Le commoventi foto della festa

Anche Chicco e Ale hanno sorriso

Anche Chicco e Ale hanno sorriso
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Certe persone non muoiono mai, continuano a vivere nei ricordi di chi resta. È così per Chicco e Ale, due giovani vite spezzate in un tragico incidente di vent’anni fa. Abbiamo immaginato che i due giovani, abbracciati a una stella, sabato sera abbiano assistito alla meravigliosa festa che la Curva e tutto lo stadio hanno organizzato in loro ricordo. Abbiamo immaginato che, in realtà, siano proprio loro, da lassù, a guidare i piedi e i cuori della fantastica squadra di Gasperini. Abbiamo immaginato, ma in fondo lo crediamo davvero...

«Ehi, Chicco! Forza, vieni che stanno per entrare mamma e papà».

«Allora alla fine hanno deciso di rispondere tutti all’invito del presidente Percassi e della società nerazzurra? I miei dalla Toscana si muovono difficilmente, adesso li vedo vicino ai tuoi. Che bello, stanno entrando in campo Alessandra...»

«Guarda quanta gente, la squadra vola ma credo che siano lì tutti anche per noi»

«Quando correvo sulla fascia e dribblavo tutti, lo stadio si esaltava. Adesso i tifosi lo fanno per un’Atalanta meravigliosa, ma credo che esserci per i vent'anni dal brutto incidente che ci ha portati via sia qualcosa di speciale per tutti quanti».

«Sai, Chicco, guardare tanto amore dalla nostra nuvoletta è difficile...»

 

 

«Ti capisco Ale, è durissima. Avevamo una vita davanti e una curva ce l’ha portata via. Però vivere nel ricordo così intenso della gente che ci ha voluto bene è qualcosa di magico. Guarda quelle due maglie, hanno il numero quattordici e i nostri nomi. In campo nessuno la indosserà mai più ma stasera, per mamma e papà, l’emozione di rivedere i nostri nomi sulle casacche dell’Atalanta dev’essere qualcosa di davvero forte».

«Guardali, Chicco, guardali in faccia. Sono emozionati. E poi i fiori e le due targhe dai ragazzi della Curva. Senti come ci chiamano forte, senti come urlano al cielo i nostri nomi. Loro lo sanno che li sentiamo, sanno che vegliamo sempre su tutti e che viviamo nei loro cuori».

«Certo che lo sanno. Li hai visti, nelle ultime tre settimane chiusi al Covo mentre preparavano la coreografia?»

«Eccome se li ho visti, tanti purtroppo stasera non possono entrare ma sappiamo bene quanto hanno voluto creare qualcosa di speciale per noi...»

 

 

«Adesso le squadre entreranno in campo e tutti si concentreranno sui cartoncini nerazzurri. Sono curioso di vedere che effetto farà il grande ritratto che ci hanno preparato: stavolta il “Giotto” non li ha potuti aiutare, hanno fatto tutto da soli».

«Ecco Chicco, ci siamo…»

«Oh Ale, guarda che bello... guarda come siamo sorridenti... è la foto che ogni anno spunta in tutti i pezzi che ci ricordano, sui giornali e su Internet. Che emozione. Vent'anni dopo, ci ricordano tutti come se fosse ieri. È qualcosa di incredibile, è amore vero».

«Già, amore vero. Che dici della partita? Sarà dura battere il Crotone?»

«Ho paura che sarà tosta. Tra le due squadre è l’Atalanta ad avere assoluta necessità di vincere per continuare a sognare. Il Crotone ormai è mezzo spacciato».

«Chicco, hanno iniziato ma la manovra non è la solita…»

«Vedi? È dura questa sera»

 

 

«Hai visto lo striscione ai pali? Chiedono una mano a noi... Lo sanno che siamo qui abbracciati alla nostra stella, vorrebbero una mano per la gioia più bella. Che cosa possiamo fare?»

«Aspetta un attimo Ale, adesso è finito il primo tempo e ci penso. Ah, ecco: potrei dare un po’ di senso del gol a Conti. Quest’anno ne ha già segnati tre, ma con il Crotone così chiuso solo dalle corsie esterne può arrivare la giocata giusta. Guarda, guarda lì: Petagna che si gira e proprio Andrea, che è un figlio del vivaio come me, segna il suo primo gol sotto la Curva Pisani».

«La Curva Pisani…Chicco, che effetto che fa sentirla nominare così».

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«Ale, lo sai bene e lo sanno bene anche mamma e papà, di tutti e due. Noi, da Bergamo e dal cuore dei tifosi dell’Atalanta, non siamo mai andati via. Guarda come sono felici, guarda i volti dei bambini e dei loro genitori. C’è una città che vive un sogno proprio nella stagione del compleanno numero 110 e del nostro ventesimo anniversario. Certo, è dura stare quassù a godersi lo spettacolo, ma sono felice. L’Atalanta sta facendo parlare tutta Italia».

«Chicco, la partita sta finendo e hanno appena rimesso la nostra immagine dipinta su quell’enorme drappo bianco…»

«Ale, te l’ho detto: dai loro cuori non siamo mai andati via. Senti che ci chiamano ancora? Senti quanto bene ci vogliono?»

«Già, lo sento molto forte. Adesso tutti torneranno alle loro case e i giocatori si riposeranno. Magari qualcuno non si ricorda nemmeno chi era Federico Pisani, di me sarà ancora più difficile che qualcuno abbia memoria...»

«Ale, non dirlo nemmeno per scherzo. Laggiù c’è una città che non dimentica i propri figli e i propri fratelli. Io e te siamo stati uniti nel destino beffardo di una sera di Carnevale, ce ne siamo andati insieme lasciando tante lacrime ai nostri genitori, ma anche bei ricordi a chi ci ha conosciuto. Questa sera Bergamo ha voluto ricordarci, questa sera Bergamo ha vinto ancora una volta. I tre punti sono un po’ anche nostri, perché quando tecnica e tattica non bastano serve un grande cuore. Se a quello aggiungi la voglia di uno stadio in festa, tutto è ancora più facile».

«È vero Chicco, è tutto vero. Ora fai una corsa e qualche dribbling tra le stelle oppure ci riposiamo un po’?»

«Troppe emozioni, troppi ricordi, troppo affetto arrivato fin qui tra le nuvole. Stiamo abbracciati Ale, ci ricordano e ci hanno disegnato così. Godiamoci l’Atalanta, quest’anno è davvero uno spettacolo».

 

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