Ma lo sapete che Bergamo ha più fontanelle di Venezia?
E forse fu per gioco o forse per amore. Di sicuro fu innanzitutto un pretesto: quello di viaggiare all'interno di una città, la nostra, che tutti conosciamo sì, ma non in tutti i suoi angoli. Gianluca Licata, 26 anni, di giorno grafico, di notte cantante de Le Urla Tra Gli Alberi, ha deciso di farlo a modo suo: in due mesi, nel 2013, ha cercato, fotografato e catalogato tutte le 240 fontane e fontanelle che si incontrano nei confini del Comune di Bergamo e le ha raccolte all'interno di un libro.
«L'idea che c'è alla base – ci spiega Gianluca – è innanzitutto quella del viaggio in casa propria. Ho pensato anche di catalogare tutti gli alberi o gli edifici storici, entrambi sarebbero stati degli ottimi pretesti per raggiungere tutti gli angoli della città, di scoprirla realmente. L'idea della fontana mi è venuta dopo una serie di viaggi all'estero: ero da solo, e in ogni posto in cui vado quando viaggio, riempire la borraccia e dissetarsi è in cima alla lista delle priorità. Per esempio In Grecia di fontanelle ce n'erano davvero poche, e improvvisamente mi sono reso conto di quanto siano importanti, al di là del loro valore, per così dire, poetico».
Dopo due anni dalla pubblicazione e dopo un'edizione aggiornata, il Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca ha notato il potenziale del libro e ha deciso di finanziarne una ristampa, commissionando però a Gianluca anche le fontane storiche: «All'inizio voleva essere un lavoro umile, “di strada”. Fotografavo le fontane nelle condizioni in cui si presentavano: fazzoletti sporchi abbandonati, a volte siringhe, altre ancora senza rubinetto, alcune ben tenute, altre decadenti e sporche, crude, quasi delle rockstar morte, tossiche. L'acqua è di tutti, dai primi agli ultimi, dai signori ai disagiati. E le fontane, ai bordi delle strade, sono un silenzioso riflesso di chi le vive. Mi sono interessato alla parte storica solo lavorandoci».
La minuziosa ricerca, ci spiega Gianluca, è stata effettuata anche su quelle fontane che oggi non esistono più, ma che sono ancora registrate in vecchi archivi. Ci dice inoltre che dal 2015, anno della sua ultima pubblicazione, ne sono state aggiunte una decina. Le fontane sono quindi circa 240: «Ma una volta, per curiosità e per sondaggio, ho chiesto ad alcuni passanti dove fosse la fontana più vicina. Molte persone, e non solo in centro, ma nei più disparati punti della città, mi hanno indicato la Vedovella del Sentierone». Ragazzi, e le altre duecentotrentanove?
Ci racconta poi di altre sue ricerche, a partire da quelle sulle rogge bergamasche. Ci spiega che nel XII secolo, con lo sfruttamento dei terreni appena adiacenti le mura di Città Alta (ora centro città e i borghi), Bergamo diventò «un fitto intrecciarsi di rogge e canali, tali che, se oggi fossero ancora tutti a cielo aperto, Bergamo sarebbe molto simile a Venezia. Oggi le rogge esistono ancora, quasi tutte silenziosamente nascoste da l l’asfalto. Rimangono a cielo aperto, ad esempio, alcuni tratti della Roggia Al Serio che da Albino arriva fino al Brembo, e in generale in alcuni punti della città se ne possono trovare alcune ancora scoperte: «Ma difficilmente riusciamo a percepire il loro insieme. Il legame architettonico con Venezia era tale che, ad esempio, Via San Lazzaro era conosciuta come “Piccola Venezia”, e molte delle nostre fontane, a partire dalla Contarini di Piazza Vecchia e quella in piazza Mascheroni, richiamano la struttura dei pozzi veneziani».
Progetto Venezia. Tutto fuorché casuale quindi la scelta di avviare un progetto sulle fontane della Serenissima. Partendo da un dato sorprendente: a Bergamo ci sono più fontane che nella dieci volte più grande Venezia. Sui 260miola abitanti del Comune di Venezia ci sono solo duecento fontane, circa una fontana ogni 1.300 persone. Da noi, su 125mila abitanti le fontane sono quaranta in più: una ogni 520 persone. Ci racconta Gianluca che ha già scattato le fotografie per il libro a tutte e duecento le fontane veneziane: «Quelle sull'isola di Venezia sono scattate di notte, quelle sulle isole limitrofe di giorno». Un progetto in divenire, le idee chiare fin da subito: «Con Bergamo era partito tutto come un pretesto per viaggiare nella mia città, non era questione di fontane e basta. Con Venezia invece sono partito fin da subito con quell'idea, per creare una continuità con il lavoro su Bergamo, e anche per valorizzare, attraverso il dettaglio delle fontane, le affinità architettoniche e urbanistiche tra queste due città».
Per adesso tutto in solitaria, fontana dopo fontana, scatto dopo scatto: «Ma sarebbe bello essere affiancati da uno storico della città in grado di inserire il tema dei canali nella ricerca». Ci dice infine, prima di salutarci, che sicuramente pubblicherà un'edizione indipendente del suo lavoro, ma che sarebbe un passo interessante trovare un editore in grado di commissionare e pubblicare una ricerca di questo tipo: «Da solo posso ovviamente stampare e distribuire solo un numero limitato di copie. Mi piacerebbe però che un lavoro del genere fosse alla portata del maggior numero di persone possibile. Un po’ come una fontana...».