Nagaila, la bella voce indie che fa la bibliotecaria a Seriate

«Tutto può ancora succedere...»: è la frase che spesso ripete Nagaila Calori, 40 anni, di professione cantante, bibliotecaria dei bambini nel resto del tempo. Si tratta di un’artista poco conosciuta, ma presente nel panorama musicale bergamasco da più di vent’anni. Nativa di Comonte, anche se, da qualche anno, si è trasferita a Fino del Monte con il compagno di vita e di musica Fidel Fogaroli, ex tastierista dei Verdena.
Nagaila ha frequentato l’Accademia musicale di Bergamo, iniziata quando ancora era alle superiori: «Frequentavo il classico, ma l’eccessiva mole di studio mi stava un po’ stretta, allora ho deciso di trovare sfogo e respiro nel canto. In questo periodo ho iniziato a scrivere, con la preziosa collaborazione di Maurizio Zappatini, che mi ha insegnato tanto e aiutato altrettanto. Ho più volte partecipato all’accademia di Sanremo, dove numerosi artisti senza etichetta discografica cercano di arrivare al Festival: quando sono arrivata tra i primi dodici, ho percepito il macigno di partecipare a quel programma. Avevo bisogno di vivere, di lavorare su me stessa, non ero pronta. Non sono passata e ho tirato un respiro di sollievo. Forse sbagliavo, non so, ma il mio sentire era quello». Il duro lavoro viene premiato in fretta a livello provinciale: «Il primo riconoscimento arriva nel 1995, quando ho vinto il concorso musicale organizzato da L’Eco di Bergamo, “FestaGiovani”, con la canzone Cieli neri. Due anni dopo arriva il primo disco, Silenzi miei, per la Ricordi, grazie ad Angelo Carrara (che ha lanciato Battiato, Dolcenera, Ligabue, Povia e molti altri) con la produzione artistica di Francesco Renga e la collaborazione di Maurizio Zappatini. Arrivano i primi feedback dalla critica e sono tutti positivi, ma le vendite sono scarse. Non mi sono scoraggiata e nel 2007 è uscito Luce negli occhi, disco autoprodotto a cui è seguito un dvd live e, nel 2012, Viaggio di ritorno, album sempre in autoproduzione».
Nagaila non demorde, ma le sue prospettive sono cambiate: «Ora continuo a scrivere, anche se è molto difficile. Ho quarant’anni, il successo vero non è mai arrivato, ma mi rendo conto che non riesco a smettere di scrivere musica e di cantare (o di strombazzare la mia tromba, che suono da qualche anno), perché questo è il mio modo di esser viva, la mia filosofia di vita, e mi sento molto fortunata». Non raggiungere il successo spesso non è una questione analizzabile e motivabile: «Non so perché la nostra musica non abbia raggiunto le vette della classifica - dice -, forse io non sono mai stata brava a vendermi (e non so bene se questa discrezione sia un pregio o un difetto), forse facciamo un genere che non è abbastanza “mainstream”, o anche perché il nostro sound è troppo elegante per essere accettato anche dall’indie».
Chi la conosce, sa che Nagaila è sempre allegra, sorridente, felice ed estroversa: lo sanno soprattutto gli utenti della biblioteca. Dal 2007 infatti, Nagaila lavora come bibliotecaria nella sezione ragazzi a Seriate, sebbene spesso sia anche nella sezione adulti: «Mi trovo bene, mi piace il lavoro che faccio: lavorando con ragazzi e bambini significa far uscire quel mio lato più fiabesco che spesso traspare nelle canzoni. Leggo molto, non solo libri “per grandi”, ma anche storie per bambini. Talvolta le mie letture influenzano le mie canzoni, fungono da ispirazione o semplicemente danno il via a fantasie che mi portano a scrivere… Leggere è un modo straordinario di vivere». Le sue canzoni sono sempre molto intime, «molto femminili», aggiunge lei: le sue innegabili e riconosciute doti canore si intersecano a una voce particolare, molto dolce e «molto donna», tratto che influenza decisamente anche i testi delle canzoni. «Le mie canzoni sono frutto di energie che arrivano. La mia fortuna è poter scrivere nel momento in cui questa forza mi travolge: i testi e le musiche nascono quasi da sole. Succede invece, a volte, che certe canzoni giacciano in un cassetto per anni, semplicemente perché non sono arrivate nell’attimo giusto», spiega la cantante.
E se dovesse scegliere la canzone cui è più legata, opterebbe per Luce negli occhi: «È la canzone che nel tempo resiste, che continua a darmi emozioni immense: parla di sofferenza, nasce da un momento difficile che ho attraversato in famiglia, ma qui emerge un'immensa voglia di vivere nonostante i mali della vita». Intanto continua a cantare, girando le piazze e portando la sua voce là dove c'è qualcuno pronto a farne tesoro.