La corruzione è in diminuzione Ma l'Italia rimane al 60° posto

I dati riportati dal report 2016 di Trasparency Intenationl fanno riflettere. L'organizzazione focalizzata a livello globale sulla lotta alla corruzione, ogni anno pubblica una classifica che confronta i livelli di corruzione di 176 Paesi nel cosiddetto Corruption Perception Index (CPI). La tecnica di classificazione utilizzata dall'associazione è molto semplice: attraverso l'analisi dei dati raccolti viene assegnato un punteggio da zero (molto corrotto) a cento (senza corruzione) ad ogni singolo Paese. L'Italia non ha mai visto da vicino le vette della classifica, ma fanno ben sperare i piccoli miglioramenti che si sono susseguiti negli ultimi anni.
Prima di entrare nel dettaglio dei dati è necessario fare un po' di chiarezza. Il CPI è una graduatoria stillata in base alla percezione di migliaia e migliaia di uomini d'affari ed esperti delle singole nazioni rispetto ai livelli di corruzione nei settori pubblici e nella politica. Si parla precisamente di "percezioni" perché ovviamente non esistono dati reali su attività criminose di questo tipo. Ad avvalorare questa tesi, Trasparency ogni anno migliora la sua attendibilità modificando la metodologia di elaborazione delle informazioni.
[Grafico creato daTrasparency International Italia]




E nel mondo? Se l'Italia è inequivocabilmente il fanalino di coda dell'Europa, sono in tanti a non sorridere. Il 69 percento dei Paesi presi in considerazione non supera i 50 punti, mettendo in luce quanto nel mondo della politica e del pubblico sia ancora largamente presente la corruzione. Non solo: a livello globale il tasso di percezione della corruzione è in continuo aumento. Sono infatti molti di più i Paesi che hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati. E se nuovamente Danimarca e Nuova Zelanda (90 punti) occupano la testa della classifica seguite da Finlandia (89) e Svezia (88), ci sono Paesi in fondo alla classifica che sfiorano appena la decina di punti, come Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (fresca di impeachment proprio per corruzione con 12 punti) e Siria (13). Questi dati sottolineano gli Stati più evoluti in fatto di trasparenza delle amministrazioni, diritti civili e libertà d'informazione. Sono pesanti le parole del presidente di Trasparency, José Ugaz: «Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare».