La Cgil è contraria

E i voucher rientrano dalla finestra

E i voucher rientrano dalla finestra
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Avevano avuto una breve stagione d’oro. Poi la Cgil aveva dichiarato loro guerra accusandoli di essere strumento di copertura per il precariato; per evitare un’altra sconfitta all’annunciato referendum, il governo aveva fatto marcia indietro. Ma era chiaro che i voucher erano uno strumento che aveva troppo gradimento perché in qualche modo non si tentasse di far rientrare dalla finestra quel che era stato precipitosamente cacciato dalla porta. Così è puntualmente accaduto con la legge di conversione del decreto legge 50/2017, contenente la cosiddetta manovra bis, per il 2017 reintroduce lo strumento in favore delle microimprese e delle famiglie. I voucher sono quelli di prima, semplicemente è stato ristretto il loro perimetro. Proviamo a capire.

 

 

I criteri per le aziende. Per avvalersi del contratto di lavoro occasionale (questo il nomen iuris dello strumento) occorre rispettare dei criteri molto precisi e limitativi. Innanzitutto c’è un tetto a 5mila euro annui ai compensi per singolo lavoratore, di cui al massimo 2500 euro a favore dello stesso utilizzatore. Il datore di lavoro può essere una persona fisica, oppure un’impresa (anche no profit) fino a cinque dipendenti. Le imprese per attivare i voucher devono registrarsi all’apposita piattaforma INPS, che supporta le operazioni di erogazione e di accreditamento dei compensi e di valorizzazione della posizione contributiva dei prestatori attraverso un sistema di pagamento elettronico.

Le famiglie e il Libretto. Per quanto riguarda le famiglie, potenziali grandi utilizzatori di voucher, devono acquistare un Libretto Famiglia, direttamente dalla piattaforma INPS, presso gli uffici postali, oppure rivolgendosi a un patronato. Cos’è il Libretto Famiglia? Come spiega il quotidiano on line PMI, si tratta di un libretto nominativo, prefinanziato, che contiene buoni da 10 euro per retribuire piccoli lavori domestici, compresi lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione. Ma l’ambito dei possibili utilizzi è molto più ampio e va dall’assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità all’insegnamento privato supplementare. Bisogna comunque fare attenzione: perché in caso venga superato il limite dei 2.500 euro o l’attività lavorativa sia maggiore di 280 ore in un anno civile, il rapporto si trasforma a tempo indeterminato.

 

 

I compensi aumentano. Cambiano anche i compensi, che passano da 7,50 a 9 euro all’ora, con proporzionale incremento della quota contributiva a carico del datore di lavoro, con un limite minimo di quattro ore lavorative.

Le fazioni in gioco. Com’era prevedibile, la decisione del governo ha scaldato gli animi della sinistra e del sindacato. Alla Camera il provvedimento è passato grazie alla fiducia messa dall’esecutivo, ma ha dovuto comunque incassare il voto contrario degli scissionisti bersaniani di Mdp (che pure sostengono Gentiloni). Al Senato le cose si faranno più complicate, perché senza i voti di Mdp il governo rischia di andare sotto. A meno che dopo il mezzo inciucio sulla riforma elettorale Forza Italia non progetti di dare una mano a Renzi in difficoltà. Non ci sarà bisogno di votare a favore, basterà uscire dall’aula facendo abbassare il quorum.

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