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Gli 80 anni di papa Francesco

Gli 80 anni di papa Francesco
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Probabilmente papa Francesco non aveva molta voglia di festeggiare questi suoi 80 anni. Non è nel suo stile mettersi al centro, attirare troppo i riflettori per vicende che riguardano la sua persona. «Grazie, ma vi dirò una cosa che vi farà ridere: nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta jella e chi fa gli auguri in anticipo è uno jettatore», aveva detto mercoledì, durante l’udienza generale a quelli che volevano già dare il via ai festeggiamenti. E oggi quando ci sarà il concerto per lui con Claudio Baglioni protagonista in Vaticano, lui non ha voluto essere presente. Farà solo un collegamento video per salutare i presenti.

 

 

Per tutti questi motivi non gli avrà fatto dispiacere che oggi il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, si sia dimenticato del suo compleanno. Non così Repubblica che ha nel suo fondatore, il laicissimo Eugenio Scalfari, un assoluto fan, oltre che amico personale, di Francesco. E oggi sulla prima pagina del quotidiano il suo fondo suona come un solenne riconoscimento del ruolo straordinario che Bergoglio sta avendo sul mondo: dopo sant’Agostino, lui, dice infatti Scalfari. E non è riconoscimento da poco visto che tra uno e l’altro ci passano più di 1500 anni. Nell’editoriale Scalfari cita frammenti di conversazioni recenti avute con Francesco. Una risposta del papa merita di essere certamente menzionata. La domanda era relativa all’Assoluto. «La modernità non crede all’Assoluto», gli aveva obiettato Scalfari. «Non esiste la verità assoluta. Quindi lei dovrà confrontarsi con il relativismo». Ed ecco come Bergoglio ha risposto: «Infatti. Per me esiste l’Assoluto, la nostra fede ci porta a credere nel Dio trascendente, creatore dell’Universo. Tuttavia ciascuno di noi ha un relativismo personale, i cloni non esistono. Ognuno di noi ha una propria visione dell’Assoluto, da questo punto di vista il relativismo c’è e si colloca a fianco della nostra fede».

 

 

Ma a dispetto della simpatia che raccoglie (l’hashtag #pontifex80 è stato in testa ai trend tutto il giorno), il mondo ostile a papa Francesco – un mondo che raramente si espone ma che si muove insidiosamente sotto la superficie delle acque – sembra aver impostato la strategia del silenziatore e dell’isolamento. Ne ha scritto sul Fatto quotidiano un osservatore esperto di cose vaticane come Marco Politi: «La battaglia sotterranea è aspra. “Il clericalismo è uno dei mali più seri nella Chiesa”, ha detto il mese scorso Francesco ai suoi confratelli gesuiti. I suoi oppositori vogliono metterlo nell’angolo pur esprimendogli formale riverenza. Soprattutto vogliono impedire ad ogni costo che al prossimo conclave sia eletto un Francesco II. Se si prende la lista di cardinali e vescovi, che a partire dal primo Sinodo sulla famiglia nel 2014 hanno firmato libri, appelli e lettere si vedrà che si tratta di una rete influente e radicata nella Chiesa universale. Rispetto alla quale lo schieramento riformista si sta mostrando straordinariamente impacciato e silenzioso. Timoroso persino di difendere apertamente il papa».

 

 

La strategia insomma si delinea chiara: mettere il silenziatore sul papa e lavorare sotto coperta per evitare che il successore di Francesco sia fatto della sua stessa pasta. Passata la boa degli 80 anni per Bergoglio arriva la stagione più difficile: quella da cui si vedrà se dopo di lui la rivoluzione continuerà.

Intanto per i suoi 80 anni ha fatto le cose senza tradire il suo stile. Ha offerto una torta a tutti gli ospiti delle mense Caritas, riceverà la Comunità di Nomadelfia e alla sua tavola mangerà un dolce che il pasticcere di Borgo Pio ha immaginato dedicato ai migranti: sopra ha disegnato la mano del papa che stringe quella dei bambini di Aleppo.

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