Francesco e Irene Rocchetti

La Champions di karate tradizionale e i due bergamaschi pronti alla sfida

La Champions di karate tradizionale e i due bergamaschi pronti alla sfida
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«Sai chi è il vero campione? Quello che sa perdere. Perché chi non accetta la sconfitta non ha imparato a vincere». La meraviglia delle arti marziali non sta nel gesto, sta nell'essenza. Francesco Rocchetti è uno che l'essenza l'ha appresa con l'applicazione, il lavoro, il sudore. E poi: «Il mio maestro è mio padre». Sì, ok, lo diciamo tutti. «No no, il mio maestro di karate è anche mio padre». Ah. Pure Francesco parteciperà alla Coppa Shotokan, la competizione di karate tradizionale in programma il 3 dicembre a Zola Predosa, Bologna. Qualcuno l'ha definita «l'Olimpo del tradizionale», ma il parallelo "Champions League del karate" potrebbe essere sufficiente. «È una manifestazione molto bella e importante, a cui gli atleti tengono tantissimo», dice Francesco.

 

 

In effetti la formula è avvincente. Si affrontano tutti i migliori atleti d'Italia selezionati dai comitati regionali e quindi chi vince è il più forte italiano in circolazione. «Io l'ho vinta una volta - racconta ancora Francesco -, era il 2014 ed è stato bellissimo. Tra questa coppa e i campionati italiani saprei cosa scegliere, sì». Ovviamente la Shotokan, che in pratica si svolge in due diverse sezioni, quella del kata (una specie di coreografia del combattimento) e il combattimento vero e proprio. A differenza degli altri appuntamenti, la Shotokan non ha categorie: si lotta tutti contro tutti, bassi contro alti, chi pesa di più contro chi pesa di meno, eccetera. A differenza del karate sportivo, quello tradizionale è meno veloce, meno spettacolare. A Tokyo 2020 il karate sarà una disciplina olimpica. «E' questo è bellissimo - aggiunge Francesco -, ma ancora non è chiaro come sarà. Se voglio andare alle Olimpiadi? Pffff, certo che mi piacerebbe andarci. Sicuramente ci proverò. Ma le occasioni te le devono dare».

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Già nel giro della nazionale dal 2011, 26 anni, di Caravaggio, Francesco ha partecipato alle competizioni internazionali di primo piano. Nel 2008 ha vinto il campionato italiano Juniores, nel 2011 quello senior (specialità Fukugo), terzo posto a squadre agli Europei 2011 in Polonia, oro in Serbia l'anno dopo e secondo posto (sempre a squadre) ai mondiali di Liverpool. «Sono appena tornato dagli Europei in Grecia. Tra sei giorni nasce la mia bambina, abbiamo deciso di chiamarla Elena. Quando è arrivata la convocazione ho chiesto a mia moglie: "Cosa faccio?". Lei mi ha guardato e mi ha detto: "Vai, tranquillo". Siamo rimasti un po' con il fiato sospeso, ma è andata bene. Insegno educazione fisica alle Elementari e alle Medie. I miei studenti: "Com'è andata?". E io: "Benissimo, non sono arrivato al podio". Poi gli ho spiegato che bisogna saper accettare le sconfitte, che i veri campioni fanno così. Gli insegnamenti non sai mai da che parte arrivano».

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Quattro fratelli. Il più piccolo, Alberto, sta iniziando a fare sul serio. Il più grande, Michele, ha smesso. Poi c'è Irene, 20 anni, e anche lei parteciperà alla Coppa Shotokan. Francesco sta per diventare papà, ma fare il maestro è una cosa diversa. «Da bambino non vincevo mai. Giuro. Dopo una sconfitta mi facevo un sorriso e tornavo a giocare. Poi sono cresciuto e ho iniziato a vincere qualche torneo. Sono diventato cintura marrone a dieci anni, ma per diventare nera devi aspettare i dodici. Beh, lì ho imparato a tenere duro. I miei amici mi dicevano: "Facile, eh, con tuo papà che ti allena?". Macché. Lui mi ha sempre detto che per essere oggettivo nelle votazioni mi toglieva tre decimi. Una marea. Ho imparato che nessuno ti regala nulla. Ma lui mi ha trasmesso la passione per questo sport ed è riuscito a scindere i ruoli di padre e maestro, non deve essere facile».

 

RISULTATI

Francesco Rocchetti:
2° Kata
3° Kumite a squadre
Ilaria Rocchetti: 
3° Kumite a squadre
4° Kata
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