Dal dentista con l'Homo Sapiens per scoprire l'evoluzione della dieta
Che per scoprire l’evoluzione della terra, di specie animali e vegetali una volta presenti e poi estinte, si studiassero reperti e fossili naturali è cosa nota. Più bizzarro appare il ricorso all’analisi di denti cementificati nel tempo per capire i cambiamenti di usi e costumi, alimentari si intende, dell’Homo habilis, la prima specie umana conosciuta sulla terra, passando per l’Homo erectus fino all’Homo Sapiens. Invece lo studio della dentizione, di alcuni campioni e specifici denti, non solo racconta i cibi che hanno accompagnato la storia dell’uomo, ma anche il perché alcuni denti nel progredire della specie hanno potenziato o indebolito la loro funzione e come si sia modificata la struttura della nostra bocca. Sono questi alcuni dei contenuti del libro Cosa rivelano i denti sull'evoluzione umana di Debbie Guatelli-Steinberg, professoressa di antropologia all’Ohio State University, negli Stati Uniti.
Fossili di denti.
L'evoluzione dei denti. I denti parlano. Ma non si deve pensare solo al contributo che anch’essi apportano, soprattutto se si tratta dei denti incisivi, nel processo di fonazione, l’emissione di suoni e voce e delle parole, bensì al fatto che testimoniano perfino la storia dietetica, cioè i cambiamenti alimentari, che hanno accompagnato l’uomo nell’evoluzione della specie. Ovvero i denti, spiega l’antropologa nel suo libro, si sono adattati modificando la singola struttura e/o anche la conformazione della bocca in funzione della varietà e della consistenza dei cibi, da più duri a morbidi, che via via si sono succeduti sulla tavola.
Nel passaggio da Homo habilis a Homo sapiens l’alimentazione era prevalentemente costituita da cibi naturali, vegetali raccolti e animali cacciati, consistenti, duri, carnosi e fibrosi che contrastano radicalmente con la dieta di cibi morbidi, zuccherati e raffinati che fanno parte della tavola occidentale più moderna. Inevitabilmente il diverso tipo di alimentazione ha cambiato non solo la forma e l’impatto funzionale dei denti e del loro ruolo all’interno della bocca, ma ha anche sviluppato l’insorgenza di problematiche allora affatto o solo limitatamente presenti.
Le patologie dentali di oggi. Tra le patologie dentali moderne citate dalla specialista ci sono le carie e l'accumulo di placca batterica: non stupisce se si pensa alla quantità di cibi dolci e zuccherini che oggi fanno parte della dieta di grandi e piccoli, le quali hanno subito una crescita esponenziale nel tempo. Ma non solo: la tipologia dei pasti e la prevalenza di cibi morbidi rispetto a quelli più duri ha anche costretto la bocca a strutturarsi in maniera differente. Si è assistito, infatti, nel corso dell’evoluzione della specie a una riduzione della crescita dei mascellari, cioè delle ossa che delimitano le cavità orbitarie, le cavità nasali e la cavità buccale, ma anche dei denti stessi, di alcuni in particolare meno coinvolti nella masticazione, e fra questi il terzo molare, meglio noto come uno dei denti del giudizio.
La questione denti del giudizio. Pare infatti che fra le problematiche più in aumento, con una percentuale dieci volte superiore a partire dalla rivoluzione industriale, vi sia quella dei denti del giudizio inclusi che, anziché spuntare, di norma ciò avviene intorno ai 17-21 anni, crescono in orizzontale rimanendo quindi incapsulati nell’osso o nella gengiva, richiedendone in taluni casi l’estrazione. Questo significa, spiega la studiosa, che si sta andando sempre più verso un'involuzione delle dimensioni dei mascellari, cioè di una riduzione di ampiezza della cavità orale, ma con il concomitante aumento della dimensione della cavità cranica, l’eventualità che il terzo molare trovi poco spazio per farsi largo nella bocca è più probabile, con le implicazioni connesse e che possono riguardare l’intera dentizione e la masticazione stessa.
C’è pure la chimica. A spiegare la composizione della dieta dell’uomo storico sono stati anche gli elementi chimici dei denti che si sono modificati nel tempo, come rivelano i reperti fossili ritrovati. Ad esempio gli esperti hanno potuto identificare alcuni isotopi stabili, quali idrogeno, piombo, stronzio ed altri, e tracce di svariati elementi che si sono perpetrati nel tempo in tutto l’arco evolutivo, giungendo fino a noi e spiegando dunque che cosa si è continuato a mangiare che cosa si è abbandonato e che cosa è stato sostituito. Sulla stessa base, dicono gli antropologi, nel futuro si potrà fare un raffronto tra la nostra dieta e quella dell’uomo del prossimo millennio. E chissà che questa indicazione non ci inviti a correggere la nostra dieta, passando alla storia non per uomini del junk food, il cibo spazzatura, ma per i promotori di una sana dieta mediterranea.