Metti un piatto al Robale di Almenno Un incanto alsaziano-bavarese

Quando lo si raggiunge, salendo attraverso il bosco fitto, lungo la stradina carrozzabile che si arrampica sulla montagna tra curve e salite, si potrebbe pure pensare che l’Agriturismo Al Robale si trovi in un posto fuori dal mondo, ma non è così: il suo indirizzo infatti è in località Albenza, ad Almenno San Bartolomeo. È pur vero che si respira un’atmosfera originale rispetto ad altri agriturismi orobici. Sarà che per raggiungerlo bisogna spingersi davvero attraverso un fitto bosco, prima di sbucare sull’ampia radura, sarà forse la veranda bianca e luminosa con le poltroncine di vimini e una siepe di lavanda profumata; oppure, ancora, questa sensazione insolita è da imputare alla splendida sala da pranzo che è l’elegante salotto buono degli stessi abitanti della casa: Roberto Mazzoleni e Alexandra Hermann. Con tanto di camino, pianoforte, quadri e, ovviamente, affaccio sulla valle. Raffinato, familiare, accogliente, come la padrona di casa e la sua proposta.
Agriturismo e materie prime. Le regole dell’agriturismo sono note: la cucina deve utilizzare il più possibile gli ingredienti e le materie prime di produzione locale e propria. Il Robale può contare, per approvvigionare la sua dispensa, sull’orto, su qualche albero da frutto e sugli animali da cortile, ma il vero asso nella manica è probabilmente l’asparagiaia poco più in basso. Lì si coltivano asparagi bianchi di ottima qualità - da prima ancora che nascesse il progetto dell’agriturismo vero e proprio - con i quali si prepara il ripieno di uno speciale casoncello condito con il tartufo nero bergamasco che è oggi una specie di piatto simbolo.
Una cucina incontro di tradizioni. In cucina c’è Alexandra, nata tedesca, ma trasferitasi a Bergamo per amore più di trent'anni fa. Dalla sua cultura natia si è portata dietro per passione e curiosità, o come dice lei stessa per innata vocazione nel dna, il ricettario di famiglia e il piacere autentico dell’ospitalità. Ma, come sottolinea subito, il suo bagaglio culturale è un incontro di tradizioni, non solo quella più tipicamente bavarese, ma anche austriaca e soprattutto alsaziana, più raffinata, sempre al limite tra l’eleganza francese e la sostanza tedesca. A tutto questo poi si è aggiunta inevitabilmente la vita passata da questa parte delle Alpi che per forza di cose ha lasciato un segno importante. Tanto è vero che una delle caratteristiche più evocative del menù sono le paste fresche preparate in casa. Ma l’espressione migliore è probabilmente sulla portate di carne come la piacevole tagliata d’anatra servita con salsa all’arancia, crauti, e rosti (una specie di frittata di patate svizzera).




Il meglio nelle stagioni fredde. Alexandra si trova perfettamente a sua agio tra i fornelli e forse ancora di più nell’intrattenersi a chiacchierare con i propri ospiti, a cui racconta sempre con piacere le contaminazione del suo ricettario e la passione sincera, tutto con una simpatica inflessione tedesca. Un’ottima esperienza estiva, ma probabilmente la cuoca dà il meglio di sé dall’autunno inoltrato e per tutto l’inverno, quando può finalmente proporre le classiche ricette del sud della Germania alle quali è per affetto molto legata. Ma non crediate che si tratti di salsicce e wurstel e crauti, bensì degli ottimi arrosti della tradizione bavarese. Uno fra tutti è sicuramente il Krustenbraten, un particolare arrosto di maiale dalla lunga preparazione a cui viene lasciata la cotenna, cotto al forno, e la cui parte esteriore diventa incredibilmente croccante. L’abbinamento con i rosti è sicuramente appropriato, ma se volete assaggiare qualcosa di nuovo chiedete, al momento della prenotazione, di preparare un po’ di Kartoffelsalad, un contorno iconico della cucina tradizione teutonica, da noi a torto giudicato troppo austero ma che se ben fatto, come in questo caso, è in grado di farvi ricredere. Incantevole.