Una commedia per ridere e vivere Che bravi i ragazzi di Seriate!

Tre suore in un appartamento, amori non ricambiati, presunte bische clandestine, un vescovo disperato e una donna delle pulizie impicciona: questo è Che baraonda! Al condominio Onda, lo spettacolo andato in scena il 7 novembre al cineteatro Gavazzeni di Seriate. Gli attori sono stati 15 ragazzi del «Servizio integrato per la disabilità del Comune di Seriate» (Sfa), con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche sociali del comune di Seriate. Gli spettatori erano gli alunni di prima media delle scuole secondarie di primo grado «Aldo Moro» e «Battisti» e delle classi quinte della «Carozzi» e della «Battisti».
Il Progetto accoglienza. «Con i più grandi il percorso è partito in classe con il Progetto accoglienza: il fine ultimo è concretizzare l’attenzione verso l’altro con l’obiettivo di creare cultura e sensibilizzazione nelle scuole e tra gli studenti - spiega Fausto Sana, educatore della Sfa - Ha avuto luogo grazie alla collaborazione attenta di due docenti, Paola Fattori e Matteo Vitali, e del progetto comunale “Officina Giovani”». Gli studenti sono stati stimolati a riflettere su tematiche importanti: le emozioni connesse all’inizio della scuola, le aspettative e le ansie della crescita, la consapevolezza di aver fatto ingresso in un momento molto delicato come la pre-adolescenza, la conquista di un’autonomia maggiore, la coscienza delle proprie responsabilità.




I ragazzi in autonomia. Lo spettacolo è alla terza replica: era già stato presentato al teatro parrocchiale Aurora e nella tensostruttura della biblioteca civica Gambirasio di Seriate. Verrà poi riproposto in primavera e, in quest’occasione, aperto a tutta la cittadinanza. La svolta di questo terzo round è la completa autonomia dei ragazzi-attori sul palco: durante le prime due messe in scena, era sempre stata presente sul palcoscenico una figura di riferimento che coordinasse azione e movimenti degli attori. Si tratta di una grande passo e di un risultato encomiabile all’interno del percorso della loro crescita espressiva.
«Questo spettacolo è uno straordinario strumento di inclusione, che i nostri ragazzi dello Sfa hanno progettato, pensato e realizzato insieme agli educatori del servizio - commenta Gabriele Cortesi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Seriate -. Ne è scaturita un’esperienza, per loro davvero elettrizzante (vederli qualche minuto prima di entrare in scena è sufficiente a testimoniare con quanta passione e con quanta agitazione si siano approcciati al teatro), ed è stato un mezzo con il quale il servizio si è fatto conoscere, creando opportunità di ulteriore integrazione con le tante e variegate realtà del territorio. Oggi infatti i ragazzi sono impegnati, alla ricerca di una autonomia sempre maggiore, in tantissime attività sul territorio e per il territorio!».
I protagonisti sul palco. «Emozione? Un pochino… ma siamo belli svegli e pimpanti », dicono Alessandro Bassis e Paolo Vezzoli, due degli attori, prima di iniziare. «Siamo pieni di energia… Speriamo di ricordarci tutto» apostrofa Loretta Rota. «Ci saranno i bambini di tante scuole - spiega Anna Levati - e di sicuro piacerà. Abbiamo fatto tantissime prove. E poi non è la prima volta che andiamo in scena. Bisogna vedere lo spettacolo per capirlo... troppo complicato da spiegare: è tutto da vedere » . Nel frattempo, gli altri ragazzi sono intenti a provare i microfoni o a tentare l’ultimo ripasso delle battute: Federica Capelli, Giorgio Cortesi, Marica Madaschi, Gennifer Romano, Francesca Longhi, Marcella Bettoni, Alfredo Mazzoleni, Mauro Monti, MariaGrazia Rovaris, Cristina Seminati, Roberto Tommasi. Sul palco anche tre volontari, Paola Casella, nel ruolo della signora delle pulizie, Giuseppe Mazzoleni, che interpreta il vescovo, e Lorenzo Rafanelli, nelle vesti di uno dei condomini. L'equipe di coordinamento si avvale della collaborazione di Francesca Monge, a capo del team, e degli educatori Cristina Minelli, Elena Giupponi e Fausto.




Di cosa parla lo spettacolo. Che baraonda! Al condominio Onda narra la storia di tre suore mandate a vivere in un condominio, in via del tutto sperimentale, su benestare del vescovo: qui la vita delle religiose si intreccia con le storie quotidiane colorite e bizzarre degli altri condomini. In scena un palazzo variegato d'umanità: innamorati non ricambiati, uomini maniaci delle pulizie, un impiegato cotto d'amore per la sua principale, una sbadata cameriera, giocatori di briscola... Uno spettacolo ricco di personaggi e di intrighi, che si conclude con un lietissimo finale. E anche il vescovo si ricrederà sulle suore in appartamento!
Il mondo dello Sfa. A conferire alla pièce un valore aggiunto sono gli attori: Fausto nota che «sul palco c’è un “di più” quando i nostri giovani recitano: danno se stessi fino in fondo, danno tutto ciò che sono creando un’energia nuova». Il testo e le musiche nascono dall’inventiva dei ragazzi dello Sfa, con l’aiuto dei volontari e degli operatori, che hanno coadiuvato la creazione dell’opera teatrale e della scenografia, accompagnandoli nel loro mettersi in gioco, nell’affrontare il palco, nel superare i loro timori, ad esprimere la loro creatività nell’ottica della crescita dei loro talenti. Lo Sfa ha sede in via Donizetti 1, a Seriate e prevede l’iscrizione di 35 persone adulte con disabilità di età compresa tra i 18 e i 62 anni, seguiti da quattro operatori professionisti della cooperativa sociale «L’impronta» e da una decina di volontari seriatesi.