Chi giocherà e i 2 mila allo Stadium

L'attesa sta finalmente per finire Juve-Atalanta si sta già giocando

L'attesa sta finalmente per finire Juve-Atalanta si sta già giocando
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Ormai ci siamo, l’impegno di Coppa Italia con il Pescara è stato agevolmente superato e laggiù, in fondo, c’è la super sfida contro la Juventus a Torino. Come ci arriva l’Atalanta? Che indicazioni trarre dalla sfida al Pescara? Come aspettano i tifosi la partita? Ma, soprattutto, perché il numero 27 è così importante per credere nella vittoria?

 

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L’Atalanta non cambia, nonostante gli interpreti. Al cospetto del Pescara, Gasperini ha presentato dall’inizio solo tre giocatori che possono ambire a una maglia da titolare sabato sera: Sportiello e Freuler (sicuri di giocare) e Toloi (in ballottaggio con Zukanovic). In corso d’opera è entrato anche Masiello (altro sicuro di giocare) e nel complesso queste mosse sono servite a rimettere in moto le gambe di chi, come lo svizzero o il brasiliano, dovranno correre parecchio per tenere testa ai bianconeri. Alla luce del risultato, della prestazione, dei gol e delle occasioni create, ciò che si è capito mercoledì sera allo stadio di Bergamo è che l’Atalanta, nessuno escluso, è una squadra bellissima. Se piazzi al centro della difesa uno sbarbato di 17 anni (Bastoni) che non mostra il minimo cedimento, se Grassi torna in campo dopo un sacco di gare e gioca con quella foga, se Capone e Latte creano pericoli in serie e l’oggetto misterioso Pesic dipinge assist di tacco e segna pure, vuol dire che tutto il gruppo segue il suo allenatore e crede nella sua politica. Nota di merito particolare per Cristian Raimondi: numero 77 sulle spalle, il capitano ha fatto gol e ha colpito una traversa da urlo. Ma è la prestazione a regalare certezze. Lui e Migliaccio, i due “vecchietti”, ci sono e ci saranno sempre.

 

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Come arriva l’Atalanta alla gara con la Juve. La squadra di Gasperini arriva con grande serenità alla sfida di sabato. L’undici titolare è quasi definito, in Coppa hanno riposato Caldara, Zukanovic, Conti, Kessie, Spinazzola, Kurtic, Petagna e Gomez, che saranno quasi certamente tra i titolari in casa della Juventus. Per loro è stata una settimana di lavoro classica, ma erano quasi tutti nella pancia del Comunale ad assistere al match di Coppa Italia e ci sono stati tanti sorrisi. Ora la squadra si allenerà a Zingonia giovedì, la rifinitura è prevista per venerdì prima della partenza per il ritiro all’ombra della Mole e, a ben guardare, pure per la lista dei convocati fioccano certezze. Berisha (intervento rimandato, ginocchio ancora gonfio) e Paloschi non ci saranno al pari di Cabezas e Konko, mentre Stendardo, Carmona e Pinilla sono ormai ai margini. Resta solo da capire, dunque, quanti ragazzi verranno aggregati. Bastoni (difensore) è l’indiziato numero uno, la sua presenza servirebbe per completare le scelte a disposizione.

 

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I tifosi ci credono: in 2 mila al seguito. In attesa della comunicazione ufficiale del sold-out anche per il settore ospiti, a Bergamo non si parla d’altro. Cosa riuscirà a fare l’Atalanta nella tana della Vecchia Signora? Gasperini e i suoi ragazzi regaleranno un’altra impresa leggendaria? I tifosi ci credono, sui social in tanti sognano, ma tra chi argomenta, chi prova a ragionare su moduli e scelte e chi invece è già troppo preso dall’emozione, ci sono due temi molto importanti da analizzare. Il primo riguarda chi ci sarà e chi non ci sarà. Tra i 15 bus organizzati e le tante auto private al seguito, chi sarà nel settore ospiti è chiamato a dare grande sostegno ai ragazzi in campo. Anche perché la Bergamo Ultras non va in trasferta per scelta, lo sappiamo. E questo non è il momento di discutere le ragioni degli uni o degli altri. Il rispetto per ogni presa di posizione è sacrosanto, la festa in Porta Nuova di sabato scorso è stata la festa di tutti, tesserati e non tesserati. C’è l’Atalanta che fa sognare, tante emozioni da vivere e da raccontare. Il secondo è legato alla prestazione. Da quando Percassi è tornato in sella, l’Atalanta con la Juve ha sempre perso. In casa e in trasferta. Più del risultato, alla squadra viene chiesto di giocarsela fino in fondo a viso aperto. Sparagnini? No, sfrontati. Timorosi? No, affamati. A testa alta, in tutte le zone del campo. Questo è quello che vogliono vedere i tifosi nerazzurri. Dal presidente in giù.

La cabala: si vince a Torino ogni 27 anni. Nella sua storia, la Dea ha vinto a Torino solo 4 volte. Il 28 febbraio 1960 decise Zavaglio (0-1), il 23 settembre 1962 finì 2-3 con reti di Domenghini, Colombo e Mereghetti (quella squadra vinse poi la Coppa Italia del 1963) e poi ci sono le due vittorie del 1989 per 0-1: 22 gennaio gol di Evair, 8 ottobre gol di Caniggia. 1962, poi 1989 e ora siamo nel 2016: sono passati 27 anni, esattamente come tra il 1962 e il 1989. In attesa di vedere dal vivo le gesta orobiche sabato sera, riviviamo le emozioni di Caniggia ed Evair: chissà che non siano di buon auspicio.

https://www.youtube.com/watch?v=9RxlgjfJ2gI

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