Alla Pasticceria Sant'Anna

Isabella, che ha lasciato la tv per restare tra i suoi fornelli

Isabella, che ha lasciato la tv per restare tra i suoi fornelli
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Il bel volto luminoso di Isabella Plebani, cuoca dalminese, è immortalato sulla copertina di un magazine, TV sorrisi e canzoni, siamo nel 2001. Porta con naturalezza un cappello da chef, accanto c'è Lorenzo Battistello, uno dei tanti sognatori ambiziosi a cui il Grande Fratello ha concesso la celebrità. Isabella si trova ad affiancarlo nel programma firmato Mediaset Mezzogiorno di Cuoco quasi per caso, per un intricato gioco di coincidenze a cui lei non voleva nemmeno dare inizio: «L'esperienza televisiva è stata un'idea di mio suocero, Ivar Foglieni, io non ne ero nemmeno convinta. Ha mandato il mio curriculum alla produzione di Mike Bongiorno, e sono stata richiamata».

 

 

Del resto, la carriera di Isabella, allora 26enne, difficilmente avrebbe potuto passare inosservata: affascinata dal mondo della cucina fin dai primissimi anni di età grazie ad un papà appassionato al settore, Isabella approfondisce le sue abilità alla scuola alberghiera di San Pellegrino. Appena quindicenne, sceglie di iniziare a lavorare nei ristoranti durante il weekend già a partire dal primo anno, dimostrando una forza e un rigore di spirito incredibili, qualità rare che nemmeno gli studi televisivi a effetto lisergico di Canale 5 riescono a far vacillare: «Mi hanno messo davanti ad una tavola imbandita, con indosso il cappello da cuoca, per valutare che fossi telegenica. Ricordo che avevo preparato una lasagnetta di verdure. Ero un pochino agitata, ma ho curato il mio piatto con tranquillità. Sono tornata a casa in pullman, il tempo di rientrare e il telefono è squillato di nuovo: mi avevano scelta».

Un'aggiustatina alla cadenza bergamasca e Isabella finisce davanti allo schermo insieme ai suoi piatti, da un giorno all'altro si ritrova ad essere seguita da milioni di occhi sconosciuti: «Tutta la preparazione degli ingredienti veniva fatta al Giopì e la Margì, il ristorante di famiglia dove nel frattempo continuavo a lavorare insieme a mio suocero, a mio marito, Darwin Foglieni, e ai suoi fratelli Alioscia e Barbara. Ho girato una decina di puntate, in dieci location diverse. È stata un'esperienza a cui ogni tanto ripenso con il sorriso, anche se non era affatto il mio mondo. Mi avevano proposto di continuare, ma era una realtà molto diversa da quello che significa occuparsi puramente di cucina, dovevo studiare il copione, fare le prove. Era davvero impegnativo». Da allora, sceglie di ridimensionare l'esperienza televisiva, campo che inizia a condividere anche con il marito, con cui si occupa di preparare ricette per il pubblico di BergamoTV.

 

 

Telecamere a parte, in ogni caso, Isabella non smette un attimo di dedicare anima e corpo al mondo della ristorazione: «Ho insegnato per 6 anni in una scuola alberghiera. Mi sono resa conto lì, per via del boom di iscritti, che il dilagare di programmi sulla cucina ha trasformato questo mestiere in una moda. A un tratto chiunque ha creduto di poter diventare cuoco. Ma la moda non basta, serve la passione». La stessa passione, probabilmente, che la animava quando era solo una ragazzina: «Già ai miei tempi comprendevo alcune differenze che c'erano tra me e i miei compagni, infatti sono sono stata l'unica a continuare su questo percorso. Cucinare è un lavoro di sacrificio, già dal primo anno andavo a lavorare il sabato e la domenica, e così facevo durante il periodo estivo. Era una cosa che i miei compagni non facevano. Ricordo che tornavamo a casa sullo stesso pullman, li sentivo organizzarsi per il sabato sera, contenti ed euforici, e dentro di me sentivo che era una follia aver preferito lavorare, ma la semplice ragione è che mi piaceva: non lo facevo perché avessi bisogno di soldi,. Era perché volevo cucinare, ed è stato grazie a quella esperienza che ho acquisito maggior manualità».

 

 

Un attaccamento alla professione che perdura anche ora che la cuoca dalminese è passata ad occuparsi della storica pasticceria Sant'Anna: «C'è stata la possibilità di rilevarla, ed ero l'unica che potesse allontanarsi dal ristorante». È nell'incantevole cornice di una delle più celebri pasticcerie di Bergamo che Isabella fa valere una competenza che tocca tutti gli aspetti della ristorazione, dalla cucina, alla gestione degli ordini: «Io ero convinta e lo sono sempre stata, nonostante non esistano le festività, i weekend. Ho avuto la fortuna di trovare un marito che fa lo stesso mestiere, altrimenti sarebbe stato difficile trasmettere le esigenze del settore». Le figlie di 9 e 10 anni, tuttavia, non sono ancora state avvicinate ai fornelli: «Mio marito preferisce che non siano spinte verso questa professione, perché sa quali sacrifici comporta. In ogni caso, è giusto che siano loro a scegliere».

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