Betty, la regina del topinambur Prima bergamasca a coltivarlo

Fontanella, nella Bassa Bergamasca, riscopre, grazie alla passione di una sua compaesana Elisabetta Ravani, detta Betty, un prodotto da tempo ormai scomparso dalle nostre tavole: il topinambur. Il nome evoca strani prodotti esotici, da isole del Pacifico. In realtà invece, se tornassimo indietro di cent’anni, questo tubero sarebbe familiare a tutti anche da noi. Ancora oggi, in paesi come Bulgaria e Germania, ma senza andare troppo lontani anche in Piemonte, è diffusissimo.
L’idea di riscoprire questo tubero dagli effetti miracolosi è venuta a Betty in un modo del tutto originale. «In famiglia lo si conosceva già – ha dichiarato Betty – tuttavia ho trovato un libro del 1882 in cui si narrava la storia di un contadino, che in tempo di crisi, per risolleversi, decidette di coltivare il topinambur. Ero io! Così ho pensato che valesse la pena di riscoprire questo prodotto e provare a coltivarlo».




Con una quantità calorica bassissima, 30 kilocalorie ogni 100 grammi, il topinambur, nonostante sia un tubero, può essere mangiato senza problemi anche dai diabetici, in quanto ricco di elementi zuccheroregolatori. Ma oltre ad essere un ottimo nutriente, può diventare anche un perfetto cosmetico. «È un prodotto estremamente versatile – ha continuato Betty – può essere mangiato cotto e crudo, fritto, non va nemmeno sbucciato, basta lavarlo ed è già pronto per essere mangiato. Ora produciamo circa 5mila chili. Il prodotto si consuma solo d’inverno anche se la mia idea è quella di essicarlo, così da poterne fruire anche d’estate, ossia fuori stagione».
La cause dell’abbandono di questo prodotto sono da attribuire al fatto che la coltivazione e la raccolta può essere fatta solo a mano e quindi risulta poco vantaggiosa in termini di profitti per qualsiasi azienda. «Da sempre mi sono interessata ai prodotti salutistici e benefici – ha detto Betty – e mi sembra davvero un peccato perdere questo prodotto che può risultare un’ottima soluzione anche ai problemi alimentari del futuro». Ma l’ambizione di Elisabetta non si arresta qui. Infatti tra i suoi progetti c’è quello di legare sempre più il prodotto a Fontanella. «In paese e nella Bergamasca sono l’unica e la prima ad aver riscoperto questo prodotto – ha concluso Betty – mi piacerebbe negli anni successivi dare avvio ad una sagra dedicata al topinambur e legare questo prodotto al paese, un po’ come la radice di Soncino, vorrei che in futuro tutti apprezzassero e cercassero il Topinambur di Fontanella».