Il giardino dei talenti ora è più fertile 12 milioni raccolti dal Talent Garden

È partito presto, con la sua risata contagiosa e lo sguardo attento dietro gli occhiali rotondi, Alberto Trussardi. Ha fatto mille lavori, ma è la passione per il digitale ad averlo portato nell'Olimpo delle startup di maggior successo del continente. Cinque anni fa l'allora 24enne fondò con Davide Dattoli, attuale Ceo, Tag, acronimo di Talent Garden. Cos'è? Uno spazio di condivisione che permetta di guardare il mondo del lavoro con occhi diversi, mostrandosi aperti e propositivi. Un luogo ideale dove coworking è la parola chiave per creare rete d’impresa, muovere le sinergie, lavorare mettendo a disposizione le proprie capacità. Un giardino dei talenti giovane e dinamico, dove le aziende sono molteplici, le scrivanie sono di cartone, alcune sedie sono tronchi di legno e su una parete compare la scritta: «Passion working space». E, nella migliore tradizione delle realtà della Silicon Valley che hanno conquistato il mondo, non mancano calcio balilla, videogames, cuscinoni per terra. La creatività ha bisogno di relax, bellezza.
La partenza vera è avvenuta da Brescia. Oggi è vanta 17 campus in 5 Paesi europei, con più 1.500 professionisti del digitale che lavorano in quegli spazi, centinaia di manager provenienti da decine di aziende formati da Tag Innovation School, la scuola dell’innovazione di Talent Garden, e centinaia di studenti che ogni giorno si formano per diventare i professionisti del futuro. In aggiunta si contano oltre 500 eventi ospitati o organizzati ogni anno nei diversi campus sui temi dell’innovazione e del digitale. Nella Bergamasca il punto di partenza è stato a Dalmine: una trentina di scrivanie (il costo d’affitto? 250 euro più Iva al mese), una sala riunioni con le sedie in cartone, il calcetto d'ordinanza. Al suo interno molte giovani aziende, differenti tra loro per natura e obiettivi: dai siti internet alla fotografia, dalla grafica alla logistica di un evento. Due anni fa l'approdo in pieno centro a Bergamo, nella Galleria S. Marta, in Piazza Vittorio Veneto.
Ora Tag è pronto per fare il grande salto: ha chiuso infatti un aumento di capitale da 12 milioni di euro per accrescere la sua rete di spazi coworking e puntare su formazione, eventi e innovazione con le aziende. Si tratta del secondo più rilevante finanziamento a livello europeo nel settore. Tra gli investitori che si sono messi in gioco 500 Startups, il più grande incubatore al mondo basato a San Francisco e diretto da Dave McClure, ed Endeavor Catalyst, creatura del fondatore di Linkedin, Reid Hoffman. E poi molti italiani, Tamburi Investment Partners in primis. E poi le famiglie Angelini e Dompé (farmaceutica), gli armatori D’Amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero, Volagratis, MutuiOnLine, Alkemy ed Esprinet.
















Una storia di successo. «È una soddisfazione immensa - dice Dattoli -, con questa operazione rafforziamo la nostra leadership a livello europeo e soprattutto incrementiamo la forza di un network ormai unico, che partendo dall’Italia si è sviluppato in molti Paesi con l'obiettivo di espandersi in tante altre città. Siamo già il terzo player a livello mondiale per numero di campus e vogliamo realizzare il nostro sogno di connettere i talenti più innovativi e brillanti, non solo europei». La scommessa dei più grandi investitori internazionali è quella di riconoscere che il mondo del lavoro è cambiato e che sono necessarie nuove realtà che offrano servizi innovativi e uno spazio di lavoro in continua evoluzione con una forte componente di condivisione, dove si impara e ci si connette grazie a corsi ed eventi.
Negli Stati Uniti, del resto, sempre avanti in tutto, e soprattutto in questo settore, il coworking continua a essere uno dei settori di maggior interesse e attrae capitali molto importanti: WeWork, società con sede a New York, ha raccolto più di 620 milioni di dollari negli ultimi due anni. Sempre nella Grande Mela, General Assembly ha raggiunto i 110 milioni. A San Francisco, altra roccaforte del coworking, RocketSpace ha messo in cassa 336 milioni.
Gli orizzonti di Tag. Obiettivo di Tag a breve termine è aprire direttamente una decina di nuovi spazi in Europa entro la fine dell’anno. Luoghi aperti 24 ore al giorno in cui tutti i professionisti dell’innovazione, siano essi freelance, startup, pmi digitali o grandi imprese con le proprie aree innovazione, possano trovare uno spazio di lavoro innovativo pensato per stimolare la produttività e aumentare le relazioni professionali. Il piano prevede inoltre l’ampliamento della rete di franchising già presente, per fornire un servizio sempre più capillare nei diversi territori. Tag Innovation School («aggiornarsi oggi per il lavoro di domani», recita lo slogan) è la prima scuola del digitale in Europa per numero di studenti e aziende formati. Continuerà a crescere in Italia (a gennaio 2017 aprirà la nuova sede di Roma) e all’estero (nei mercati in cui Talent Garden è già presente) per preparare i professionisti del domani alle professioni più richieste dal mondo del lavoro (sviluppatore software, designer digitale, esperto di e-commerce, esperto di big data). Forti investimenti anche sulla parte B2B, per aiutare le aziende nel processo di trasformazione digitale. Infine gli eventi: grazie alla presenza capillare sul territorio, Talent Garden si è affermato anche come il luogo dove gli innovatori si incontrano, dove imprese e startup sviluppano collaborazioni e dove tanti professionisti si aggiornano e fanno networking nel mondo del digitale.
Modello da esportazione. «Abbiamo esportato il nostro modello in Europa - racconta con soddisfazione Dattoli - e, dopo Spagna, Lituania, Romania e Albania, puntiamo ai mercati dove l’innovazione sta nascendo, fuori dai circuiti di Londra e Berlino, dove esistono già tanti player molto radicati. Il nostro obiettivo è di arrivare in borsa entro la fine del 2018». La società si appresta a chiudere il 2016 con circa 5 milioni di euro di fatturato consolidato e un tasso di crescita del 300% rispetto all’anno precedente. Per il prossimo triennio si prevede un raddoppio anno del fatturato, una crescita dell’organico, del numero di spazi di coworking e dei clienti raggiunti.