In Val Brembana

Franco Togni, morto in montagna Campione di maratona e scalatore

Franco Togni, morto in montagna Campione di maratona e scalatore
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[Foto in apertura di BergamoSportNews]

 

Non un escursionista qualsiasi, ma un maratoneta di primissimo piano. Quando un alpinista ha segnalato al 118 che un uomo era precipitato lungo una canalina del monte Grabiasca, lungo il sentiero che collega il rifugio Calvi (sopra Carona) al Brunone, non innevata ma ghiacciata, non si poteva immaginare che quell'uomo inerme, impossibilitato a muoversi nel gelo del fondovalle, fosse una gloria dello sport locale, nazionale e internazionale. F.T., 56 anni, di Sorisole, dicevano le prime comunicazioni alla stampa delle forze dell'ordine.

Poi la bruttissima ufficializzazione della notizia per il mondo dell'atletica italiana, oltre che naturalmente per la famiglia e gli amici: la vittima è Franco Togni. Il maratoneta si era probabilmente preparato per un'uscita di più giorni, visto che il soccorso alpino ha dichiarato che era ben equipaggiato con molta attrezzatura per l'alta montagna, tra cui i ramponi. Togni era infatti un amante delle scalate, avendo conquistato vette note come il Monte Bianco ed il Monte Ararat, poi la tragedia di ieri. Tantissimi anche i successi nel mondo della maratona con la vittoria del titolo italiano assoluto sulla 42.195 km a Carpi nel 1996. Solo qualche settimana fa, a 20 anni dal'anniversario, aveva vinto il campionato nazionale master (M55) a Ravenna chiudendo in 2h44'07".  Grande commozione nel mondo dell’atletica bergamasca in particolare tra i Runners Bergamo, squadra nella quale militava.

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Il recupero. Una volta allertata dall'escursionista di passaggio, la centrale operativa ha allertato il Soccorso alpino e fatto decollare l’elicottero dalla base del Papa Giovanni. L'arrivo sul posto è avvenuto in pochi minuti. L'equipaggio, però, non ha potuto far altro che constatare il decesso del 56enne, avvenuto probabilmente per i numerosi traumi riportati con la caduta e il rotolamento lungo il pendio. Un tratto non particolarmente impervio ma insidioso, a causa del ghiaccio (si trova a 2.300 metri di quota).La morte di Franco Togni segue a distanza di pochi giorni quella della giovane monzese Stefania Caruana, scivolata sul ghiaccio lungo il canalone del Cimon della Bagozza, in Val di Scalve, e morta il giorno successivo. Col ghiaccio, in quota, non si scherza. Il Cai invita gli escursionisti alla massima prudenza perché talvolta dare troppa confidenza alla montagna è pericoloso. Franco Togni, del resto, era un esperto. Aveva i ramponi, come abbiamo detto. Ma non è bastato.

Campione dello sport a 360 gradi. Argento vivo addosso. Anche dopo i 50. Franco Togni ha sempre dato tutto sé stesso per l’atletica. E ha ricevuto in cambio parecchie soddisfazioni. La cosa più stupefacente è che la vittoria del ’96 arrivò ad appena tre anni dal suo esordio in maratona. Una gazzella sbucata quasi dal nulla, uno che allenandosi nei ritagli di tempo (impiegato nella ditta Agnelli) aveva fatto mangiare la polvere ai professionisti dei gruppo militari. Nel ’96 fermò il cronometro a 2h12’36” (quinto nella lista bergamasca di tutti i tempi, per un decennio primato italiano over 35). Nell’ultimo biennio, come anticipato, era tesserato per i Runners Bergamo: «Tra i nostri 700 atleti era uno degli uomini più importanti, la notizia della sua scomparsa ha dell’incredibile – ha dichiarato Virgilio Barcella, presidente del sodalizio cittadino, a L’Eco di Bergamo –. Lo avevo sentito solo pochi giorni fa per coordinare la preparazione dei top runner del nostro gruppo, a cui faceva da allenatore. L’ultima volta che l’ho visto è stato una decina di giorni fa, alla Roncola, dove s’era prestato per fare da guida agli atleti non vedenti. Condoglianze sentite alla famiglia: qualcosa alla Mezza sul Brembo del prossimo 6 gennaio organizzeremo alla sua memoria. Senza di lui, noi da oggi siamo più poveri». Oltre alla maratona e alla montagna aveva praticato anche calcio, windsurf, sub, triathlon (bronzo ai tricolori sprint del ’93), ultramaratona (7° alla 100 km Passatore senza una preparazione specifica), ciclismo e pure motociclismo. Lascia la moglie Patrizia e i tre figli Manuel (22 anni), Simona (20 anni) e Gabriele (18 anni).

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