Elettroshock e bagni di acqua gelata La vera storia di Alda Merini a teatro

«Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita». Parola di Alda Merini, la «poetessa dei navigli». Frasi contenute nel suo libro La pazza della porta accanto, da cui Claudio Fava ha tratto la drammaturgia dell’omonimo spettacolo, con la regia di Alessandro Gassman e Anna Foglietta come protagonista, in scena da martedì 31 gennaio a domenica 5 febbraio (ore 20.30, tranne domenica ore 15.30) al teatro Donizetti per la stagione di prosa.
La vita di Alda Merini è nota. Ha trascorso gran parte dell’esistenza fuori e dentro i manicomi subendo elettroshock e bagni di acqua gelata. Considerata incapace di accudire le figlie che le sono state tolte, è arrivata a vivere d’elemosina con i senzatetto.

La Pazza della porta accanto

La Pazza della porta accanto

La Pazza della porta accanto

La Pazza della porta accanto
Il testo racconta una storia d’amore fra lei e un giovane, entrambi ricoverati in un ospedale psichiatrico: grigio, asfittico e con le sbarre, proprio com’erano i manicomi prima della riforma Basaglia del 1978.
La pièce commuove: la drammatica esperienza della Merini viene raccontata proprio in quell’ospedale psichiatrico. La poetessa si trova a condividere le giornate con le altre malate, alle quali recita spontaneamente i suoi versi. «Io credo davvero - ha commentato la Fogliettta - che la Merini sia un modello per ogni donna perché ci ha insegnato veramente la libertà e l'emancipazione. Ha insegnato ad ogni donna quanto è importante il rispetto per la propria natura, a non avere paura di questa natura. Anzi, bisogna assecondarla e farla brillare perché è ciò che ci rende davvero uniche, e davvero donne». «Mi sono aperta a questo spettacolo - aggiunge l’attrice - con grande coraggio, devo dire, e con grande libertà, mi sono fidata molto di me stessa, mi sono molto fidata di Alessandro Gassman e ho proprio aperto dei canali nuovi. Questo per un attore è oro».
Cosa dice il regista. Dopo essersi avvicinato alle problematiche della follia con Qualcuno volò sul nido del cuculo di Dale Wassernan, vibrante atto accusa contro le pratiche usate negli ospedali psichiatrici, Alessandro Gassmann approfondisce con La pazza della porta accanto un tema di portata civile e sociale così delicato e importante. «Conoscevo Claudio Fava, la sua storia, la sua sensibilità, il suo impegno politico e sociale; conoscevo la storia del padre Giuseppe, vittima della mafia, una delle piaghe più dilanianti del nostro paese. Conoscevo Alda Merini, “la poetessa dei navigli”, la drammaticità della sua esistenza; anch’io, come tanti, mi sono emozionato e commosso nel sentirla leggere i suoi appassionati versi. Dopo aver letto il testo di Claudio, ritratto giovanile, intimo e struggente della grande poetessa, ho avvertito immediatamente la necessità, direi l’urgenza, di metterlo in scena - dice il noto attore e regista -. Erano gli anni in cui la parola “depressione” non si conosceva e chi soffriva di questa malattia veniva definito pazzo».
Il cast. Sul palcoscenico Anna Foglietta è affiancata da un nutrito cast di attori che annovera Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio. L’ideazione scenica è dello stesso Alessandro Gassmann, in collaborazione con Alessandro Chiti. Costumi di Mariano Tufano. Musiche originali di Pivio & Aldo De Scalzi. Disegno luci di Marco Palmieri. Videografie di Marco Schiavoni. Produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria. Durata 1 ora e 20 minuti senza intervallo.
Un'attrice a caccia di nuove sfide. Anna Foglietta: un marito e tre figli avuti negli ultimi 4 anni, una carriera trasversale (teatro, all’inizio d’avanguardia, e poi cinema, tv, pubblicità) e ora la sfida sul palcoscenico: interpretare Alda Merini. La monotonia non è di casa per lei. Approda allo spettacolo quasi per caso, diventa un factotum al Teatro de’ Cocci di Roma (Testaccio) facendo «la qualsiasi» ma questa incredibile gavetta a 360 gradi alla fine la fa entrare in scena vestita da Pulcinella per fare la suggeritrice. Era il 2000. Dopo 5 anni entra nel cast di «La Squadra», quindi di «Distretto di Polizia». Il primo film è «Sfiorati», di Angelo Orlandi. Varie altre parti la portano a «Solo un padre», nel 2008. Il ruolo chiave che le cambia la vita, e la percezione a livello totale, è «Nessuno mi può giudicare», in cui veste i panni di una prostituta cha aiuta Paola Cortellesi a uscire da una situazione economica disastrosa. Lavora quindi con i Vanzina, con Claudio Bisio e con Lillo e Greg. Il ritorno in televisione è su produzioni brevi come «L’oro di Scampia» o «Ragion di Stato» di Marco Pontecorvo. Che dire: un’attrice versatile. Venuta alla ribalta con personaggi da commedia anche caciarona (cinepanettoni), è in grado di spaziare dal drammatico al comico.