Lo rivela uno studio israeliano

Com’è che al maschio italiano si sono dimezzati gli spermatozoi

Com’è che al maschio italiano si sono dimezzati gli spermatozoi
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In Italia nel 2016 sono nati appena 474 mila bambini, un record storico negativo. In genere si spiega questa paura o riluttanza degli italiani a procreare con le ragioni del disagio sociale e della crisi economica. Ora sappiamo che invece c’è da aggiungere un’altra spiegazione insospettata: la scarsa potenza degli spermatozoi dei maschi. Lo ha rivelato uno studio dell’epidemiologo israeliano Hagai Levine sulla rivista Human Reproduction Update, ripresa ovviamente da tutti i media internazionali. La cosa che può consolare è che i risultati allarmanti dello studio non riguardano solo i maschi italiani ma gli uomini dei Paesi occidentali che negli ultimi 40 anni hanno visto calare del 52,4 per cento la concentrazione degli spermatozoi e ancora di più il loro valore medio: del 59,3 per cento, per lesattezza. Lo studio del ricercatore israeliano è stato redatto dopo aver passato in rassegna 185 studi pubblicati tra il 1973 e il 2011 con il coinvolgimento di uomini nordamericani, europei, australiani e neozelandesi. Il calo degli spermatozoi documentato nelle popolazioni occidentali non è stato rilevato in Asia, Africa e Sud America anche perché troppo pochi gli studi lì condotti per trarre conclusioni definitive.

Tra le ragioni avanzate per spiegare questa disfatta degli spermatozoi occidentali vengono evidenziati il sovrappeso, la sedentarietà, l’abitudine al fumo e la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Ma incidono anche gli «interferenti endocrini», cioè gli agenti chimici, a partire dai pesticidi. Ed è giusto ricordare che dalla denuncia di questa tematica era nato, negli anni Sessanta, il movimento ecologista, che a quanto pare ci aveva visto giusto... Tra gli imputati ci sono anche altre sostanze chimiche con cui, mangiando o nelle attività quotidiane, arriviamo a contatto ogni giorno. Tra queste soprattutto i ftalati, presenti nei saponi, nei profumi e in molti altri oggetti di uso quotidiano. Oppure il bisfenolo A, una pellicola che sembra plastica che riveste l’interno dei cibi in scatola: una parte può migrare in quello che mangiamo.

I dati rivelati dall'epidemiologo israeliano sono confermati anche da chi lavora sul campo. Carlo Foresta, direttore dell’Unità di Andrologia e Medicina della riproduzione dellAzienda Ospedaliera di Padova, ha spiegato al quotidiano La Stampa che «i casi al limite della fertilità sono veramente aumentati, una volta un uomo produceva 300, 400 milioni di spermatozoi per eiaculato ora circa il 30 per cento in meno».

[Fabio Volo e Barbara Bobulova nel film Manuale d'amore]

La ricerca si conclude con un richiamo a tutte le autorità a prendere seriamente in considerazione il problema che in prospettiva potrebbe mettere in gioco lo stesso futuro del genere umano, sempre che i dati dei Paesi poveri in via di sviluppo non evidenzino trend opposti (la natalità in Africa non sta affatto conoscendo flessioni). Tuttavia la ricerca si presta riflessioni che vanno al di là delle ragioni specifiche di questo declino: il fatto di essere meno “maschi” dei nostri padri e dei nostri nonni mette in discussione anche la supponenza morale con cui il mondo contemporaneo guarda a quello del passato. Abbiamo tutto, ci è permesso fare (quasi) tutto, ma ci sta scappando quel piccolo seme da cui tutto prende avvio...

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