Il divieto per tre anni

No a padrini e madrine al battesimo La scelta di un vescovo pugliese

No a padrini e madrine al battesimo La scelta di un vescovo pugliese
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Padrino e madrina? Meglio lasciar perdere. Così monsignor Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi e Venosa in Puglia, ha emanato un decreto per abolire le due figure per battesimi e cresime. Il decreto è stato definito 'ad experimentum', cioè sarà valido per tre anni e «potrà essere confermato o abolito quando verranno ritenute superate le motivazioni pastorali che lo hanno prodotto». «Da tempo», ha detto monsignor Todisco per spiegare la sua decisione, «abbiamo avviato una riflessione per capire come venire a capo di una realtà sempre più difficile. Oggi non è facile per due genitori individuare nella propria cerchia di amici e di parenti persone adeguate per svolgere un ruolo che dovrebbe essere di esempio e di testimonianza nella fede». Il vescovo sottolinea come la «diffusa secolarizzazione della società» e la «perdita di principi e valori ispirati al Vangelo» hanno portato a una situazione di degenerazione che chiunque abbia partecipato recentemente a battesimi e cresime ha potuto constatare. Il problema sta nel modo con cui le famiglie scelgono le figure che accompagnano i ragazzi ai due sacramenti. «Molti padrini e madrine, pur essendo brave persone, non hanno però piena consapevolezza del ruolo da svolgere come testimoni della fede perché scelti con criteri parentali, amicali o sociali», ha scritto monsignor Todisco nel suo decreto.

 

 

Il vescovo di Melfi non è il solo a decidersi a questo passo. Un analogo decreto sta infatti per essere varato dall’arcivescovo di un'altra diocesi del sud, quella di Rossano-Cariati, Giuseppe Satriano. «La lettera sarà diffusa nei prossimi giorni e non prevede la cancellazione dei padrini ma una rimodulazione della funzione e soprattutto», ha spiegato monsignor Satriano, «dei criteri di scelta. D’accordo con la famiglia e con il ragazzo, vedremo di privilegiare chi, come educatori e catechisti, ha già avuto un ruolo significativo nel cammino di preparazione. La scelta, in occasione della Cresima, potrebbe cadere anche sullo stesso padrino del Battesimo, sempre che accetti di mettersi in gioco in un percorso catechistico significativo». Insomma padrino sì, ma scelto con criterio. Se padrino e madrina devono essere garanti della crescita dei ragazzi nella fede, bisogna che a loro volta siano nelle condizioni di svolgere questo compito.

 

 

Il catechismo della chiesa cattolica infatti è molto esplicito in materia. Al punto 1225 di questa summa della chiesa cattolica si spiega infatti che «la grazia battesimale possa svilupparsi è importante pure il ruolo del padrino e della madrina, che devono essere dei credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, il loro compito è una vera funzione ecclesiale». La questione è arrivata anche sul tavolo di Papa Francesco, perché gliel'hanno sottoposta i vescovi calabresi, che hanno lanciato l'idea che padrino e madrina vengano sospesi per dieci anni, per evitare in particolare che siano strumento usato dalla 'Ndrangheta. Il Papa si è detto d'accordo ma, come nel suo stile, ha suggerito di non essere schematici. E così ha voluto sottolineare che ade esempio impedire, come in tanti casi accade, a una persona divorziata di fare il padrino è una stupidata.

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