La sentenza

Cgil e Cisl, la vittoria sulla Provincia «Via Tasso, condotta antisindacale»

Cgil e Cisl, la vittoria sulla Provincia «Via Tasso, condotta antisindacale»
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Scritto nero su bianco, come va fatto. Senza appelli. «Condotta antisindacale». Questo, molto in sintesi, il succo della sentenza del giudice del lavoro che condanna la Provincia di Bergamo e accoglie nei suoi punti essenziali il ricorso di Cgil e Cisl.  Il casus belli? L’ente di via Tasso è stato accusato di comportamento contrario agli interessi del lavoratori in relazione al fondo di produttività. Praticamente quel premio produzione che tante aziende private utilizzano con successo per motivare i dipendenti al raggiungimento di risultati. Di fatto, il Tribunale di Bergamo ha ritenuto illecito non aver dato «piena esecuzione agli obblighi contrattuali, decidendo unilateralmente di non corrispondere ai dipendenti il compenso per la produttività individuale» e di conseguenza ha ordinato alla Provincia di restituire quei 122 mila euro previsti dal fondo per il salario accessorio.

Per le segreterie di Fp (Funzione Pubblica) Cgil e Cisl Fp di Bergamo, «il decreto del Tribunale di Bergamo non riguarda solo il contratto del 2015, ma anche quello del 2016, per il quale gli effetti delle scelte unilaterali della Provincia di Bergamo hanno comportato una riduzione del fondo per la produttività di oltre 360mila euro e la conseguente esclusione del sindacato dalle trattative». Per Marco Brumana (Fp Cgil) e Mario gatti (Cisl Fp), l’esito del ricorso «fa giustizia  del tentativo, palese quanto maldestro, del presidente della Provincia di Bergamo e dei suoi “tecnici” consiglieri di estromettere dalle trattative e isolare le sole organizzazioni sindacali non disposte ad accettare le loro scelte unilaterali, e di quelle organizzazioni sindacali disposte a firmare qualsiasi contratto pur di ottenere il riconoscimento di non si sa quale ruolo dal datore di lavoro».

 

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Ora - concludono i due segretari provinciali della Funzione Pubblica - «si riaprono questioni che qualcuno, sbagliando, riteneva di aver risolto, prima fra tutte quella del Ccdi (Contratto Collettivo Decentrato Integrativo) del 2016. Ora spetta in primo luogo al presidente della Provincia di Bergamo, che ogni giorno a parole dichiara di essere al fianco delle organizzazioni sindacali, ma che quando è investito del suo ruolo di datore di lavoro pare essere poco avvezzo al confronto ed alla discussione, cercare soluzioni legittime e condivise».

Cgil e Cisl indiranno, in tempi brevi, un’assemblea generale del personale, al fine di chiarire le scelte che i dipendenti dovranno affrontare a seguito della conclusione del ricorso.

La Provincia, nel frattempo, ha subito dato il via, senza proporre opposizione, al conguaglio a favore dei dipendenti con il cedolino del mese di febbraio. Nel decreto del giudice del lavoro c’è infatti scritto: «Si ordina all’Amministrazione resistente di cessare il comportamento illegittimo e rimuoverne gli effetti mediante la riassegnazione della somma di 121.970,30 euro al Ccdi del 29 dicembre 2015». «L’Amministrazione – scrive in una nota la Provincia - seppure parzialmente soccombente, esprime comunque soddisfazione per il fatto che il giudice abbia ritenuto non sussistente la violazione degli obblighi di informazione preventiva in ordine ai provvedimenti assunti dal presidente oggetto della riorganizzazione adottati in esecuzione della legge 56/2014 (Delrio)».

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