Il talento della timida Eleonora che a 15 anni balla sul mondo

Tra le tante doti e fortune che la quindicenne Eleonora Sana possiede, è difficile capire quale abbia contribuito in modo decisivo a trasformarla in un vero e proprio talento danzante. Forse è stato quel suo spontaneo e inusuale movimento del braccio che fece per caso a 7 anni e spinse la sua insegnante, Cinzia Colombo, a insistere affinché iniziasse a studiare danza classica; forse è stato il fatto che i suoi genitori, Angela e Luca, hanno intrecciato per lei una maglia fitta di radici indissolubili, una rete abbastanza elastica da concederle di saltare ancora più in alto ma abbastanza forte per sorreggerla in caso di brusca caduta; forse, invece, è semplicemente il fatto che un talento danzante, Eleonora, lo è sempre stato, ma non ha ancora preso le misure della sua stessa grandezza.
Com'è iniziata. È infatti con qualche indugio e un po’ di timidezza che comincia a narrare della sua normalità fuori dal comune: «Studio danza classica da quando ho sette anni, ho cominciato alla Vogue Danza di Sabbio». E fin qui, nulla di così strano. Non fosse che da quel giorno non ha più smesso, come sottolinea la madre Angela, che ricorda meglio come tutto è iniziato: «Lei era talmente timida che non ne voleva sapere di andare in una scuola di danza. Si limitava a imitare le ballerine che vedeva in televisione, niente di più. Il caso poi ha voluto che venisse aperto un corso di danza proprio a Sabbio. Ci è arrivato a casa il volantino e sono passata a chiedere qualche informazione, per curiosità. L’ho portata alla prima prova, anche se lei non era del tutto convinta. Quando sono andata a riprenderla, l’insegnante mi ha consigliato di farle seguire anche le lezioni di classico, perché aveva visto un movimento particolare del suo braccio, un movimento su cui disse di voler indagare meglio».




La borsa di studio della Royal Academy. E quel bisogno di indagare ha portato il prodigio dalminese molto lontano: la passione di Eleonora prende la forma di una grande tenacia e di una forte dedizione allo studio della danza e, armata di questi preziosi strumenti, ha cominciato a fare i conti con i primi stage. I riconoscimenti sono arrivati poco dopo. Ha solo dieci anni, infatti, quando riceve una prestigiosa borsa di studio per mettere piede alla Royal Academy di Londra, nel contesto di uno stage di quattro settimane: «In quell’occasione era a Fondo, in Trentino, partecipava a uno stage che ogni anno chiama a raccolta circa ottocento ballerine, ragazzine che vengono da tutto il mondo. È in quella sede che ha avuto modo di emergere e di ottenere la borsa di studio», racconta la mamma. «Forse quella è stata la prima volta che l’ho vista piangere per aver vinto qualcosa. Del resto è stato un momento molto emozionante anche per noi».
E poi Stoccarda. Londra non è l’unica città europea a reclamare il talento di Eleonora. L’anno dopo, infatti, attraverso la scuola di danza classica bergamasca Step by Step, vince un’altra borsa di studio, stavolta con direzione Stoccarda: «All’inizio ero felicissima, lo stage nell’Accademia mi era piaciuto tantissimo. Il direttore della scuola mi aveva detto che sarebbe stato molto contento di avermi lì», spiega Eleonora, mentre cerca di fare ordine tra i ricordi e gesticola con una grazia che tradisce una certa deformazione professionale. «I primi tempi era tutto entusiasmante, anche se poi ho cominciato a sentire la malinconia di casa. Allora sono iniziate le serate passate a piangere». La nostalgia dell’aria orobica, tuttavia, non vale a stemperare la grinta che innerva le sue fibre. Mentre il suo animo si tempra sotto il peso della distanza, la qualità dei suoi passi si fa sempre più solida.




Gli studi in Svizzera. Così la Germania finisce per rappresentare solo l’inizio di un’esperienza di vita all’estero che prosegue l’anno successivo in Svizzera, a Basilea, dove accede alla Balletschule superando selezioni molto dure. È qui che, a quattrocento chilometri da casa, alterna attualmente lezioni a base di sola danza allo studio di materie generiche, in lingua inglese. «Lei ormai si è abituata a stare lontana. Forse è diventato più difficile per noi vederla partire ogni volta. Andiamo a trovarla tutte le volte che possiamo» dice il papà Luca. «Bisogna appoggiarla, esserle vicino. Questo è il suo sogno, lei ha voluto intraprenderlo e noi abbiamo accettato di starle accanto, di investire per la sua formazione. Quest’anno è stata promossa a pieni voti, la vediamo serena, contenta. Se lei sta bene, stiamo bene anche noi. Il giorno in cui ci dirà che non se la sente più di continuare, che vive questa esperienza come una pressione troppo pesante da sostenere, saremo qui ad accoglierla».
E il futuro. Tra due anni prenderà il diploma di ballerina professionista, un pezzo di carta prestigioso e sudato che però non varrà in Italia. Ma non è un grande problema, visto che nel futuro di Eleonora ci sono altri viaggi: «Mi piacerebbe riuscire a entrare in una compagnia, iniziare a spostarmi con loro, lavorare nei teatri, chissà. Per ora, comunque, preferisco vivere quest’esperienza giorno per giorno». Ad affiancarla in questo cammino, due genitori pronti a tifare per lei senza intromissioni e senza l’ossessione del successo: «Non sono in grado di capire quello che sta facendo quando balla, non so giudicare, di passi di danza non me ne intendo - dice il papà -. L’unica cosa che so è che guardarla sul palcoscenico per me ogni volta è un’emozione indescrivibile».