Quattro escursioni per godersi la bellezza della neve sulle Orobie
Foto di copertina Forum.Valbrembana.
Quasi non ci credevamo più, ma alla fine, sulle nostre montagne è arrivata la neve, per la gioia di sciatori, escursionisti ed alpinisti. Ripartiamo, armati di tutto punto con ciaspole, sci, scarponi (e la dovuta attenzione) per quattro escursioni nelle nostre belle valli bergamasche. Le presentiamo dalla più facile alla più difficile.
Passo San Marco
Il primo itinerario è ottimo per scaldare le gambe! La partenza avviene da Mezzoldo, precisamente dal rifugio Madonna delle Nevi (m.1300). Si interrompe qua la strada estiva che porta al Passo San Marco e che d’inverno (essendo chiusa) diventa ottima per ciaspolatori e scialpinisti. La strada è comunque battuta dal gatto delle nevi e dalle motoslitte fino al rifugio San Marco 2000. Giunti al rifugio è possibile, in circa mezz’ora, raggiungere il Passo San Marco, posto a m.1991 e un tempo valico di collegamento tra lo Stato dei Grigioni (che occupavano la Valtellina) e la Repubblica di San Marco (padrona del bergamasco). Tuttora durante il periodo estivo il valico di San Marco rappresenta un’importante punto di collegamento tra Bergamo e la Valtellina. La sola salita è di poco più di due ore e copre un dislivello di quasi 800 metri per circa 8 chilometri.
Monte Visolo
Tutti abbiamo osservato la Presolana dal passo omonimo. Solo i più attenti, però, avranno notato l'elevazione posta alla sua destra. Per chi non lo sapesse, parliamo del monte Visolo, montagna satellite posta a fianco della Regina, che d'inverno diventa una facile e appagante meta per ciaspolatori e scialpinisti. Si parte dal classico sentiero CAI 315-316 che conduce alla Baita Cassinelli (m.1520), ora chiusa. Arrivati a poca distanza dalla baita abbandoniamo il sentiero che scende a sinistra e proseguiamo seguendo le indicazioni per il monte Visolo (CAI 315). Il sentiero sale ripido lungo quella che d'estate è una dorsale erbosa, fino all’arrivo alla spalla sud della nostra montagna, a quota 1800 metri circa. Non vi resta che legare le ciaspole alle zaino e calzare i ramponi per la parte più faticosa (ma anche più divertente) della salita, fino all’arrivo sulla cima a metri 2369. In vetta ci troviamo a dirimpetto della parete della Presolana, talmente vicina da poterla quasi toccare! Il ritorno avviene sul percorso comune alla salita. Per raggiungere la vetta servono circa due ore e mezza di cammino e il dislivello è di 1100 metri.
Monte Campioncino da Schilpario
Per questa escursione ci spostiamo ai confini delle Orobie, quasi in Valcamonica. La partenza avviene dalla località di Fondi, a Schilpario, in prossimità di un piccolo centro abitato posto sulla strada estiva che conduce al Passo del Vivione, in questa stagione interdetta al traffico. Parcheggiata l’autovettura, si prosegue a piedi nel bosco, in un paesaggio che dopo un’abbondante nevicata risulterà, agli occhi dell’escursionista, quasi fiabesco. Dopo circa un’ora abbandoniamo la strada che porta al Passo del Vivione e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Cimon della Bagozza, aperto d’inverno nei fine settimana. Per il Monte Campioncino dobbiamo lasciare il rifugio a sinistra e proseguire seguendo le tracce di ciasporatori e skialp, che con maggiore pendenza ci porteranno alla statua della Madonna dei Campelli (m.1800 circa). A destra possiamo ammirare la maestosa vetta del Cimon della Bagozza, dove alpinisti come Cassin e Bramati hanno aperto vie di arrampicata su roccia di elevata difficoltà. Si prosegue dritti sul tracciato, ignorando la bella parete del Cimone, seguendo le indicazioni per il Passo di Campelli. Raggiunto il valico si percorrere a mezza costa, neve permettendo, il lato Camuno del Monte Campioncino fino alla sua vetta, posta a metri 2100. Se avete avuto la fortuna di trovare una giornata di sole resterete a bocca aperta ammirando il panorama sulla Valcamonica, dove tra tutte le vette spiccherà niente meno che il Monte Adamello. Per la sola salita servono circa tre ore ed il dislivello è di poco inferiore ai 1000 metri. Il sentiero è sempre battuto da ciaspolatori e scialpinisti, ma comunque non è da sottovalutare!
Pizzo Baciamorti e Aralalta
Questa escursione prende il via da Cappo Foppa, frazione di Pizzino in Val Taleggio. Cartina alla mano si seguono le indicazioni per il segnavia CAI 153 che, a seconda dell’innevamento, potrebbero risultare poco visibili. Il sentiero si snoda nel bosco, tra pini ed abeti coperti di bianco. In questo paesaggio surreale si raggiunge in circa un’ora la Baita di Baciamorti (m.1540) ed il passo omonimo, dove un segnavia ci indicherà il percorso. Il bosco lascia il posto alla distesa di neve e continuando lungo la facile e larga cresta, risaliamo il suo crinale fino al culmine, posto a metri 2009. Ad attendere l'escursionista che raggiunge la vetta c'è una madonnina, e un bellissimo panorama sulla parete nord dei monti Venturosa e Cancervo! Seguendo la cresta, in pochi minuti, si può raggiungere la facile e vicina vetta del Monte Aralalta (m.2006), dove sulla cima si trova solo un “cumulo di sassi”, ora sepolto dalla neve, posto ad indicarne la vetta. La discesa può essere effettuata sul percorso comune all’andata, tuttavia i più esperti possono continuare la loro escursione scendendo seguendo la cresta che degrada a nord-ovest, in direzione del casolare sottostante le pendici del monte Aralalta. Raggiunto il casolare che porta il nome di Baita Cabretondo, non resta che seguire la traccia che ricalca il famoso Sentiero delle Orobie, fino all’intaglio chiamato “Bocchetta di Regadur”. Il sentiero degrada ora in una ripida discesa (attenzione in caso di ghiaccio!), transitando lungo ai Piani dell’Alben, regalando una vista magnifica sul vicino Resegone. Un ultimo sforzo ed apparirà come per magia il rifugio Gherardi (m.1650). Se siete arrivati fino a qua, il nostro consiglio è una tazza di tè fumante al rifugio, sempre aperto nei weekend invernali. Recuperate le forze non resta che mezzora di cammino lungo il segnavia CAI 120, che ci riporterà al punto di partenza. L’intera escursione, per chi vuole compiere il giro ad anello, conta 12 chilometri di sviluppo per circa 800 metri di dislivello positivo. I tempi totali possono arrivare a 5 ore, a seconda della neve presente.
Raccomandiamo sempre la massima prudenza.