In migliaia sulla tomba a Graceland

Il mito Elvis nell'era di Trump (oggi i quarant'anni della morte)

Il mito Elvis nell'era di Trump (oggi i quarant'anni della morte)
Pubblicato:
Aggiornato:

Da un po’ di giorni a Graceland, nel Tennessee, i pellegrinaggi dei fans di Elvis Presley si sono intensificati. Il 16 agosto ricorrono infatti i quarant'anni dalla sua morte: la più popolare star musicale della storia venne ritrovata morta nel bagno della grande villa che aveva comperato venti anni prima, alle porte di Memphis. Qui Presley è anche sepolto e per la sera del 15 agosto era annunciata una veglia di preghiere, con i cancelli della casa aperti ad oltranza per permettere ai fans di andare sulla tomba di Elvis. Oggi invece è previsto un grande memoriale, con un’orchestra sinfonica che suonerà tutti i suoi motivi più celebri. Si chiuderà così una vera e propria novena iniziata l’11 agosto per celebrare l’anniversario.

 

 

Ma non tutti sono convinti che Elvis sia davvero morto e c’è anzi un filone di suoi fans che da anni accumulano prove, a volte in modo un po' paranoico, sulla sua attuale esistenza. Uno dei più ascoltati, e anche dei primi, sostenitori della non morte” di Elvis Presley è Gail Brewer-Giorgio, che nel 1988 aveva scritto un libro intitolato Is Elvis Alive. Per far capire la febbre che il tema solleva nel pubblico americano, bisogna sapere che quel saggio era arrivato all'epoca al numero 8 della New York Times Bestseller List.

Presley se fosse vivo avrebbe oggi 82 anni. E quali sarebbero i riscontri della sua non morte? Circolano tante leggende riguardo al suo ricovero in ospedale dopo il ritrovamento nel bagno della villa di Graceland. Un’infermiera avrebbe testimoniato che quello che era arrivato in ambulanza non era Elvis. Una cantante famosa, Gloria Estephan, giurò invece di aver ricevuto una telefonata da lui dall'ospedale, su un numero che era riservatissimo e che solo Elvis poteva sapere. Ai dubbi di allora si aggiungono poi le apparizioni: l’ultima avvenuta proprio a Graceland nel gennaio del 2017, dove un uomo con un cappello da baseball e barba bianca aveva fatto gridare alla ricomparsa delRe del rock.

 

 

Più semplice pensare che Presley non è morto per l’incredibile successo che continua a raccogliere. Non solo: molti osservatori si sono chiesti se Elvis oggi non sarebbe stato un sostenitore di Trump. Lui, bianco e uomo del sud (nato nel Mississippi e vissuto nel Tennessee) potrebbe essere identificato come bandiera di quell'America nascosta che ha portato all'esito sorprendente del voto del novembre scorso. I fans di Trump vedono in Presley una pura icona americana contro il sopravanzare minaccioso del multiculturalismo. Lui stesso aveva un’anima accentuatamente patriottica: nel 1958, a 23 anni, si era anche arruolato nell'esercito, salendo fino al grado di sergente prima di congedarsi nel 1960. Se poi aggiungiamo che Elvis non concepiva il mondo al di là dell’America, l’identificazione con il trumpismo arriva facile.

Non a caso un regista americano, Eugene Jarecki ha girato un documentario, Promised Land, che rilegge lepopea del King proprio attraverso le lenti degli Stati Uniti del nuovo presidente. Se poi aggiungiamo che Elvis incredibilmente non cantò mai in Europa, l'identificazione con il nazionalismo trumpiano verrebbe facile. In realtà Elvis sognava l’Europa ma pare che la tournée fosse impossibile per problemi del suo impresario che sarebbe entrato in America in modo illegale e che quindi non aveva il passaporto. E su questo le strade di Elvis e di Trump decisamente si dividono..

 

Seguici sui nostri canali