Se Gasperini ha scelto l'Atalanta in fondo è anche merito di Reja

Ha fatto qualche viaggio, non è un pensionato ma ammette che c’è tempo per ogni cosa. Al calcio ha dedicato gran parte dei suoi 71 anni e se dovesse arrivare qualche proposta intrigante ci penserebbe, ma per ora si rilassa e ammira l’Atalanta. Edy Reja, ex tecnico degli orobici, parla della Dea e dalle sue parole si capisce quanto Bergamo e la sua gente gli siano rimaste nel cuore, quanto sia speciale il rapporto con il presidente Percassi e il figlio Luca.
Mister Reja, tutta l’Italia parla dell’Atalanta e dei suoi giovani: sorpreso?
«Beh, non potevo aspettarmi una squadra capace di sfoderare delle prestazioni di questo livello dopo un inizio balbettante e pieno di difficoltà. L’Atalanta è lì in alto con pieno merito, questo per me è il messaggio più significativo. Fisicamente stanno benissimo, i giovani ti danno grande entusiasmo e c’è da augurarsi che possano andare avanti fino in fondo: quando ci mettono la voglia e la freschezza giuste, le qualità vengono esaltate. Il vero motore di questa squadra credo che siano proprio i giovani mandati in campo da Gasperini».
Iniziamo da Caldara: lì dietro è spesso decisivo.
«Non ho avuto il piacere di allenarlo ma lo abbiamo seguito molto, il suo rientro era già stato programmato. Lo stesso discorso posso farlo per Kessie, addirittura io lo volevo a gennaio quando il Napoli prese Grassi ma non fu possibile: il Cesena si stava giocando la Serie A, abbiamo scelto dunque di lasciarlo in Romagna».
Ma Kessie pensava potesse essere così forte?
«Con me si era già allenato per alcuni mesi alla fine della stagione 2014/2015, si vedeva che aveva grandi potenzialità e aveva solo bisogno di giocare un campionato vero come la nostra Serie B. Lo ha fatto, ha stupito tutti quelli che non lo conoscevano ma non di certo noi dell’Atalanta: è un giocatore vero».
Presto potrebbe partire: meglio Italia o Inghilterra?
«Sono valutazioni che né capisco né, a mio parere, si possono fare. Ha grande fisicità, una discreta tecnica e può giocare senza problemi con diversi moduli in mezzo al campo. Più forte di Pogba? Non penso si possano fare paragoni di questo tipo, certamente è un giocatore importante».
Il sostituto è già in casa, si chiama Gagliardini.
«Era l’alternativa a Kessie, a Vicenza stava giocando ma lo abbiamo riportato a casa e ci abbiamo lavorato prima dell’esordio in Serie A col Genoa. Ha mezzi tecnici importanti e fisicamente ci siamo. Sinceramente non pensavo di vederlo in Nazionale, è stata una gradita sorpresa. Forse ha saltato qualche tappa, alla luce soprattutto delle poche partite da titolare in A».
E Freuler che gioca in cabina di regia?
«È arrivato a gennaio dopo essere stato sempre titolare nel Lucerna aveva bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi nel nostro campionato. È un giocatore di sicuro valore».
Chiudiamo con Conti e Petagna.
«Con me Conti ha giocato la prima gara a dicembre, a gennaio c’era l’idea di mandarlo a fare esperienza ma io ho voluto tenerlo qui. In Italia non ci sono molti terzini di valore, lui può giocare basso o alto così come su tutta la fascia. La crescita è continua. Petagna è invece un centravanti vero. Volevamo mandare a giocare Monachello e tenere lui come alternativa a Pinilla e Borriello prima, a Paloschi dopo. Credo che il merito sia del ragazzo ma anche di chi ha creduto nelle sue potenzialità come Sartori e il suo staff: c’è un gruppo importante che lavora sodo per garantire all’Atalanta giocatori di qualità».
E in panchina ora c’è Gasperini.
«Impossibile che fosse quello che abbiamo visto all’inizio. Eravamo in Costiera Amalfitana quest’estate, stavamo parlando e ad un certo punto ho chiamato io Sartori dicendogli che lo avevo davanti e bastava parlarci: era lui quello da prendere. Al mister ho consigliato vivamente l’Atalanta, gli ho parlato della piazza e del presidente oltre che di tutta la società. È stata la scelta migliore».
La partenza però è stata traumatica.
«Non capivo, certamente la vittoria con il Crotone ha permesso di svoltare. Con i Percassi ogni tanto ci sentiamo, il presidente era molto preoccupato ma le cose si sono poi sistemate e adesso stiamo vedendo il lavoro vero di Gasperini. Lo stimo molto, magari al l’inizio è entrato un po’ a gamba tesa con i nuovi metodi di lavoro (soprattutto la difesa a tre) e ha cambiato anche qualcosa nel modulo. Quando la squadra lo ha iniziato a seguire, i risultati sono arrivati: per me l'Atalanta è la vera sorpresa del campionato».
Secondo lei si può puntare all’Europa?
«È molto difficile perché bisogna vedere la continuità della squadra. Sicuramente il mister non molla mai e conosce bene cosa bisogna fare per conquistarsi la pagnotta ogni giorno: se la squadra lo segue e i giovani continuano così, è giusto guardare avanti con fiducia. Il mercato di gennaio sarà importante, l’Atalanta deve sempre guardare alle proposte che arrivano e non bisogna mai dimenticarlo. Però fidatevi della società: la famiglia Percassi ha investito tanto nel settore giovanile, ha creato una struttura di primissimo livello. Vi daranno soddisfazioni».
Domenica arriva la Roma, l’anno scorso giocaste due grandi partite contro i giallorossi.
«Andammo all’Olimpico a vincere una partita importante contro una squadra in difficoltà assoluta, non credevo potessero essere così vuoti dal punto di vista fisico. Al ritorno giocammo una grande gara, meritavamo di vincere e dopo lo 0-2 non pensavo di riuscire a ribaltare tutto: ci siamo portati sul 3-2, abbiamo avuto la palla del ko ma alla fine siamo usciti solo con un punto».
Con i tifosi lei ha sempre avuto un grande rapporto: ricorda quel ritorno a Zingonia?
«Una serata incredibile. Non sapevo cosa ci aspettava, siamo arrivati con i fuochi d’artificio che ci hanno accolto e due ali di folla pronte ad abbracciarci. Il mio rapporto con la città e la gente dell’Atalanta è stato splendido, fino all’ultimo giorno: quando sono partito da Caravaggio in bicicletta tanti tifosi sono venuti a salutarmi. Sono cose che ti restano dentro. A Bergamo ho passato un periodo difficile con quelle 14 partite senza vittorie, la società ha tenuto la barra dritta e siamo ripartiti con Borriello: appena arrivato pesava 87 kg, una volta rimesso in forma, a 81 kg, la squadra ha ritrovato il filo del gioco».
Un po’ come Gasperini che ha trovato, tra gli altri, anche Petagna e Kurtic.
«Fondamentali. Soprattuto Kurtic, in quella zona di campo, è l’uomo che regala equilibrio a tutta la manovra. È l’uomo per tutte le stagioni. Con lui e un centravanti che gioca benissimo spalle alla porta, il valore aggiunto di Gomez brilla ancora di più. Con me il Papu faceva a volte anche il terzino, giorno dopo giorno si sono costruiti rapporti importanti che portavano tutti al sacrificio».
Effettivamente di lei parlano tutto molto bene.
«In quello spogliatoio ci sono uomini veri, ho trovato unione e forza. Tutti assieme ne siamo venuti fuori. Gente come Raimondi e Migliaccio sono stati esemplari, fidatevi che in tante altre piazze sarebbe bastato molto meno per vedere i protagonisti andare un po’ per conto loro senza pensare alla maglia che indossavano».
Oggi invece i giovani giocano e la città sogna.
«Sono davvero felice per chi ama l'Atalanta. L'ambiente può dare una grande mano, i tifosi fanno bene a sognare, se lo meritano. Auguro alla Dea di farcela e incoraggio Gasperini a continuare a spingere sull’acceleratore: bisogna tenere botta e non mollare nemmeno di un centimetro».