Cosa si sa dei due fatti

L'attentato terroristico a Berlino e l'omicidio di Karlov ad Ankara

L'attentato terroristico a Berlino e l'omicidio di Karlov ad Ankara
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Il 19 dicembre, due terribili fatti di violenza hanno monopolizzato l'attenzione dei media internazionali. Entrambi sembra che siano legati alla situazione del Medio Oriente e al terrorismo islamico, anche se le informazioni sono ancora incomplete e c'è molta cautela da parte delle autorità.

 

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Il presunto attentato terroristico a Berlino. Alle 20.15 del 19 dicembre, a Berlino, un tir ha travolto un mercatino di Natale molto frequentato causando 12 morti e 48 feriti, di cui alcuni molti gravi. Il bilancio è, purtroppo, ancora provvisorio. Il fatto è avvenuto a Breitscheidplatz, nel quartiere di Charlottenburg, vicino alla chiesa Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche. Il mercatino è uno dei più popolari della città e uno dei più frequentati dai turisti. Per ora non ci sono certezze su quanto accaduto, ma sin dalle prime ore successive all'incidente, la polizia tedesca ha parlato di «sospetto attacco terroristico», sebbene per ora non ci siano state rivendicazioni da parte di gruppi terroristici internazionali. Diversi testimoni hanno affermato che il camion è arrivato da Budapester Strasse e non ha rallentato.

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Il mezzo, di targa polacca, sembra provenisse dall'Italia e dovesse consegnare dell'acciaio a un'azienda berlinese. A bordo del mezzo, dopo l'incidente, le autorità hanno trovato un uomo polacco morto, ma non nell'incidente. L'ipotesi più probabile è che il camion sia stato rubato e poi "dirottato" sul mercatino natalizio, tanto che i titolari dell'azienda della cui flotta faceva parte il mezzo hanno riferito alle autorità di aver perso i contatti con l'autista del tir alle 16 circa di quel pomeriggio. Subito dopo la tragedia, a due chilometri di distanza più o meno, la polizia di Berlino ha arrestato un uomo di origine pakistana. Secondo alcune informazioni filtrate dai media tedeschi, sembra che si tratti proprio del soggetto che si trovava alla guida del camion e che ha tentato la fuga provando a sfruttare il caos degli istanti immediatamente successivi all'incidente. Un cittadino tedesco, però, se ne sarebbe accorto e avrebbe iniziato a seguire l'uomo, mettendosi nel frattempo in contatto con le autorità, che sono così riuscite a fermarlo. Le prime informazioni su di lui sono iniziate a circolare soltanto la mattina del 20 dicembre, quando il quotidiano di Amburgo ha scritto che il sospettato sarebbe un ragazzo pachistano di 23 anni, conosciuto come “Naved B” e nato nel 1993. Intanto, alle 7.43 circa di martedì, le forze dell'ordine tedesche sembra che abbiano fatto un blitz nell’ex aeroporto di Tempelhof, nel Sud della capitale tedesca e oggi adibito a centro di accoglienza per rifugiati. Top secret le motivazioni dell'irruzione al momento. Se si appurasse che i fatti di Berlino sono stati un attentato, si tratterebbe del quarto attacco terroristico in Germania da febbraio a oggi.

 

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L'omicidio dell'ambasciatore russo in Turchia. Poche ore prima della tragedia nella capitale tedesca, ad Ankara, un giovane uomo armato ha ucciso a colpi di pistola l’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov. Karlov stava tenendo un discorso all’inaugurazione di una mostra fotografica quando un agente della polizia turca, ha sparato otto colpi verso di lui e ha poi urlato: «Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria!». Le immagini e i testimoni hanno riferito che l’aggressore ha urlato sia in turco che in arabo. Gli altri poliziotti presenti sono intervenuti uccidendo l'assassino. Nelle ore successive alla terribile aggressione, ripresa anche da diverse telecamere, si è fatta chiarezza sull'identità dell'aggressore: si trattava di Mevlut Mert Altintas, 22 anni, diplomatosi nel 2014 all'accademia di polizia Rustu Unsal di Smirne e membro delle unità anti-sommossa di Ankara. In due occasioni aveva anche prestato servizio per la scorta del presidente Recep Tayyip Erdogan, sia a Konya nel 2014 che a Bursa nel febbraio 2015. La polizia turca ha poi fermato la sorella e la madre dell'assassino e ha perquisito l'abitazione di Altintas a Soke, nella provincia di Aydin, nel Sud-Ovest del Paese.

 

https://www.youtube.com/watch?v=JaNvcHw5SCY

 

La reazione della Russia, al momento, è stata fredda ma decisa: la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha definito l'omicidio di Karlov, senza mezzi termini, «un atto terroristico» e ha poi annunciato che la questione sarà posta al prossimo Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha invece avuto un veloce dialogo telefonico con Vladimir Putin. Ad Ankara, però, molti non sono convinti della pista islamista. Il sindaco di Ankara, ad esempio, sui propri canali social ha scritto che «gli slogan islamisti sono una copertura, l'assalitore era un membro del Feto». Il Feto sarebbe l'Organizzazione del Terrore Gülenista, in altre parole da frangia armata dei sostenitori di Fethullah Gülen, principale rivale politico di Erdogan oggi rifugiatosi negli Stati Uniti e principale ricercato in Turchia poiché considerato la mente dietro al tentato colpo di Statodel 15 luglio scorso. Questa versione, che sta prendendo sempre più piede ad Ankara e dintorni, in realtà non convince affatto gli osservatori internazionali, che temono invece che Erdogan possa utilizzare anche l'assassinio di Karlov per aumentare il proprio potere e compiere nuove durissime ritorsioni verso i propri avversari politici.

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