La colomba di Picasso che venne abbattuta da Stalin
«Ed egli aspettò sette altri giorni, e di nuovo mandò la colomba fuor dell’Arca. Ed in sul tempo del vespro la colomba ritornò a lui: ed ecco havea nel becco una fronde spiccata d’un ulivo: onde Noe conobbe che l’acque eran scemate d’in su la terra». Forse è nella Genesi che nasce il mito della colomba, il rametto d’ulivo nel becco, come simbolo della pace. Dopo centocinquanta giorni di pioggia, dopo che l’Arca s’era adagiata sul monte Ararat, dopo che, passati altri dieci mesi, cominciarono a spuntare dalle acque le vette delle montagne, e dopo altri quaranta giorni d’attesa, Noè osò affacciarsi alla finestra del suo naviglio. Ma dovette aspettare ancora per sette giorni per vedere confermate, dal ritorno della colomba, le sue speranze di ritrovar l’asciutto sulla terra. E quindi la possibilità di ricominciare a vivere: «Ed Iddio benedisse Noe, e’ suoi figlioli: e disse loro, Fruttate, e multiplicate, e riempiete la terra». Ecco cos’è la pace.
Anche il Nuovo Testamento utilizza la colomba come metafora, investendola di un’importanza ancora più grande: «Allhora venne Iesu di Galilea al Iordano a Giovanni per esser da lui battezzato. Ma Giovanni lo divietava forte, dicendo: “Io ho bisogno d’esser battezzato da te, e tu vieni a me!” E Iesu, rispondendo, gli disse: “Lascia al presente: percio che così ci conviene adempiere ogni giustitia”. Allhora egli lo lasciò. E Iesu, tosto che fu battezzato, salì fuor dall’acqua: ed ecco, i cieli gli s’apersero: ed egli vide lo Spirito di Dio scendere in somiglianza di colomba, e venir sopra esso».
Più di così non si può, per un volatile: raffigurare una delle figure della Trinità! Quante colombe/Spirito Santo abbiamo nelle nostre chiese, lassù in alto, al centro delle volte, spesso con le zampette rosa che sbucano da sotto le piume in bella vista! Dante Alighieri suggerisce invece, nel canto quinto dell’Inferno, una simbologia della colomba tutt’altro che spirituale: «Quali colombe dal disio chiamate/ con l’ali alzate e ferme al dolce nido/ vegnon per l’aere, dal voler portate». Qui la parola chiave è disio, la passione amorosa che sottomette a sé la ragione, e perde per sempre Paolo e Francesca, che quali colombe volarono l’uno nella braccia dell'altra. La colomba con l’ulivo, la colomba dello spirito, la colomba della carne.
Il XX secolo crea, invece, la colomba dell’ideologia. Ci fu una richiesta del Partito Comunista Francese a Pablo Picasso: creare un’immagine-simbolo per il congresso mondiale dei Partigiani della Pace, che si tenne a Parigi nell’aprile del 1949. Il genio spagnolo scelse di dipingere la prima di una serie di colombe, facendone l’emblema novecentesco della pace. Ed un suo marchio di fabbrica: la colomba della pace è ormai sempre e solo quella di Picasso. Nei giorni del congresso gli nacque una figlia: decise di chiamarla Paloma! La colomba capostipite è ben piumata, è a terra, e senza nulla nel becco: un capolavoro quasi da realismo socialista. Le successive sono molto più stilizzate, spesso in volo, e quasi tutte portano con sé il rametto d’ulivo.
Ma come la povera colomba liberata nel cielo di Roma da papa Francesco è stata immediatamente attaccata da una cornacchia grigia, così anche la paloma blanca del signor Pablo è stata immediatamente abbattuta da Giuseppe Stalin. Già nel 1950, nella riunione del Comitato dei Partigiani della Pace (tenutasi in marzo a Stoccolma), l’appello finale contro l’uso della bomba atomica fu redatto da Stalin personalmente: la colomba si trasformava così da segno di pace a strumento di propaganda della guerra fredda. E Pablo Picasso veniva insignito del Premio Stalin per la Pace. Per aiutarci a risolvere il dilemma, colomba sì o colomba no, una mano importante ci viene dal vecchio e saggio Noè: basta leggere oltre il troppo risaputo episodio della colomba con il rametto d’ulivo, Genesi VIII,12: «Ed egli aspettò altri sette giorni, e mandò fuori la colomba, ed essa non ritornò più a lui. E nell’anno seicentunesimo di Noe, nel primo giorno del primo mese, l’acque furono asciutte d’in su la terra. E Noe, levato il coperto dell’Arca, vide che la faccia della terra era asciutta». La pace era tornata, la colomba no. Il vero simbolo della pace è l’assenza di simboli.