Prima del G20

Che ci fa Trump in Polonia

Che ci fa Trump in Polonia
Pubblicato:
Aggiornato:

La meta del viaggio è Amburgo dove domani si tiene il rito del G20. Ma più della meta conta la tappa intermedia: oggi Trump fa sosta in Polonia, un Paese in posizione delicatissima che gli Stati Uniti guardano come pedina fedele e fondamentale in questa zona “cerniera” del mondo. La Polonia è innanzitutto l’avamposto Nato in direzione del rinascente impero russo di Vladimir Putin. Ma questo non sembra essere per ora un problema prioritario per Trump: il presidente russo è visto come sponda utile e amica, almeno per ora. Ad Amburgo ci sarà tra l’altro spazio per un incontro bilaterale tra i due, in cui verrà ribadito questo asse.

La spina nel fianco dell'Europa. La Polonia in questo momento importa per l’altra frontiera, quella occidentale. È la sua funzione anti tedesca che interessa a Trump e che lo ha indotto a fare una tappa non giustificata da nessun anniversario particolare. Il presidente Usa arriva a Varsavia per sostenere la Polonia in questo suo ruolo di spina nel fianco della Unione Europea, a partire dall’assoluta chiusura rispetto ad ogni politica migratoria. La Polonia è infatti alla testa di quel blocco di paesi dell’Est che si oppongono a qualsiasi politica di accoglienza condivisa delle migliaia di immigrati che sbarcano nei porti italiani.

 

 

L'iniziativa dei Tre Mari. Per dare solennità a questo viaggio Trump ha scelto di tenere il suo discorso di lodi alla Polonia e alla sua capacità di diventare “potenza europea” presso il monumento alla resistenza ai nazisti del 1944. Ma la sostanza politica del viaggio è evidenziata da un altro appuntamento: Trump presenzierà al secondo summit dell’Iniziativa dei Tre Mari dei 12 paesi dell’Ue dell’Europa centro-orientale. La Polonia del presidente Duda ha agli occhi di Washington tutte le carte in regole per assumere un altro impegnativo incarico, quello di lanciare e guidare questo nuovo progetto che riunisce 12 Paesi compresi tra il Baltico, il Mar Nero e l’Adriatico: Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Ungheria, Cechia, Austria, Bulgaria, Romania, Croazia, Slovacchia e Slovenia. Il presidente Duda ha definito l’Iniziativa come «un nuovo concetto per promuovere l’unità europea». In realtà questi Paesi sono, tranne l’Austria, tutti membri della Nato sotto comando Usa, legati quindi più a Washington che a Bruxelles. L'iniziativa dei Tre Mari in realtà è un’eredità che Trump ha accolto con piacere dal suo predecessore Barack Obama, venne infatti annunciata il 25 agosto 2016 in un vertice a Dubrovnik.

 

 

L'interesse economico. Il viaggio di Trump ha anche un importante risvolto di affari. Nel suo discorso alla Conferenza dei Tre mari, come è stato anticipato, «si concentrerà sullo sviluppo delle infrastrutture e sulla sicurezza energetica, evidenziando tra l’altro le prime spedizioni di Lng (gas naturale liquefatto) americano alla Polonia presto entro questo mese». Il riferimento è al terminale nel porto baltico di Swinoujscie, costato circa un miliardo di dollari, che permetterà alla Polonia di importare Lng statunitense nella misura di 5 miliardi di metri cubi annui, espandibili a 7,5. Una notizia questa che potrebbe non far molto piacere a Putin, grande esportatore di gas verso l’Europa.

Seguici sui nostri canali