La questione sicurezza a Bergamo La gente ha paura, a prescindere

Quattromila e 339 reati ogni centomila abitanti in un anno, per un totale di 47mila e 403 crimini denunciati tra Bergamo e provincia. Trentasettesimo posto nella classifica delle città meno sicure d’Italia stando ai dati Istat relativi al 2012. Quarta città meno sicura della Lombardia, dopo Milano (saldamente al comando di questa spiacevole graduatoria con 8.400 reati su centomila abitanti), Pavia (diciottesimo posto) e Brescia (ventiduesimo). Insomma, dati alla mano, si potrebbe fare di meglio, ma Bergamo è pur sempre al di sotto della media nazionale (4.699 reati ogni centomila abitanti): senza infamia e senza lode.
Quello che conta davvero, tuttavia, non sono i reati effettivamente commessi, ma la serenità dei cittadini. Ad aver paura sono soprattutto le ragazze, specie quando si parla delle zone più critiche, come i dintorni della stazione (nonostante la presenza ormai fissa di forze dell’ordine nel piazzale) e via Quarenghi, le più temute dai bergamaschi. «Cerco di non trovarmi mai da sola in stazione o in via Quarenghi. Credo siano le zone più pericolose, di giorno o di sera non fa differenza. Ho paura che qualcuno mi faccia del male per rubarmi la borsa, il telefono o qualche soldo, o peggio che qualcuno mi molesti. Ci sono tanti ragazzi in stazione che mi fermano per chiedermi degli spiccioli, e ogni volta mi si gela il sangue e cerco sempre di individuare qualcuno a cui eventualmente chiedere aiuto». Queste le parole di Elisa, diciannove anni, studentessa pendolare tra Bergamo e Milano. Le fa eco Fabio , anche lui studente: «Quella zona è terribile. Però, a mio modesto parere, le forze dell’ordine fanno un ottimo lavoro. Semplicemente con la loro costante presenza danno un senso di sicurezza maggiore». Entrambi ci dicono che, a parità di condizioni, hanno più paura a Bergamo che a Milano. Eppure la classifica parla chiaro: Milano è la città meno sicura d’Italia. «Forse è perché la folla di Milano, anche se aumenta la probabilità di imbattersi in malintenzionati, fa sentire più sicuri», ci dice Elisa.
Simonetta, quarantasei anni, ci dice: «Una volta mi sentivo più serena. Ora non ci sono più solo via Quarenghi e la stazione. Via Casalino, via Bono, Rotonda dei Mille, sono tutte zone che non mi lasciano tranquilla. Non credo siano paranoie, credo che ci sia un problema concreto: mio marito è nelle forze dell’ordine, so di che cosa parlo. Secondo me ci vorrebbero più persone a controllare». Sulla stessa linea Eleonora, infermiera di 56 anni che dice: «Ho paura che mi scippino. Mio figlio è stato rapinato nella zona del patronato San Vincenzo, in pieno giorno. Gli hanno puntato un coltello e gli hanno chiesto i soldi. Succede di tutto, e le forze dell’ordine non possono essere ovunque. Non so cosa si possa fare. Però mi capita spesso di passare per Torre Boldone e imbattermi nelle ronde dei Vot. Quello mi fa sentire molto tranquilla, e a quanto ne so i reati a Torre si sono dimezzati». In effetti da quando i Vot (Volontari Osservatori del Territorio) sono in azione, e cioè dal 2014, le denunce totali per reati a Torre Boldone sono passate da 119 a 34. Un’iniziativa che evidentemente funziona e che va incentivata il più possibile, magari allargando il raggio di azione al maggior numero possibile di comuni.
Incontriamo infine Martina, vent’anni, residente in centro. Per lei la paura più grande è legata alle continue molestie a sfondo sessuale a cui è sottoposta quando è in giro in città: «Che sia giorno o sera, che sia da sola o in compagnia, mi ritrovo spesso ad avere paura per certi commenti poco graditi. A Bergamo ci sono problemi diversi da quelli delle grandi città, per esempio non ho paura di piccoli furti su mezzi pubblici o altre cose del genere. Ma c’è una preoccupante diffusione di una mentalità strana, che fa sentire alcuni soggetti autorizzati a fare commenti squallidi e soprattutto spaventosi alle ragazze. Ho costantemente paura di essere molestata sessualmente. E le forze dell’ordine non c’entrano con l’indole delle persone. Più che aggiungere magari un po’ di illuminazione nelle strade meno frequentate o presidiare le zone critiche, non c’è granché da fare».
Insomma, a Bergamo la gente ha paura, e quel che è peggio ne ha a prescindere dall’incessante lavoro di Comune, Questura e Prefettura per garantire sicurezza nelle nostre strade, dal costante calo dei reati (stando ai dati del Comune, gli agenti di Polizia Locale hanno riscontrato una diminuzione dei reati del 6,6 per cento nel 2016), dalle novanta telecamere che tengono tutto il centro sotto costante osservazione.