Orgogliosi anche nella sconfitta

Le sensazioni che lascia un 7-1 subìto, a caldo, ti restano dentro. Non è una sconfitta normale, non è una partita che scivola via e per anni ce ne ricorderemo tutti. Però anche dentro ad un 7-1 si possono trovare motivi di orgoglio, un filo cui aggrapparsi per ribadire a tutti che essere atalantini è diverso. È meravigliosamente diverso. Prima la grande attesa, poi la grande batosta e infine il grande abbraccio di un popolo che non dimentica, che continua a crederci e che vive l’Atalanta come tutti gli altri non possono capire.
Bus, auto e non solo: a Milano in oltre duemila. Le trasferte da record, quelle in cui con gli ultras si vedevano 8-10mila atalantini a San Siro, sono destinate a restare nella storia del passato ma fin dall’ora di pranzo l’autostrada A4 è stata presa d’assalto dai sostenitori atalantini, destinazione Milano. Per l’occasione, l’impianto meneghino ha accolto quasi sessantamila spettatori, segno evidente di come da quelle parti tutti consideravano la sfida contro la Dea come una gara importante e i bergamaschi al seguito si sono fatti valere. La maggior parte dei tifosi (oltre 1.800) si sono arrampicati fino al terzo anello blu (unico settore aperto della piccionaia di Milano) ma, diciamolo: 25 euro per vedere la partita con il binocolo sono davvero un furto. Tanti altri atalantini si sono sistemati invece in altri settori dello stadio, tra primo e secondo anello non sono mancati piccoli gruppetti di bergamaschi e tutti avevano negli occhi la fiducia che un’altra impresa potesse arrivare. Alla fine, i bus partiti da Bergamo e organizzati da “Chei de la Coriera” e “Club Amici” sono stati diciassette e la risposta di chi ha scelto di viaggiare in compagnia è stata ancora una volta grandiosa.




















La partita: poco, pochissimo da salvare. Durante i 90’ minuti di gara è successo tutto quello che si può vedere allo stadio una volta ogni 25-30 anni. I tifosi dell’Atalanta hanno visto Icardi (tre volte), Banega (tre volte) e Gagliardini infierire sulla squadra orobica con gol a ripetizione. Sull’1-0 sono anche arrivate proteste veementi per un netto fallo di mano in area di D’Ambrosio su cross di Spinazzola ma a parte questo e detto che il gol di Freuler non ha nemmeno troppo mitigato la scoppola, ci sono tre episodi che meritano di essere raccontati. Con l’Inter in vantaggio per 5-0, i cinquantasettemila tifosi padroni di casa hanno ben pensato di urlare a squarciagola: “Gasperini figlio di …….”.
Il tecnico di Grugliasco evidentemente non ha lasciano buoni ricordi a Milano. Gli insulti nei confronti del tecnico atalantino sono sembrati esagerati, stupidi e censurabili. Gasperini ha assistito alla débâcle dei suoi senza scenate, proteste o altri comportamenti degni di nota. Del resto, quando si vince bisogna anche rispettare l’avversario, continuando a fare gol ed evitando certi episodi. Al fischio finale, la squadra orobica era sulle ginocchia in mezzo al terreno di gioco. Il gruppo si è presto compattato e nonostante il 7-1 appena subito i giocatori hanno applaudito verso il settore ospiti. Lassù, in piccionaia, bandiere e sciarpe sono state sventolate con orgoglio e tutti i tifosi hanno continuato a cantare per l’Atalanta. Per almeno mezz'ora dopo il fischio finale (questo è il terzo episodio), nel silenzio del Meazza si sono sentiti soltanto i bergamaschi che cantavano.




Il rientro a Zingonia e il grande abbraccio. Nella pancia di San Siro, appena finita la conferenza di Gasperini, ecco la notizia più bella. A Zingonia, i tifosi che non sono arrivati a San Siro e anche quelli già sulla strada del rientro, avrebbero aspettato la squadra. Per contestare? Per protestare? Per sfogare la rabbia? No, nulla di tutto questo. Per sostenere, per stringersi attorno ad un gruppo di ragazzi che finora ha scritto la storia e che ha ancora dieci partite per conquistare una qualificazione europea ampiamente alla portata. Il racconto di quanto sia stato bello, importante, coinvolgente ed emozionante vedere la strada che porta al Centro Bortolotti di Zingonia completamente invasa dagli appassionati atalantini è tutto nei video che vedete qui sopra. Poco meno di mille persone hanno accolto i giocatori di rientro da Milano e hanno detto loro una cosa molto semplice: noi ci siamo e non vi lasciamo soli. L’Atalanta e la sua gente sono caduti, ci siamo fatti male ma adesso siamo già in piedi: l’amarezza è tanta, questo giorno lo ricorderemo per sempre, ma, come abbiamo scritto tante altre volte, è tutto normale. Siamo dentro la storia, la stiamo scrivendo e anche questa pagina (nerissima) contribuirà a rendere incredibile una stagione che non è ancora finita. E come ha detto CR77 ai tifosi a Zingonia, sul carro non bisogna solo salirci, ma anche spingerlo. Siamo qui per questo.