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Mediaset e Sky, nuovi contatti Tutto solo per salvare Premium

Mediaset e Sky, nuovi contatti Tutto solo per salvare Premium
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In questi ultimi due anni ci siamo occupati di una vicenda che interesserà il futuro del piccolo schermo italiano. Il colosso Mediaset si trova oggi a dover affrontare un grosso problema derivante dal suo comparto pay tv. Ma è bene fare un po’ di chiarezza:

Dove eravamo rimasti? Per capire quello che sta succedendo bisogna partire dal principio. Nel 2014 il Biscione decide di fare un grosso investimento che doveva segnare il definitivo ko del colosso Sky. Vennero spesi circa 717 milioni di euro per accaparrarsi la trasmissione in esclusiva, in Italia, delle immagini della Champions per i successivi tre anni. L’obbiettivo era quello di incrementare in maniera significativa gli abbonamenti alla pay tv di Cologno Monzese. L’aumento ci fu, ma non delle proporzioni previste (ebbe stime lineari, senza particolari boom), così da far diventare l’acquisto dell’anno uno dei più grandi flop di Mediaset. Infatti Sky si è confermata come la pay tv preferita dagli italiani, non soltanto per i contenuti calcistici e sportivi estremamente ricchi (dagli Europei alla Moto GP e la Formula 1), ma anche per l’offerta di format unici come Masterchef, X Factor e le principali serie tv americane. Già nell’estate 2014 Mediaset e Sky si erano sedute a un tavolo per trovare un accordo, arrivando però a un nulla di fatto. Così, sulle spalle del Biscione, continuava a pesare il grave errore fatto con Premium che, fin dalla sua nascita (2005), non ha mai chiuso in positivo.

A marzo di quest'anno, l’uscita dei dati 2015 misero in luce una forte perdita rispetto agli anni precedenti, causata soprattutto dall’investimento Champions: si passò da un utile nel 2014 di 23,7 milioni a uno di 4 milioni nel 2015. I dati emessi sul comparto Premium non furono molto dettagliati, in quanto era difficile comprendere quale fosse realmente l’incasso pro capite su ogni abbonamento fatto. Così, nonostante le smentite, l’8 aprile venne siglato un accordo con il patron di Vivendi, Vincent Bolloré, che prevedeva l’acquisizione del 100% di Mediaset Premium. Inaspettatamente, però, a fine luglio l'accordo saltò e Vivendi avanzò una controproposta: acquistare soltanto il 20% del capitale di Premium e arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile. Un’offerta ben lontana da quella iniziale e che è stata prontamente rifiutata, con sdegno (e una querela), dalla dirigenza Mediaset. La motivazione di questo dietrofront così improvviso (comunicata attraverso un comunicato stampa Mediaset del 26 luglio) fu data, sommariamente, dal Ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine parlando di alcune «differenze significative nella analisi dei risultati di Mediaset Premium, per i quali le due società erano attualmente in trattative».

 

bollore

 

La storia continua. Il 30 settembre sono scaduti i termini ultimi per effettuare il passaggio completo della piattaforma Premium, con una valutazione primaverile che ammontava a circa 756 milioni di euro. Lo stesso giorno l’amministratore delegato di Vivendi ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore, nel quale diceva: «Forse troveremo una soluzione. Siamo ottimisti. Sto analizzando molte cose, ma posso dirvi che sono positivo su Mediaset». Già in quel periodo gli esperti del mestiere parlavano di un possibile avvicinamento fra la dirigenza Mediaset con i rivali di Sky, che rappresentavano l’unica via d’uscita per il Biscione. Un approccio che sembra essere iniziato con la visita a New York dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi i primi di ottobre.

 

berlusconi

 

Ultime notizie. Come riporta il giornale Libero, Mediaset sembra ora sempre più orientata verso un accordo con Rupert Murdoch piuttosto che un rinnovo con la dirigenza francese. Le voci sarebbero filtrate dalla Borsa e da ambienti molto vicini alla trattativa. Ad avvalorare questa tesi ci sarebbero alcuni segnali indicativi, come la crescita che ha portato il titolo Mediaset a raggiungere 2,31 euro per poi chiudere stabile a 2,28 euro (-0,09%). L’idea potrebbe essere quella di trovare un accordo extragiudiziario con Vivendi. La richiesta riguarderebbe unicamente (si fa per dire) il risarcimento dei danni per il mancato rispetto dell'accordo di aprile, tanto che è già arrivata la rinuncia di Mediaset al congelamento del 3,5% di azioni di proprietà dei transalpini. La causa principale rimane ancora aperta con la richiesta, da parte del Biscione, di 50 milioni di risarcimento per ogni giorno trascorso dalla stipulazione del contratto o una trance unica da circa 1,5 miliardi. Il colosso Sky godrebbe di grossi vantaggi da questo assorbimento: non solo avrebbe libero accesso alle immagini della Champions per il 2017, ma allo stesso tempo non avrebbe alcun concorrente significativo nelle aste che inizieranno a febbraio per i tornei fino al 2020. Unica nota stonata, il possibile intervento dell’Antitrust che potrebbe ostacolare l’accordo. Nonostante ciò, Vivendi continua a lavorare ad una controfferta. L’ultima in ordine cronologico parla di una partnership avente per oggetto l’80% di Mediaset Premium. Il restante 20% andrebbe invece ad un altro partner, che potrebbe essere la spagnola Telefonica (anch’essa sotto il controllo di Bolloré) che detiene già l’11% delle azioni della pay tv Mediaset. Insomma una vicenda che ha ancora molto da dire.

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