Le fashion blogger bergamasche Dietro le quinte del loro successo

Sono le imprenditrici digitali della moda. Ragazze belle e determinate, armate di computer e smartphone, che ogni giorno condividono le loro foto sui social. I fotografi le cercano, gli stilisti le vogliono in prima fila. Loro danno vita a una sfilata nella sfilata. Nate sul web qualche anno fa, le fashion blogger fanno ormai parte a pieno titolo del sistema moda. Una sfida che coinvolge sempre più anche gli uomini. Se la cremonese Chiara Ferragni è diventata a colpi di selfie e copertine la più conosciuta al mondo, con un business di 10 milioni di euro, anche a Bergamo c’è chi ha trasformato la passione in lavoro.
Valentina Fradegrada, CoopStyle.com
Valentina Fradegrada e Andrea Ubbiali. A fare da apripista, a 18 anni, è stata Valentina Fradegrada, che nel 2009 ha dato vita al blog CoopStyle.com per «aprire una finestra sul mondo dove potersi esprimere e condividere la passione per la moda, fotografia e viaggi»: oggi ha 185mila like su Facebook e un team di sei collaboratori. Ma non è facile farsi strada. «Cercatevi un altro lavoro. State proclamando la morte dello stile»: così le redattrici di Vogue si sono scagliate contro le blogger all’ultima fashion week milanese, dando fuoco a una rivalità esistente da anni. «Credo che le loro parole siano state mal interpretate - dice Andrea Ubbiali, fondatore del blog Dollareyeoffashion -. So per esperienza personale quanto Vogue sia impegnato nello scovare nuovi talenti. Penso, piuttosto, che il messaggio fosse: basta improvvisazione. Per essere premiati in questo settore servono studio, lavoro e passione».
Andrea Ubbiali, DollarEyeOfFashion.
Il 31enne di Zanica è entrato nella moda quattro anni fa: famiglia umile alle spalle, laurea in Fashion media & communication all’istituto Marangoni di Milano e macchina fotografica in mano. Oggi ha quasi 100mila follower e 2 milioni di visualizzazioni in un anno, una mamma-manager e tre assistenti, un suo marchio d’abbigliamento e numerose collaborazioni nel settore del make-up. «Fuori dalle sfilate si vedono look bizzarri e al limite del ridicolo, per lo più sfoggiati da ragazzine che pensano sia questo il giusto biglietto da visita per ricevere proposte di lavoro. Ma non funziona così. Le tendenze nascono sì dalla strada, e Londra ne è la regina, ma la moda non è circo o superficialità, anzi. Bisogna conoscerne la cultura, la storia, il significato», conclude Andrea, in partenza tra qualche settimana per la sfilata di Victoria's Secret e per i London Fashion Awards.
Alice Cerea, Babywhatsup.com
Alice Cerea. «I blogger oggi sono riconosciuti come professionisti e il blogging è un lavoro a tutti gli effetti. Io vivo dignitosamente solo ed esclusivamente grazie al mio blog», esordisce Alice Cerea, nata a Bergamo nel 1994. «Ho iniziato ad avventurarmi sul web a 11 anni. Stavo al pc, mentre i miei amici giocavano al parco». L’idea del sito Babywhatsup.com nasce nel 2013 durante l’estate successiva al Diploma in Tecnico della gestione aziendale e corrispondente in lingue estere: «Iniziai a scrivere le mie idee su ciò che mi circondava in un piccolo spazio virtuale, pubblicando pensieri e consigli di moda, viaggi e fitness, riscuotendo fin da subito un successo inaspettato. Dopo pochissimi giorni dall’apertura del blog ero presente alla mia prima Milano Fashion Week, città che sarebbe diventata la mia seconda casa tra conferenze stampa, sfilate ed eventi». Oggi ha oltre 24mila like su Facebook e 145mila follower su Instagram. «Curare un sito richiede più di 12 ore al giorno di lavoro: mi alzo la mattina alle 8 e sto al computer fino alle 22», racconta Alice, che ha appena lanciato la Alice Cerea Collection.
Nicky, Mywishstyle.com
Nicky. Oggi molte blogger vengono definite anche “digital influencer”, cioè persone con un grandissimo seguito sui social network, primo fra tutti Instagram, capaci perciò di condizionare le scelte della massa e spostare le decisioni del mercato. «Non siamo noi a definirci influencer. Sono la Rete e le aziende a farti percepire quando lo sei diventato», aggiunge Nicky, che due anni fa ha fondato il blog Mywishstyle.com. A lei, che è anche manager in un settore lontano dalla moda, piace definirsi “brand setter”: «Scopro giovani talenti e valorizzo i loro marchi. Conosco bene il mercato ucraino e quello londinese, dove ci sono bravissimi designer: mi piace prendermi la responsabilità di sceglierli e supportarli». Lo sguardo sul mondo di Nicky, che parla quattro lingue e viaggia molto spesso, si riflette anche sui suoi 68mila follower: «Il 70% viene dagli Stati Uniti, gli altri da Dubai, Londra, Mosca, Cina, Giappone e Brasile». Il suo stile? «Classico contemporaneo. Mostro come adattare le tendenze alla propria personalità. Quando avevo vent’anni sperimentavo, ma col tempo ho raggiunto una consapevolezza nuova, più adatta al mio target, in maggioranza donne, tra i 25 e i 45 anni».
Federica di Nardo.
Federica di Nardo. Manga pop è invece lo stile di Federica di Nardo, appassionata di Giappone e amante del caleidoscopio di mode di questo Paese. Il suo The Cutielicious.com occupa una posizione di primo piano tra i blog italiani indipendenti, secondo Les Cahiers Fashion Marketing. Classe 1988, vive tra Bergamo e Milano. Dopo la maturità classica si è laureata in Diritto internazionale e ha conseguito un master in Fashion Styling all’istituto Marangoni. Oltre alla moda, scrive molto anche di viaggi, insieme al fidanzato Matteo Foresti, pure lui bergamasco, fotografo e videomaker. «Ci piace raccontare storie unendo parole e immagini. Stiamo dando molto spazio al turismo, dopo aver visto quante domande abbiamo ricevuto sulle località scelte per i servizi fotografici». A Federica, che si occupa anche di formazione per i dipendenti della catena di outlet McArthur Glen, non piace parlare di follower: «Preferisco considerarli persone con cui stare in contatto. Le blogger hanno avuto successo perché erano viste come ragazze della porta accanto. Oggi, invece, molte si presentano come modelle che propongono solo se stesse. Io cerco di far emergere la mia personalità e di instaurare un rapporto il più possibile diretto con chi mi segue».