Quando il calcio incontra l'autismo 30 ragazzi e una partita vincente

All'inizio Anna non voleva nemmeno entrare in campo. Marco aveva paura persino della pioggia, figurati del pallone che rotola e rotola e non la smette mai. Invece Andrea teneva sempre le mani sull'orecchio, ma alla fine è riuscito a fare un passaggio. Il calcio è davvero di tutti. Anche dei bimbi con disabilità psicomotorie. E non è vero che l'autismo ti esclude da tutto. Ci vogliono pazienza e un progetto serio. Perché correre e nuotare sono cose che uno fa da solo, ma come fai se devi passare il pallone a un compagno? Per fortuna che nascono progetti come quello dell'Ad Accademia Calcio Integrato e della fondazione Roma Cares. Questo ha cambiato la vita a 30 bambini affetti da autismo. Messo in piedi un anno fa, sono servite due ore alla settimana di lezione, istruttori specializzati, logopedisti, campi adeguati, un supporto sanitario. Ma oggi, ha raccontato Matteo Pinci su Repubblica di lunedì 28 novembre, alcuni di quei bimbi sono riusciti a giocare la loro prima partita con altri coetanei.
L’autismo è una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo neurobiologico che produce alterazioni nello sviluppo psico-cognitivo ed emotivo. Spesso, chi ne è affetto, non riesce a interagire come tutti gli altri con le persone e l’ambiente che lo circonda. Se negli Stati Uniti un bambino su 88 è affetto dalla sindrome dello spettro autistico, in base ai risultati riportati dalla Fondazione italiana per l’autismo, derivanti dai numeri forniti da alcune Regioni, nel nostro Paese il rapporto scende al 3-4 per mille. Non ci sono dati ufficiali in merito alle diagnosi. Secondo altre stime sarebbero 500mila le persone in Italia affette da autismo, una cifra corrispondente all’1 percento della popolazione. Negli Usa il numero sale a 3,5 milioni, nel mondo si arriverebbe a 60 milioni di persone.
Progetti come quello dell'Accademia calcio integrato aiutano a migliorare le cose. I primi risultati sono stati incoraggianti. La maggior parte dei partecipanti ha acquisito delle competenze motorie: camminare e correre tra i conetti, rotolare, saltare ostacoli, afferrare la palla e stare in equilibrio. Non è poco. In relazione al correre con la palla si è evidenziato che il 61 percento è migliorato in modo significativo mentre il 39 percento non ha acquisito questa competenza. Il progetto è stato presentato alla Regione Lazio perché possa diventare un modello anche su scala nazionale. Umberto Gandini, amministratore delegato della Roma, lo porterà all'Eca, l'associazione dei club europei. La diffusione è decisiva. Il Manchester United segue i metodi di applicazione dell'idea, per dire. E in pochi mesi è stato dimostrato che l'integrazione tra normodotati e bambini con disabilità cognitive è possibile.