Urla «cioccolatino» all’avversario Assolto: «Non è insulto razzista»

Dire «Cioccolatino» a un giocatore di colore si può. Lo ha stabilito la giustizia sportiva, annullando la squalifica per dieci giornate per razzismo a carico del calciatore della squadra Juniores del Badalasco Mattia Spizzighi, nei giorni scorsi. Tutto era cominciato durante il match del 29 ottobre contro la Verdellinese: Spizzighi si rivolse a un avversario di colore, classe ’97, fuori quota, con l’epiteto «cioccolatino». Il cartellino rosso e la conseguente squalifica furono immediate: «Razzismo».
La severa decisione della corte non è stata però digerita dalla società del Badalasco, che ha deciso di fare ricorso. E analizzato il caso,la Corte sportiva d’appello territoriale ha clamorosamente fatto notare che la frase pronunciata non è da considerarsi razzista. Pare infatti che il termine usato andasse interpretato, non in modo isolato, ma strettamente legato alla «scivolata» del giocatore della Verdellinese, che sentendosi toccato in area di rigore avrebbe perso l’equilibrio «sciogliendosi come un cioccolatino». Interpretazione che sarebbe sfuggita all’arbitro, il quale, su due piedi, aveva quindi deciso di esporre il cartellino rosso, sentendo urlare in campo «razzismo!» e senza aver seguito l’intera dinamica. Lo spiegano Spizzighi stesso e il mister Andrea Bosco, che hanno confermato la versione della «scivolata». «Avrò sbagliato a dire quella parola, ma l'ho detta in modo superficiale - ha spiegato il primo - Era più una battuta verso il mio compagno di squadra che aveva detto "si è sciolto"». Da parte sua il mister ha ammesso che il termine decontestulizzato potrebbe essere inopportuno ma, in questo caso, non ci sarebbe stato alcun gesto razzista. «Più volte si sente in campo “si è sciolto”, indipendentemente da razza e colore - ha spiegato - Se fosse stato detto nei confronti di un bianco, non si avrebbe avuto lo stesso effetto. La frase era stata detta ingenuamente, un po’ per abitudine».
Ma più in generale, si legge nella sentenza, la giustizia sportiva ha letteralmente sancito che «l'espressione “cioccolatino” non può essere considerata un'espressione a sfondo razziale». Una decisione che farà probabilmente giurisprudenza.
Tra sportivi e simpatizzanti, però, domina l’incredulità. Già dopo il match la questione fece discutere, ma nessuno si sarebbe aspettato un sequel del genere, tantomeno la Verdellinese. «Appena sono tornati dalla partita e mi hanno raccontato l’accaduto, la cosa mi è sembrata subito grave - ha dichiarato il direttore generale della Verdellinese, Andrea Gotti - In ognuna delle nostre squadre abbiamo almeno tre giocatori di colore a da sempre li abbiamo abituati a non reagire a insulti e calci. Ma evidentemente la Badalasco ha un modo diverso di fare sport. Durante tutta la partita si è respirata una brutta aria. Non sono mancati i “falli da killer” come se fosse una finale di Champion’s».
Letta la sentenza, sono stati soprattutto i ragazzi a rimanerci male. Imbarazzato per come si è concluso il fatto, Gotti ha intenzione di archiviare l’incidente. «Non abbiamo intenzione di perdere tempo. Il mio consiglio a chi ha preso la decisione è di andare a fare altri mille lavori, ma di farli meglio di questo».