Atalanta e Fiorentina, match tra due realtà agli antipodi
Percassi e i Della Valle, l’esaltazione e la delusione, Gasperini e Paulo Sousa. Dentro ad Atalanta-Fiorentina, lunch match della 27esima giornata del campionato di Serie A in programma domenica alle 12.30, ci sono tante sfide. In attesa di vedere quelle sul campo tra i giocatori nerazzurri e quelli viola, ne giochiamo tre che fanno da contorno ma che possono spiegare, senza troppi giri di parole, perché la gara ha un significato molto particolare in questo momento della stagione.
Percassi e Della Valle, opposti contro. Atalanta e Fiorentina sono due società di proprietà, rispettivamente, delle famiglie Percassi e Della Valle. Ormai sono pochi i casi, nel campionato italiano, di realtà in mano a famiglie di imprenditori che hanno una struttura solida alle spalle e che hanno deciso di investire nel calcio. Certo, le motivazioni al momento dell’acquisto sono state diverse, ma ciò che è diametralmente opposto oggi sono l’umore, il valore e il grado di soddisfazione delle rispettive proprietà per l’evoluzione del progetto. I Della Valle a Firenze sono in piena fase di contestazione, la squadra viola è lontana ben 9 punti dal quinto posto e 7 punti da quel sesto posto che varrebbe la qualificazione all’Europa League in base a chi vince la Coppa Italia. Una prospettiva di questo tipo non può essere ritenuta soddisfacente per una piazza come quella toscana e la stagione, a meno di improbabili rincorse finali di cui nessuno vede le avvisaglie, sarà fallimentare. Dall’altra parta c'è una famiglia che vive, insieme alla squadra e a tutta la città, una favola di proporzioni epiche. Il presidente Antonio Percassi e i figli hanno sempre ragionato circa una salvezza più che tranquilla ma grazie a Gasperini e ai suoi ragazzi il futuro europeo è estremamente vicino. L’Atalanta in questo momento vince, convince, genera profitti pur senza essere indebolita dal mercato e ha come prospettiva concreta l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio. Il sorriso del presidente non può che essere totale.
Gioia nerazzurra e delusione viola: le motivazioni contano. Prima che tecnica, tattica o fisica, Atalanta-Fiorentina è una sfida di grande livello mentale e motivazionale. La squadra di Gasperini arriva alla partita nelle migliori condizioni possibili: i nerazzurri hanno vinto quattro partite di fila contro Cagliari, Palermo, Crotone e Napoli e nel 2017 hanno perso solo con la Lazio ottenendo poi sei vittorie (le quattro già citate più quelle contro Chievo e Sampdoria) e un pareggio (1-1 a Torino). La rincorsa ai vertici della graduatoria è esaltante sia per i tifosi che per gli stessi giocatori e il gruppo è talmente lanciato che da Zingonia è filtrata, a più riprese, la voglia di battere tutti i record possibili entro fine stagione. Di fronte alla Dea ci sarà una squadra delusa, impaurita, abbattuta e triste che nelle ultime tre partite ufficiali ha definitivamente mandato all’aria una stagione che sembrava ancora in piedi. Contro i tedeschi del Mönchengladbach la Fiorentina (avanti 2-0) si è fatta rimontare e superare per 2-4 in casa gettando alle ortiche la qualificazione in Europa League e perdendo anche la sfide di campionato contro il Milan (2-1) e strappando un punto al Torino (2-2) dopo essere stata in vantaggio ancora di due reti. La tifoseria è arrabbiata, il tecnico sembra ormai prossimo al divorzio e i punti dall’Atalanta che punta al terzo posto sono veramente tanti. Praticamente, un disastro.
Gasperini contro Sousa: chi ottiene e chi no. I due tecnici di Atalanta e Fiorentina sono simili e allo stesso tempo molto diversi. Il nerazzurro sta praticamente ottenendo tutto quello che potrebbe sognare allenando una squadra che lo segue a occhi chiusi e che sta dando il 150 per cento di quanto è nelle sue possibilità. Moduli, scelte di uomini, scelte di formazione e chi più ne ha più ne metta sono il contenuto di un quadro perfetto che Gasperini ha ormai dipinto e che tutti, partita dopo partita, ammirano. «Voglio farvi felici» diceva, e ci sta riuscendo alla grande. Sousa è un grande oratore, la sua filosofia calcistica è improntata al bel gioco e alla volontà di proporre calcio, ma i risultati non arrivano e guardando la squadra viola giocare si nota un certo scollamento tra i reparti e le sollecitazioni del mister. Secondo alcune indiscrezioni, l’allenatore portoghese ha le settimane contate e a fronte di un nuovo brusco stop l’esonero non è affatto da escludere. Il bianco e il nero, il bello e il brutto di un progetto sono tutti dentro ad Atalanta-Fiorentina e al lavoro (riuscito o meno) dei rispettivi allenatori.