mille. La leggenda vuole infatti che il 1000 d.C. dovesse essere una delle prime date preannunciate della fine del mondo e che questa notizia avesse creato un forte senso di agitazione nella popolazione di quel periodo. Niente di più falso: non solo perché la maggioranza delle persone non era consapevole di vivere in quell’anno (le date erano calcolate in base alla reggenza di un sovrano) ma anche perché le teorie apocalittiche in questione sono state scritte a posteriori da un letterato, tale Rodolfo il Glabro, nel 1048.

 

Questi padroni malandrini 

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Lo ius primae noctis rientra di diritto nella infinita serie di miti e leggende legate a quell'epoca. Si crede infatti che questa particolare legge sancisca il diritto e l’esclusiva del proprietario feudale di trascorrere la prima notte di nozze con qualsiasi ragazza del suo podere. La realtà è che nessun documento è mai stato ritrovato riguardante questa pratica, mentre sono pervenute fonti di un'omonima tassa il cui pagamento era richiesto unicamente in denaro.

 

L'unica legge era quella del più forte 

Magna Carta Cum Statutis, ca. 1325, at Harvard Law School library. Jon Chase/Harvard Staff Photographer

Nonostante questo periodo storico sia considerato da molti come un Far West senza regole, oscurato dal precedente diritto romano (estremamente complesso e articolato), le leggi esistevano ed avevano un certo peso. Passando per codici come quello di Giustiniano (529-534), editto che fu fondamentale per la maturazione dell’idea di "diritti umani" e di "Costituzione" fu la Magna Charta del 1215. Senza contare che le prime “lobby” non sono state inventate dalle grandi multinazionali americane, ma erano le corporazioni dei mestieri medievali.

 

Torture degne dell'Inferno dantesco 

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Chiunque sia mai stato in un castello medievale, una tappa immancabile è la stanza delle torture. Sicuramente alcune pratiche, anche documentate, vennero usate in epoca medievale. Bisogna però sottolineare che, volendo individuare un'epoca di massimo sviluppo di queste pratiche, sarebbe più corretto dire il Rinascimento. Ad avvalorarlo esistono documenti, risalenti al tardo Medioevo, che condannano l’utilizzo della tortura negli interrogatori. La Chiesa cattolica fu baluardo di questa battaglia, tanto che nel 1215 papa Innocenzo III privò questa prassi della sua sacralità impedendo il suffragio della benedizione. Da non dimenticare che proprio in questa epoca, in Inghilterra, nacque il processo penale che dava la possibilità all'imputato di difendersi di fronte a una giuria di 12 probiviri (recognitores) chiamati a muovere le accuse attraverso la lista dei presunti.

 

Notti illuminate dai roghi di streghe

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Re Artù aveva Maga Magò, la bella addormentata Malefica, ma sono solo alcune delle streghe che terrorizzano le favole dei nostri figli. Tutte in linea con l'idea che il passatempo medievale preferito fosse quello di appiccare grandi roghi per eliminare la piaga di queste perfide vecchiette. La feroce caccia perseguita a discapito di donne accusate ingiustamente è da sempre stata legata alla crescita del potere della Chiesa. In realtà questo fenomeno si scatenò solo successivamente, circa nel 1450, e raggiunse i suoi massimi livelli intorno al ‘600-‘700. La confusione può derivare da un altro fenomeno che invece interessò il Medievo, altrettanto atroce: l’Inquisizione verso gli eretici (donne e uomini indistintamente).

 

A tavola tutto è lecito

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Quando si pensa al galateo, sicuramente non lo si collega ai banchetti medievali che in tutte le rappresentazioni televisive vengono descritti come coacervi di volgarità. Sconvolgerà allora sapere che le posate, se pur poco diffuse, erano presenti anche in questi tempi. Non solo: esistevano alcune regole sociali legate ai singoli partecipanti al pranzo. Nel momento in cui un uomo di rango superiore offriva la propria coppa, gli invitati erano tenuti per tradizione ad assaggiarne il contenuto. Il ruolo dell'assaggiatore era fondamentale, non solo per evitare un avvelenamento del signore, ma anche per una tradizione ormai radicata. Addirittura era usanza porre alcune ciotole con acqua ed erbe profumate per sciacquarsi le dita fra una portata e l’altra.

 

Lavarsi era trascurabile

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In coppia con la scarsa educazione a tavola, un altro cliché è legato alla scarsa igiene intima. Le vasche, anche nella loro forma più semplice delle tinozze, erano invece un mobilio che difficilmente mancava nelle case medievali. Anche le piscine termali, che solitamente sono legate al periodo romano, riscossero grande successo, tanto che nella Parigi di Filippo II (1165-1223) erano presenti circa 26 impianti. Senza contare poi i frequenti bagni nei fiumi durante le stagioni calde.

 

Fogne a cielo aperto

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L’idea che per le strade scorressero fiumi di escrementi e rifiuti è difficile anche solo da immaginare. E infatti non era così: la maggior parte delle vie era dotata di fognature coperte e, laddove non fosse possibile, erano costruiti complessi di spurgo che evitavano l’invasione dei rifiuti organici. Come fanno i municipi odierni, anche quelli medievali prevedevano il divieto di lasciare i rifiuti per i vicoli del paese in modo che essi, a causa del maltempo, non si disperdessero. L’unico problema che esisteva all’epoca, e che persiste ancora oggi, riguardava spiacevoli “ricordini” che si potevano incontrare passeggiando, lasciati dal passaggio degli animali.

 

Un popolo povero 

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Cinema e letteratura ci hanno riproposto un'immagine di ricchi e crudeli esattori delle tasse medievali, diventati potenti sulle spalle dei poveri cittadini. Figura che, col tempo, sono diventate assai verosimili ai nostri occhi. In realtà, volendo fare un paragone con i giorni nostri, le tasse imposte dai regnanti dell'epoca e le decime della Chiesa non si discostano poi di molto dalla pressione fiscale odierna. Se si pensa infatti che le tasse inghiottiscono circa il 40% del reddito di ogni cittadino, Robin Hood ha davvero sbagliato epoca.

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